Sanremo 2017, seconda serata: ai ripescaggi i due duetti e Bianca Atzei. Le pagelle

Il primo problema tecnico di Sanremo 2017 arriva nella serata che si appena conclusa: per un errore di calcolo, mancano 12 voti della sala stampa nella gara dei Giovani. Per fortuna dell’organizzazione sono ininfluenti, perchè Marianne Mirage, terza classificata, anche ricevendoli tutti non riuscirebbe ad agganciare il secondo posto. L’eliminazione dei due pezzi migliori fra i giovani farà parecchio discutere e sarà interessante anche qui vedere i risultati delle votazioni domenica. Certamente, l’uscita della pupilla della Caselli, quella col pezzo più radiofriendly in una edizione che ha la diciannovenne Alice Paba (15 anni meno di Guasti) nei Campioni, dimostra che c’è qualcosa che non funziona nella suddivisione delle categorie.

La gara dei Campioni fa scoprire un Michele Bravi capace di convincere anche gli scettici e coloro che ne avevano perso le tracce, delusione Sergio Sylvestre, a disagio in italiano e a cui è stato consegnato un pezzo non semplice che non è abbastanza soul e non è abbastanza pop. Ai ripescaggi Nesli e Alice Paba, Raige e Giulia Luzi,  Bianca Atzei.

PAGELLE NUOVE PROPOSTE SECONDA SERATA

Marianne MirageLe canzoni fanno male: Il pezzo cresce ad ogni ascolto. Fresco, radiofonico, ben cantato.  Francesco Bianconi ha regalato all’unica portacolori della Sugar una probabilissima hit radiofonica, che per una Nuova Proposta è raro. Eliminazione inspiegabile, davvero Ritmo, per cominciare. VOTO 8

Francesco GuastiUniverso: Come già detto in occasione delle selezioni, il pezzo scivola via senza lasciare la minima traccia e la sua voce è troppo simile a quella di Fausto Leali (evidentemente non per colpa sua, ma tant’è). Scivolosa. VOTO 6

Braschi – Nel mare ci sono i coccodrilli: Ritmo, allegria. Sicuramente una scelta interessante. Ma il derby fra artisti di Cesena confezionato clamorosamente in questa serata è vinto da Marianne Mirage. Però bravo, mette molta allegria. Eliminato. Lavorare sull’accento. VOTO 7

Leonardo La MacchiaCiò che resta: Pezzo di classe, molto sanremese, per il quale serve più di un ascolto, scritto insieme con Mauro Lusini, che firmò anche “Questo amore” dei Ricchi   e Poveri (Eurovision 1978). Lui sta sul palco benissimo, nonostante la giovane età. Coraggioso. VOTO 7.5

PAGELLE CAMPIONI SECONDA SERATA

Bianca Atzei Ora esisti solo tu: Bianca Atzei che canta (male, come sempre) uno scarto del peggior Kekko dei Modà, che già il migliore è quello che è. Presenza inspiegabile. VOTO 4

Marco Masini Spostato di un secondo: Non è il Masini dei tempi migliori, paradossalmente è più vicino a quello degli esordi, ma la sua interpretazione ferma e matura valorizza un brano a cui manca quella marcia in più. Però ha un bel feeling con Sanremo e dunque non si sa mai. Interlocutorio. VOTO 6

Nesli e Alice PabaDo retta a te: Tutto un pò slegato. Le voci, la costruzione della canzone che sembra fatta di parte collegate male, il pezzo in genere. Trito e ritrito, senza alcun picco di orginalità. Si ascolta, è gradevole, potrebbe anche funzionare in radio. Ma poco più. Compitino svolto male. VOTO 5

Sergio SylvestreCon te: Il fatto è che da uno come lui, con il suo potenziale, ti aspetti tanto. Invece sul testo di Giorgia è appiccicato un finto soul insipido, che non decolla. In più lui è in palese difficoltà, forse per l’emozione, prende anche  un paio di stecche. Occasione sprecata, peccato. VOTO 5

Gigi D’Alessio La prima stella: Difficile anche giudicare un pezzo così. Gigi D’Alessio è sempre lo stesso dai tempi di “Tu che ne sai”, ma è il male minore. Il tema della mamma l’hanno trattato in tanti, più o meno con leggerezza. Gigi D’Alessio che canta un pezzo alla Gigi D’Alessio dedicato alla mamma.Morta. SENZA VOTO.

Michele BraviIl diario degli errori: Mengoni ha fatto scuola. Lui sale sul palco sicuro, per niente intimorito dall’emozione e canta una ballata orecchiabile e radiofonica senza strafare ma anche senza sbagliare niente. Quattro anni lontano dal mainstream sono serviti per crescere.  Il portacolori della mia regione non delude. E sono contento il doppio. Rivelazione. VOTO 8

Paola Turci Fatti bella per te: Un ritorno in grande stile, per un’artista che è come il vino: più va avanti con gli anni e più migliora, non solo musicalmente. Moderna, radiofonica, con un testo importante, cantata senza la minima incertezza. Ricorda il Nek del 2015 e non a caso fra gli autori c’è Luca Chiaravalli, che ha firmato anche il suo pezzo e quello campione uscente degli Stadio. Scalata al vertice. VOTO 9.

Francesco Gabbani Occidentali’s Karma: Ripetersi è difficile e infatti il pezzo di  Gabbani è bello, fa muovere dalla sedia e lo canticchieremo a lungo, ma non vale quello dell’anno scorso. Il maglione arancione, invece vince tutto.  Staging superlativo. Dissacratorio. VOTO 7

Michele Zarrillo – Mani nelle mani: Michele Zarrillo è uno di quelli che fa “genere” da solo, nel senso che le sue cose sono sempre chiaramente ben riconoscibili. Sai cosa ti aspetti ascoltando Zarrillo e dopo anni di assenza lo si ritrova assai ben conservato, anche vocalmente, nonostante qualche recente problema. La canzone è chiaramente da Sanremo 1995, senza sorprese ma assolutamente ben fatta. C’è modo e modo di svolgere i compiti, lui sa come si fa. Conferma. VOTO 8

Chiara Nessun posto è casa mia: Sembra Arisa, ma è Chiara. Ferma, precisa, intonata.La sua voce è melodiosa come poche. Esce un’anima melodica, pezzo bello, poco immediato, crescerà col tempo. Il suo talento meriterebbe cose migliori. Rischiatutto. VOTO 7.5

Raige e Giulia Luzi – Togliamoci la voglia: Un mix fra elettropop e rap non perfettamente amalgamati fra loro. Ritmo, ma anche tanta confusione, oltre ad un testo da film erotico. Caos organizzato (così così). VOTO 6

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