“Applaus, applaus”, l’indie rock degli Sporfreunde Stiller (quelli che il calcio e Dino Zoff…)

Rock e calcio. Un legame strettissimo per gli Sportfreunde Stiller. Nome che ai più dice poco, ma che in realtà sono una molto apprezzata band indie rock bavarese. Attiva dal 1996, con ottimo riscontro di vendite. Dopo il successo degli ultimi quattro album, ma soprattutto di “La Bum”, arriva “New York, Rio, Rosenheim”  e la loro musica è tornata in auge: l’album è partito con un secondo posto e nelle radio sta girando “Applaus, applaus“, il nuovo singolo. Parecchio orecchiabile e radiofonico

Il calcio nella musica, la musica nel calcio. Perchè due di loro hanno giocato  nelle serie regionali tedesche e perchè hanno messo il nome di Hans Stiller, il loro allenatore, in quello della band.  E perchè il loro album si intitolava “So wie einst Real Madrid”, in omaggio alle merengues spagnole. E cosa c’è di meglio, per una band che ama il calcio che finire in un videogame calcistico? E’ successo anche questo, agli Sporfreunde Stiller, quando “International”, tratto da  “Die gute seite” finì nella colonna sonora di Fifa 2003. Ovviamente, un brano dal sapore sportivo.

E che dire di quando volevano portare bene al “Nationalmannschaft“, la nazionale di calcio, allora guidata da Jurgen Klinsmann? Furono loro a scrivere: “54, 70, 90, 2006”, in omaggio alle tre vittorie tedesche ai mondiali”, sperando appunto nella quarta, quella del 2006. Come andò a finire, lo sappiamo bene. A loro andò meglio, perchè il brano vendette 300mila copie, issandosi in testa alle charts: quattro anni dopo cambiarono 2006 con 2010, ma il risultato sportivo fu lo stesso.

Finito il legame con lo sport? Nemmeno per idea. Ovviamente da bavaresi sono tifosi, alcuni del Bayern Monaco altri del Monaco 1860. E per non farsi mancare niente, nel 2004 chiamarono un calciatore del Bayern, il paraguayano Roque Santacruz a cantare con loro “Ich Roque” contenuta nell’album “Burli“, dove si trova anche un brano dedicato a Benjamin Lauth, attaccante del Monaco 1860, “Lauth Anhoren” e  anche un brano dedicato ad un cestista, il pivot della nazionel Dirk Nowitzki, “Dirk, wie ist die Luft da oben?“.

Ovviamente, c’è dell’altro. “You have to win the zweinkampf“, titolo del loro quarto album è la traduzione di un detto pronunciato dal calciatore francese Bixente Lizarazu. E poi c’è qualcosa che riguarda anche l’Italia. Perchè a volte, nelle loro tournée in giro per la Germania, soprattutto quando la loro notorietà non era ancora così grande (dal 2005, quando avevano toccato il secondo posto con “Burli”) si sono esibiti sotto falso nome. Per esempio, The Kaltz Mannis. Chi era Manfred “Manni” Kaltz? Un calciatore ovviamente, campione europeo e vice campione del Mondo nel 1982 con la Germania. Oppure The Dinozoffs, come il portiere della Juventus e della Nazionale che quel Mondiale mitico lo vinse. Insomma, davvero una band nel pallone

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