Waiting for Sanremo 2025: 10 artisti che non ricordavi avessero partecipato al festival (nei Big)

Il Festival di Sanremo 2025 è alle porte e noi iniziamo a scaldare l’atmosfera scavando nei solchi della memoria. Ecco dieci artisti che hanno preso parte al Festival di Sanremo nella categoria principale (escludendo quindi le nuove Proposte e partendo dall’anno di istituzione della divisione in categorie, 1984) ma che pochi ricordano. Apparizioni fugaci o semplicemente tappe di una carriera molto più larga. E non sempre con brani di livello.
Alberto Camerini (1984, La Bottega del Caffè)
L’arlecchino della musica elettronica italiana veniva da due anni di bei successi, le celebri “Tanz Bambolina” (1982) e “Rock’n roll robot” (1981) e un album straordinario, pieno di suoni innovativi per l’Italia, Rockmantico, inserito da Rolling Stone fra i 100 dischi italiani più belli di sempre. Ma nel 1984 la sua stella è già offuscata e così passa da Sanremo in una delle edizioni più belle di sempre, con gente come Garbo, il Gruppo Italiano, Mario Castelnuovo sl suo culmine l’Enrico Ruggeri di Nuovo Swing. “La bottega del caffè” non è esattamente uno dei suoi pezzi migliori – e fra l’altro esce solo in singolo- lui chiude sedicesimo. Comincerà qui, purtroppo, un lento e immeritato declino.
Banco del Mutuo Soccorso (Grande Joe 1985)
Gli alfieri del prog rock italiano a Sanremo, chi l’avrebbe mai detto. E invece, eccoli qua, quelli di “Moby Dick” che dopo due anni di silenzio riappaiono sulle scene passando dalla Riviera. Un passaggio che nobilita un’edizione così così dal punto di vista del cast. In gara per l’occasione solo come Banco, chiudono quindicesimi e la canzone non sarà inclusa nell’album che esce l’autunno di quell’anno: sarà solo la bonus track della ristampa del 2007.
Renato Carosone (1989- ‘na canzuncella doce doce)
Classe 1920, il maestro Carosone, dopo una vita dedicata al jazz e allo swing, alla veneranda età di 69 anni si toglie lo sfizio della sua prima e unica partecipazione in gara. Per l’occasione si affida a Claudio Mattone, autore dei successi di Arbore ma anche di grrandi hit del passato come “Ma che freddo fa” di Nada e Nicola Di Bari, “Il cuore è uno zingaro” sempre del crooner pugliese (vincitrice del Sanremo 1971). Arriva quattordicesimo. Ma non ne fa un cruccio.
Roberto Murolo (1993, L’Italia è bbella)
Nel 1993 Roberto Murolo ha 83 anni ed è il più anziano debuttante a Sanremo, record che ovviamente resiste tuttora. E dopo una vita passata a portare in giro per il Mondo il folk napoletano, sceglie di farlo portando in gara un testo durissimo sull’immigrazione e sulla grande delusione di coloro che arrivano da noi dall’Africa pensando di cambiare vita e invece si ritrovano soli e in difficoltà. Scritto da Carlo Faiello della Nuova Compagnia di Canto Popolare – che peraltro è sul palco, non accreditato – l’Ariston non gli concede i giusti onori, relegandolo al dodicesimo posto.
Sabina Guzzanti (1995, Troppo sole)
Nel 1995 Sabina Guzzanti è la comica del momento, lanciata dalla dissacrante ironia de La tv delle Ragazze. Sul tavolo del direttore artistico Pippo Baudo arriva “Troppo sole”, inno ambientalista scritto dal marito Davide Riondino, cantautore fra i più brillanti che incredibilmente non avrà altri passaggi al Festival. Il conduttore siciliano scommette sulla proposta e la Guzzanti si presenta con un coro denominato La Riserva Indiana del quale fanno parte oltre a Riondino, personaggi riferibili a vario titolo al mondo della sinistra, compresi Antonio Ricci, Nichi Vendola, Mario Capanna e persino il funzionario di RaiTre Bruno Voglino. Diciottesimo posto
Jenny B (2001, Anche tu)
Jenny B prende parte a due Sanremo, uno solo fra i big, appunto questo, al quale accede da campionessa in carica dei Giovani dell’anno prima (tradizione che poi si è persa nel tempo). Le due partecipazioni sono l’apice di una carriera da vocalist e corista spesso dietro le quinte (per esempio è sua la voce di Corona nelle sue hit internazionali, su tutte “The rhythm of the night”) ma con qualche feat di rilievo (è lei la voce femminile di “Dammi solo un minuto” dei Gemelli Diversi). Il pezzo, scritto da Golzi e Cassano dei Matia Bazar arriva sesto
Filippa Giordano (2002, Amarti si)
Cantante con impostazione lirica e interprete di un crossover di ottima fattura, Filppa Giordano nel 2002 partecipa al suo unico Sanremo fra i Big dopo avervi preso parte nei Giovani tre anni prima. In quella edizione va in scena la sfida col tenore Alessandro Safina che lei vince (settima) con un brano firmato da Lucio Quarantotto, autore di “Con te partirò”. Dopo Sanremo gira il Mondo (l’album vende benissimo in Giappone) e rompe con la Sugar. Oggi ha cittadinanza messicana e lavora soprattutto all’estero.
Linda Valori (2004, Aria sole terra e mare)
Nata a San Benedetto del Tronto da madre rumena, il suo unico Sanremo coincide con l’edizione senza major (tranne la Universal) per una clamorosa protesta delle case discografiche per motivi sostanzialmente economici. Tocca al direttore artistico Tony Renis imbastire un festival che abbia appeal e ci riesce. La cantautrice marchigiana, praticamente esordiente, colpisce per la sua voce scura e strappa un terzo posto che le vale qualche anno di mainstream, la partecipazione a Music Farm e la vittoria al concorso Cerbul de Aur, il contest internazionale che si svolge a Brasov, in Romania. Poi si allontana gradualmente dal mainstream
Mario Lavezzi (2009, Biancaneve)
Il pubblico italiano resta sorpreso all’annuncio della partecipazione in gara a Sanremo 2009 di Mario Lavezzi. Perchè il compositore milanese, classe 1948, è appunto noto soprattutto come autore: suoi alcuni dei progetti musicali più celebri nei 30 anni precedenti e ancora più celebre il sodalizio autoriale con Mogol, col quale ha firmato brani per tantissimi artisti. Superata la soglia dei 40 anni di carriera accetta la sfida e si mette in gioco insieme ad Alexia, con un brano di ottimo appeal radiofonico scritto proprio insieme a Mogol. Sarà finalista.
La Crus (2011, Io confesso)
Il colpo di scena del cast di Sanremo 2011 è l’annuncio in gara di una band sciolta da ben tre anni, quella dei La Crus. Premiati esponenti del rock alternativo italiano, Mauro Ermanno Giovanardi e i suoi sodali da tempo avevano infatti intrapreso carriere soliste. Ma accettano l’offerta di Gianni Morandi e Gianmarco Mazzi: insieme di nuovo, ma solo per Sanremo. “Io confesso” è un pezzo di gran classe, un congedo dalla scene di livello altissimo – partecipa non accreditata la soprano Susanna Rigacci – che il pubblico premia col sesto posto. Tuttora sciolti, tornano a suonare insieme solo per una serie di concerti