Tributo ad Endrigo 2015, cronaca di un evento al contrario
“Francesca Michielin canta Endrigo”, si leggeva sui comunicati stampa e sui cartelloni che promuovevano l’evento di ieri sera a Terni, in Piazza della Repubblica. “Con la partecipazione straordinaria di Matteo Sperandio 4tet e Valerio Zelli”. Peccato che chi ieri sera al concerto-evento – coinciso con i 10 anni dalla scomparsa del cantautore, sposato con una ternana e sepolto al cimitero di Terni – c’è stato, si sia trovato di fronte a qualcosa di molto diverso da quello annunciato.
Perché il tributo al cantautore istriano è andato regolarmente in scena, ma l’ha fatto praticamente da solo lo Sperandio 4tet: 65 minuti di grande musica e aneddoti, conclusi con la partecipazione – quella sì davvero straordinaria – di Valerio Zelli degli O.R.O. Uno che ha fatto due Sanremo e ha venduto diversi milioni di dischi nel mondo con “Vivo per…”, canzone di cui è autore che è stata coverizzata da artisti di fama internazionale. Fra le tante canzoni eseguite dal 4tet anche un brani eurovisivo: “Marianne”, che Endrigo portò sul palco della Royal Albert Hall di Londra all’Eurovision 1968.
Zelli, arrivato a Terni appositamente per questo evento, ha concluso la parte del tributo eseguita dal 4tet, ha eseguito “Io che amo solo te” e “La casa” (quest’ultima insieme al gruppo ternano) oltre alla citata “Vivo per…”, che non faceva parte ovviamente del tributo ma che è servita per ricordare al grande pubblico lo spessore del musicista. Poi è toccato alla Michielin.
Chi si aspettava una condivisione del palco fra il 4tet e l’artista veneta, come un evento del genere lasciava intendere (anche dalla locandina), è rimasto deluso. 4tet e Zelli sono stati di fatto relegati ad “opening act” del concerto di Francesca Michielin, che ha cantato da sola con la band messale a disposizione dall’etichetta discografica, di fatto esaurendo il tributo ad Endrigo in appena 12 minuti e quattro brani (“Te lo leggo negli occhi”, destinata probabilmente ad uscire in singolo seguendo la moda delle cover sbocciata da qualche tempo, “Era d’estate”, “Adesso si” e “Una storia”), peraltro decontestualizzandoli, visto che sono stati intervallati alle sue canzoni, diventando quindi di fatto parte del suo concerto di inediti.
Lodevole la performance di Francesca Michielin, che a 20 anni si è confrontata con umiltà con un gigante come Endrigo, offrendolo così anche ad un pubblico di suoi fan che probabilmente lo conoscevano meno. Certo fa sorridere amaro la constatazione che Valerio Zelli sia stato considerato dall’organizzazione solo un “opening act” di un’artista pur brava e senz’altro mainstream, ma con un solo lavoro alle spalle e una fresca notorietà frutto della televisione.
Un insulto alla carriera ventennale di Zelli. Ma anche a quella del 4tet, che si è ritrovato nel giro di poche settimane da co-protagonista insieme alla Michielin del tributo ad “apertura” di un “main event” – oltretutto di fatto differente- come se fossero esordienti qualunque e non invece quattro artisti di formazione classica con alle spalle una sfilza di premi vinti e una lunga serie di concerti in giro per l’Europa. Sia chiaro: niente da dire sul fatto che l’artista venga anche a promuovere il suo disco, ma proporre un concerto di sue canzoni con all’interno 4 brani di Endrigo dopo che invece era stata presentata come protagonista solo di un tributo al cantautore istriano è diverso dal proporre magari tre-quattro sue canzoni in coda ad un tributo intero, cosa che ci poteva anche stare. E di fatto è stato quasi come relegare ad “apertura del concerto” il tributo vero e proprio andato in scena prima.
Ma a ben vedere, questa è solo l’ultima leggerezza di un tributo ad Endrigo che nel corso degli anni non è mai riuscito come si deve: nel 2012 Cristicchi fu sommerso dalle polemiche per il monologo sui martiri ed esuli istriani delle foibe; nel 2013 l’annullamento dell’evento che avrebbe previsto la presenza di Morgan; l’anno scorso un evento senza big ma con giovani talenti (bravissimi); quest’anno ecco invece un evento proposto in due tempi e di fatto dimezzato, vista la differenza di durata e di impostazione del tributo.
Ci sarebbe da dire anche sullo stanziamento economico (10mila euro) concesso senza alcun bando all’associazione organizzatrice: se ne è scritto molto sui media umbri (per esempio potete andare qui e volendo approfondire qui) e non è il caso di tornarci, anche perchè noi scriviamo di musica e non di politica.Una cosa però è certa: o quei soldi non sono bastati oppure sono stati gestiti molto male. Pare infatti che l’organizzazione abbia avuto qualche problema con le sistemazioni logistiche, non riuscendo a garantire parità di trattamento a chi è arrivato da fuori città.