Il Sanremo “per le famiglie” e le sfide da vincere di Conti
Otto esordienti fra i Campioni, tre vincitori passati (due da interpreti e uno come autore), 28 canzoni. Quello che parte oggi è un Sanremo pensato “per riuniore le famiglie”. Carlo Conti lo ha detto ieri in conferenza stampa e l’uso del plurale non è un caso. Stasera vedremo salire sul palco la famiglia Anania, di Catanzaro, con 16 figli, ma lungo il tragitto del festival ci sarà modo di parlare anche di omosessualità, con la canzone di Mauro Coruzzi e Grazia Di Michele. Non sarà così con Conchita Wurst, che invece canterà e basta, con buona pace dei facili detrattori. Sanremo è il programma per famiglie per eccellenza, forse è per questo che il cast mai come quest’anno sarà “baudiano”, con dentro un po’ di tutto.
Rispetto alle rassegne degli anni 90, quelle del Pippo Nazionale, c’è il più il rap che ha preso il largo negli ultimi anni, ma per il resto il format è uguale: tanti artisti mainstream, qualche ritorno eccellente, alcuni personaggi solo paralleli al mondo della musica, nessun vero big italiano in concorso, intendendo per tali artisti chiaramente best selling nel mercato italiano, visto che Lara Fabian e Il Volo (25 milioni di dischi in due) hanno venduto quasi esclusivamente (se non del tutto, nel caso della belga) fuori dai confini italiani.
Ci aspettano cinque serate lunghissime, tutte oltre la mezzanotte, in ossequio agli sponsor e la sfida vera è quella col pubblico, che l’anno scorso bocciò la replica del Sanremo di Fazio penalizzando la RAI anche sul fronte pubblicitario. Carlo Conti però di sfide ne ha messe in piedi più di una ed ha tutta l’intenzione di fare l’en plein di vittorie. Per esempio, la sfida di portare i giovani ad inizio serata: da domani, quando partirà la gara delle Nuove Proposte, gli artisti apriranno lo show invece che cantare a notte fonda: una bella passerella per loro, sperando che sia premiata anche dall’Auditel.
Già, l’Auditel. Se Conti vincerà la sfida in fondo, avrà riportato la rassegna sui binari che le competono, ma se fallirà, non avrà scusanti, perché sulle altre reti non c’è contro programmazione. Non ci sono “Le Iene”, ma nemmeno “Le invasioni barbariche” e persino “C’è posta per te” salta un turno, mentre “A un passo dal cielo” è andato in onda ieri. E non c’è nemmeno il calcio, perché gli Ottavi di Champions partono la prossima settimana. Mai come stavolta, basta davvero tirare in porta per fare gol.
“Rimettere al centro la musica”. L’idea attorno al quale ruota il Sanremo di Carlo Conti in fondo è tutta qui e se i superospiti (sopratutto quelli stranieri, perchè di quelli italiani che vengono a promuoversi senza mettersi in gioco se ne potrebbe fare a meno) serviranno a far conoscere progetti internazionali famosi in tutto il mondo ma non qui (è il caso di Ed Sheeran, che in Italia non ha venduto come nel resto d’Europa, ma anche di molti altri), la differenza la faranno sopratutto le canzoni in gara, perchè Sanremo è Sanremo, e in fondo resta sempre una gara musicale.
Ha promesso “canzoni da cantare”, Carlo Conti. E questa è l’altra sfida: provare a far durare i ritornelli del Festival più tempo rispetto ai due mesi canonici dopo i quali solitamente finiscono, con poche eccezioni, nel dimenticatoio. Canzoni da cantare vuol dire anche “canzoni che si vendono”, il conduttore fiorentino lo sa bene. E se Sanremo riuscirà a portare in posizioni di classifica significative più dei soliti 2-3 brani, vorrà dire che la tanto criticata commissione avrà fatto un buon lavoro.
Emma e Arisa saranno sul palco a condurre insieme a Conti e Rocio Munoz Moralez: per la prima volta la vincitrice uscente è sul palco a condurre, per la prima volta insieme ad un’altra ex vincitrice, peraltro rappresentante eurovisiva italiana nel 2014. Prima di loro c’erano state Nilla Pizzi, Johnny Dorelli e Anna Oxa, ormai ventuno anni fa. E per la prima volta, ci sarà un doppio passagio di consegne al prossimo vincitore di Sanremo e al prossimo rappresentante eurovisivo italiano (coincidano o meno).
L’ultima sfida è quella eurovisiva, perché mai come quest’anno l’Eurovision Song Contest è parte integrante del Festival di Sanremo. Sul nostro sito partner Eurofestival News se ne parla in maniera dettagliata. A proposito, su questo fronte, Conti la sfida l’ha già vinta: è stato l’unico, in conferenza stampa, a pronunciare correttamente il nome della rassegna europea, sbagliato (per due volte nella stessa domanda) persino da chi ha fatto parte in tempi recenti della giuria italiana. Ecco, in prospettiva, su questo c’è ancora da lavorare, ma intanto, l’importante, è che se ne parli.