Aspettando l’Eurovision 2023: 10 canzoni scritte da italiani ma non per l’Italia
L’Eurovision Song Contest 2023 che sta per cominciare (9,11, 13 Maggio) si caratterizzerà per la presenza di una cantautrice italiana sotto le insegne norvegesi, la savonese Alessandra Mele. Nella storia del concorso ci sono tante canzoni che come la sua “Queen of kings” portano la firma di autori italiani, ma presentate sotto altre bandiere. Eccone un piccolo campionario.
1- J’aime la vie – Sandra Kim (Belgio 1986)
Forse la più celebre canzone “italiana” dell’Eurovision sotto una bandiera diversa dall’Italia. Vincitrice nel 1986 per il Belgio quando Sandra Kim (al secolo Sandra Caldarone, nata a Liegi da genitori italiani) aveva solo 13 anni – ma quindici nel pezzo – la canzone è scritta quasi interamente da un team di italiani figli di emigrati in Belgio, i siciliani Rosario Marino Atria e Angelo Crisci.
https://www.youtube.com/watch?v=S4He2ZhuPKc
2 Era stupendo – Paolo Meneguzzi (Svizzera 2008)
Nel 2008 Paolo Meneguzzi, nato in Svizzera da genitori varesini, rappresenta senza fortuna (eliminato in semifinale) la Svizzera all’Eurovision di Helsinki. La musica di “Era stupendo” è di Vincenzo Incenzo, storico collaboratore di Zarrillo, dello stesso Meneguzzi e molti altri in Italia.
3 Et Cetera- Sinead Mulvey & Black Daisy (Irlanda 2009)
La gestazione di questo pezzo è in realtà molto complessa, ma nella sua versione definitiva porta anche la firma – particolarmente nella musica – del triestino Daniele Moretti, che collabora con un team irlandese e svedese. Allora leader della rock band Klame, ne incise con loro anche una versione italiana. La hostess della Air Lingus e le sue compagne di talent invece, non superano la semifinale.
4 Guardando il sole- Gianni Mascolo (Svizzera 1968)
Nel 1968 la tv svizzera organizza una selezione nella sede Rai e in gara ci sono diversi italiani. Uno è il milanese Gianni Mascolo, che vince e va a Londra con un brano firmato anche da Aldo D’Addario, trombettista nato a in Egitto da genitori abruzzesi emigrati in Svizzera. Chiuderà quattordicesimo.
5 A Little Bit – Nina Åström (Finlandia 2000)
Nina Åström, da sempre impegnata nella musica cristiana, nel 2000 vince a sorpresa il concorso di selezione finlandese per l’Eurovision. Il testo del suo inno all’Europa è firmato da un musicista astigiano, Luca Genta, a sua volta impegnato nei circuiti di musica evangelica. Chiuderà diciottesima.
https://www.youtube.com/watch?v=PCuJEf6y8Kk
6 Shine- Sopho Nizharadze (Georgia 2010)
Sul palco di Oslo nel 2010 c’è una Georgia molto italiana: al fianco di Sopho Nizharadze c’è infatti una ballerina genovese, Francesca Lavecchia e tutti indossano vestiti firmati Dolce & Gabbana. Non solo: la musica di “Shine” è firmata da Christian Leuzzi, compositore romano di stanza a Miami vincitore di due Latin Grammy e autore per tanti big del pop europeo e Usa. Atterra in un onorevolissimo nono posto.
7- Korake ti znam-Maya Sar (Bosnia Erzegovina 2012)
Co-autore, arrangiatore e produttore di questa delicata ballata è Adriano Pennino, storico collaboratore di Gigi D’Alessio, Gino Paoli, Gianni Morandi e tanti altri. L’artista, che chiuderà diciottesima, ne inciderà anche una versione italiana dal titolo “I passi che fai”.
8- Stand by – Senit (San Marino 2011)
La prima delle due (effettive, tre complessive considerando il 2020 cancellato) partecipazioni di Senhit, interprete bolognese di origine etiope, all’Eurovision è con una ballata decisamente italiana. Forse troppo, o forse non abbastanza. A scriverla è la cantautrice romana Radiosa Romani. San Marino si ferma in semifinale: la delicatezza dell’interpretazione avrebbe meritato di meglio.
9 Questa notte- Bonaparti.LV (Lettonia 2007)
In tempi in cui l’Italia era ben lontana dal rientro, all’Eurovision c’era talmente tanta voglia di “Bel canto” che si accettava persino un prodotto come questo, difficile anche da commentare. L’ensemble di tenori è coordinata dal sardo Roberto Meloni (l’ultimo che esce), showman sardo emigrato a Riga. A lui anche il compito di insegnare agli altri il testo scritto in italiano da Francesca Russo, moglie siciliana del compositore del brano, lo svedese Torbjorn Wassenius. Sedicesimo posto, ma in finale.
10 Un, deux, trois- Catherine Ferry (Francia 1976)
Secondo classificato, questo pezzo classico della variété francese è scritto per la parte musicale da Tony Rallo, nato in Francia da una famiglia di “rital” siciliani, che dirige anche l’orchestra. Figlio di un operaio della Renault, è destinato a diventare uno dei musicisti prominenti della scena francese scrivendo per big come Claude Pascal, Sacha Distel, Isabelle Aubret, Marie Myriam e Johnny Hallyday.