È andata in scena all’Arena della Vittoria la tappa barese del Marco negli stadi, il fortunato tour di Marco Mengoni che ha registrato sold-out in quasi tutte le tappe, compresa quella che vi raccontiamo. L’atmosfera febbrile, in una calda serata di fine giugno, ha fatto da splendida cornice per un concerto a dir poco straordinario.
Intorno alle 21 è iniziato lo show, con l’entrata trionfale tra il pubblico sulle note di “Cambia un uomo”. Marco è vestito di bianco, sale sul palco secondario che è in mezzo al prato. Tutto il pubblico barese urla mentre il cantautore di Ronciglione entra in scena.
A seguire, dopo il primo brano, arriva il turno di “Esseri umani”. Marco invita il punto ad accompagnarlo, il pubblico lo accontenta e canta sin dalla prima nota della canzone. Arriva dunque il primo intervento parlato di Mengoni:
“La prima cosa che si fa quando si arriva in Puglia è mangiare tanto e bene. Auguro a tutti voi di sentirvi liberi nella vita e in questo luogo. Vi dovete sentire voi stessi senza nessuno stress.”
È ovviamente il momento di cantare “No stress”. L’artista sale sul main stage, accompagnato da un po’ musica elettronica che va ad allungare il finale del brano, ma poi arriva un cambio luci.
Parte “Voglio” e intorno al palco iniziano i giochi pirotecnici, con lingue di fuoco che accompagnano i numerosi fortissimi di questa hit. Marco indossa un abito luccicante dopo il primo cambi d’abito. Nuovo cambio luci, è il momento di “Muhammad Alì” (che i baresi hanno ascoltato anche in diverse occasioni, non strettamente legate alla musica). Ancora cambio luci, il cantautore di Ronciglione esegue dunque una cover di “Psyco Killer” dei Talking Heads.
Si va indietro nel tempo: Sanremo 2010, esordio di Marco sul palco dell’Ariston, la canzone è “Credimi ancora”. Ancora giochi pirotecnici su un brano che, a distanza di 13 anni, è ancora estremamente forte e orecchiabile. All’Eurovision avrebbe dato del filo da torcere a Lena, se avessimo partecipato. Il pubblico canta in delirio.
“Bari, are you ready or not?”, esclama Marco: è il momento di “Mi fiderò”, senza Madame, ma a Eurovision A Little Bit More aveva buttato giù tutto su questo brano. Fa lo stesso a Bari, dove un pubblico festante continua ad accompagnarlo nota dopo nota.
Metaforico salto indietro nel tempo con un’introduzione di Drusilla Foer, che ci porta negli anni ’70 e presenta la band. Il coro canta alcuni brani, tra cui “Something’s Got a Hold on Me” di Etta James. Poi entra Marco vestito d’argento e canta “Luce”, altro brano che aveva eseguito a Eurovision A Little Bit More. Non sbaglia un colpo, record per la miglior nota mantenuta. Il pubblico esplode.
Un pianoforte introduce “Proteggiti da me”, ma prima Marco gioca con il pubblico invitando a replicare i suoi gorgheggi, in pieno stile Freddie Mercury. “L’ho detto, al sud sono intonatissimi, al sud cantiamo tutti”. Non ha cantato nulla in questo frangente, se non qualche gorgheggio, ma l’ha fatto benissimo. Poi finalmente parte la canzone, che esegue in maniera sublime. Il pubblico esplode a scena aperta. Marco è visibilmente emozionato.
Cambio luci, è il momento di “Parole in circolo”. Marco si gode l’abbraccio del pubblico che canta con lui. A seguire “Due nuvole”, per poi fare un altro salto a Sanremo. 10 anni fa Marco vinse il festival e arrivò settimo all’Eurovision con “L’essenziale”, è questo il prossimo brano in scaletta. L’Arena della Vittoria gremita canta in coro, è un momento magico.
A seguire parte “Pazza musica”, senza Elodie, e si balla. Il pubblico sostituisce egregiamente Elodie, la canta letteralmente tutta, lo stadio è una bolgia. Sul finale poi arriva la chicca, un mashup con “Crazy in love” di Beyoncé che aggiunge meraviglia a qualcosa di già di per sé unico.
Arriva dunque un momento a dir poco magico: il terzo Sanremo, la seconda vittoria, il secondo Eurovision (chiuso al quarto posto) e dei ricordi magnifici per chi vi scrive, che a stento trattiene le lacrime. Semplicemente un capolavoro intitolato “Due Vite”.
Cambio luci e abito, lo stesso usato All’Eurovision durante le prove, nella clip introduttiva si vedono riferimenti a diritti civili e guerre. L’interpretazione è magica, lui vola (letteralmente, è su una pedana che si solleva) e al termine il pubblico gli tributa una lunghissima standing ovation. Se avesse fatto una performance del genere con lo stesso staging anche a Liverpool avrebbe trionfato.
Il concerto continua, arriva il momento di “Fiori d’orgoglio”, ma è su “Sai che” che il pubblico ricomincia a cantare e a farsi sentire. A seguire Marco va faccia a faccia con il prisma al centro del palco e canta “Hola”. Il pubblico gli lancia una maglietta con scritto “Bari ti ama”, lui la mostra e dice “E io amo Bari”. Nuovo cambio luci, Marco in mezzo al pubblico inizia “Ti ho voluto bene veramente” e, come sempre, il pubblico canta in coro.
“Vi devo dire una cosa importantissima: quando scendo fate un bordello incredibile, non che gli altri non lo facciano ma qui c’è il sole, l’energia solare che penetra in voi. Abbiamo passato degli anni difficili tutti, non ce l’aspettavamo ed è stata dura, ma ne siamo usciti e mi avete dato l’opportunità di fare certe cose dopo dieci anni, di andare a Sanremo, vincerlo e fare l’Eurovision. Grazie mille, dopo quasi 14 anni di carriera non tutti riescono a fare queste cose, è stato un anno straordinario.”
Dopo questo breve monologo, il cantautore di Ronciglione esegue “Guerriero”. Per chi vi scrive, che per un buon periodo della sua vita è stato accompagnato da questo pezzo, l’emozione era tangibile. Anche Marco era emozionatissimo. Al termine tutti abbandonano il palco ma, ovviamente, il concerto non è finito: è il solito scherzo
Al rientro, dopo una pausa e un nuovo cambio abito, è il momento di scatenarsi. Si comincia con la hit “Ma stasera”, prodotta da Purple Disco Machine. Il pubblico è in visibilio, canta in coro e continua a sgolarsi anche su “Pronto a correre”. Il finale continua a far ballare con “Io ti aspetto”, che chiude la triade dei pezzi per ballare. Arriva quindi il momento dei ringraziamenti:
“Noi corriamo, saltiamo, c’ho un cuore e polmoni da quindicenni, poi però casco giù. Anche se siamo più grandi dobbiamo dare tutto. Avevo detto che avremmo fatto un solo inchino, invece ne facciamo uno così, nel secondo ci aggiungiamo tutti quelli che lavorano che non vedete qui sul palco e l’ultimo e il terzo è per questi amici che mi seguono sempre, più del mio management e mi supportano sempre, questi musicisti straordinari. Volevo battere le mani ma questa maglietta è tutta attaccata, è tipo un guanto. Grazie Bari per tutto, le mozzarelle, i nodini, ne ho mangiati una marea. Grazie per tutto.”
Scendono di nuovo tutti giù dal palco, ma non è finita qui. In attesa che Marco torni in scena il pubblico intona in coro “Due Vite”, lui torna in scena e asseconda il pubblico continuando a cantare il brano sanremese. Al rientro Mengoni introduce i due brani conclusivi:
“Credevamo ve ne foste andati o foste dai carabinieri per denunciare un sequestro di persona. Devo dire due parole perché farò due pezzi, e il primo parla di un amore inusuale, con tre persone, e ha un titolo particolare perché si intitola “Proibito”. Qui lo dico e lo sottolineo: non c’è proibizione o limitazione in amore, mai.”
Il gran finale è con “Proibito” e, dulcis in fundo, “Buona vita”. Finisce dunque la tappa barese del tour Marco negli stadi, che ha portato Marco Mengoni a emozionarsi e a far emozionare il pubblico barese in un’Arena della Vittoria letteralmente gremita (l’ennesimo sold out di questo fortunato tour).