Sanremo 2019, il festival dei ritornelli: i brani che risentiremo e canteremo ancora
Sanremo non è Sanremo se la canzone non si canta, se non resta nelle orecchie. Da sempre il Festival della canzone italiana è il tempo della canzone facile, Del resto, molti dei brani non sopravvivono alle classifiche e alle radio poco più di due mesi e quindi la strada migliore per ottenere un effetto immediato è appunto quello di far si che la gente che vota – e che poi in teoria dovrebbe comprare i dischi – tenga a mente il ritornello. La ‘prova fischietto’ non lascia scampo ed è un segnale chiaro di cosa sentiremo di questo festival nelle radio anche a distanza di tempo. Gli Zen Circus, che hanno voluto sfidare questa liturgia, proponendo un pezzo privo di ritornello, finiranno probabilmente schiacciati in questo meccanismo e se stasera la stampa non li rialza, sono destinati a vedere la loro qualità sgomitare nelle retrovie.
Dopo quasi due giri, possiamo – a sorpresa – proclamare vincitrice della ‘prova fischietto’ “Senza farlo apposta” di Federica Carta e Shade, che sarà anche un brano per ragazzine (ed in effetti lo è assolutamente), ma è quello col ritornello più immediato. “Trottolino amoroso” dei tempi moderni, il pezzo ha tutto per far breccia, compresa il rapper dalla faccia pulita e della cantante della porta accanto, che non a caso sono anche due volti di RaiGulp, la tv per ragazzi del servizio pubblico. Il brano sta andando anche molto bene su Spotify.
Subito dietro, senza’altro, un altro pezzo che come quello di Carta& Shade, non vedremo lottare per le prime posizioni, ma che le radio stanno già passando moltissimo., ovvero “Per un milione” dei Boomdabash, dedicato all’attesa per un figlio in arrivo.”Ti aspetto come il gol che sblocca la partita” e un testo completamente in rima su una melodia che mescola il pop al reggae. Ma del resto il gruppo salentino sa bene come far ballare il suo pubblico. E questa partecipazione probabilmente li consacrerà definitivamente al grande pubblico.
Chi pur restando fedele negli anni alla liturgia del rock non ha mai fatto mancare una concessione al ritornello da cantare è Loredana Bertè e in questo senso “Cosa ti aspetti da me”, musicata da Gaetano Curreri su testo di Piero Romitelli e Gerardo Pulli non fa eccezione: il brano è destinato a restare e chissà che la durata non si prolunghi fino a Maggio, magari fino a Tel Aviv… Il ritornello incalzante aiuta anche la crescita di “Soldi” di Mahmood, forse il brano più contemporaneo in concorso, ma non proprio di immediata fruizioni. I primi dati comunque lo danno ai vertici dei passaggi radiofonici e questo potrebbe aiutarlo anche nella corsa al Festival, sin qui parecchio in salita.
Poi ci sono Irama e Ultimo. Non proprio canzoni sanremesi classiche, ma senz’altro pienamente inserito in un mainstream che ha cambiato anche i canoni della canzone pop. “La ragazza col cuore di latta” del cantautore monzese, si giocherà probabilmente il ruolo di re dei passaggi radio insieme a Nek, anche se non vanno sottovalutate le melodie ‘Fabriziomoreggianti’ de “I tuoi particolari” di Ultimo, il più sanremese fra i pezzi dei nuovi nomi. Tre brani aiutati da una melodia complessiva molto radiofonica pur in assenza di veri e propri ritornelli trascinanti.
La vera sorpresa potrebbe essere un nome sin qui completamente ignorato dalle radio ovvero Achille Lauro, la cui “Rolls Royce” (ma il riferimento è forse ad una droga, non ad una macchina) cresce ascolto dopo ascolto e crea quella sensazione di allegria scacciapensieri che induce a battere il tempo con i piedi. E alla fine si fischietta che è un piacere. Al pari dell’effetto Raffaella Carrà di Arisa e della sua “Mi sento bene” che fa tanto Anni 80. Unica pecca: la protagonista del video (Arisa stessa) in versione cartoon l’avevamo già vista con Carl Brave. Pazienza.