“Il bar del mondo”: otto anni dopo nuovo album per Gianni Togni
Gianni Togni ha scritto alcune delle canzoni più belle degli anni 80, eppure non sempre ha avuto il riscontro che meritava. Oggi ne parliamo, proponendolo anche alle generazioni più giovani perchè otto anni dopo la sua ultima fatica “La vita nuova”, torna sul mercato con un nuovo album di inediti dal titolo “Il bar del mondo”. Il cantautore romano nel corso di quasi 40 anni di carriera (giusto l’anno prossimo), ha saputo dipingere nel tempo attorno a storie d’amore e di vita (i testi spesso erano del paroliere di fiducia Guido Morra, che partendo da lui diverrà uno degli autori di punta italiani nei seguenti 20 anni), melodie estremamente semplici ed orecchiabili, di ottimo appeal radiofonico e discografico.
E anche stavolta, non si smentisce. “Nel ’66” è il singolo che lancia il nuovo lavoro in uscita in autunno, che lo riporta nel mondo della discografia dopo un periodo in cui si è dedicato al live e al musical, non solo in Italia, ma anche all’estero (“G& G”, dedicato a Greta Garbo e commissionatogli dal Teatro Stabile di Stoccolma, e lavori con Massimo Ranieri e Giuseppe Patroni Griffi) e persino alle colonne sonore (nel 2007 fu premiato la migliore al Montecarlo Film Festival con il lavoro per un film mutuava il titolo dall’incipit del suo più grande successo “Luna”, “E guardo il mondo da un oblò”).
Si diceva di “Luna“: il brano del 1980 è tuttora il suo maggior successo. Toccò la vetta, quarto singolo più venduto dell’anno e fece da traino all’album “e in quel momento, entrando in un teatro vuoto, un pomeriggio vestito di bianco, mi tolgo la giacca, accendo le luci e sul palco m’invento...” Ma anche altre sue canzoni ne hanno segnato gli anni d’oro: “Semplice”, contenuta nel terzo lavoro “Le mie strade” del 1981, “Per noi innamorati” contenuto nell’album col suo nome (1983), scritto in una sola mattinata e “Giulia”, traino di “Stile libero” (1984).
Poi una serie di lavori fino a “Bersaglio mobile” del 1988, con musicisti internazionali e l’apice con la raccolta “Cari amori miei” del 1996, che gli valse il disco d’oro. Schivo, quasi mai sotto i riflettori, ma per sua scelta: si allontanò dallo showbiz all’apice del successo proprio per dedicarsi alle sue passioni, senza però mai smettere di scrivere e comporre anche quella melodia italiana che lo aveva fatto conoscere al grande pubblico. Ora ritorna, con lo stile di sempre e ci fa un grande piacere riascoltarlo.