Eurovision 2021: “Si farà, ad ogni costo”. Dubbi sulla versione Junior 2020 in Polonia
L’Eurovision Song Contest 2021 si farà, ad ogni costo. Nadja Burkhardt, supervisore esecutivo dell’evento ha confermato in una intervista a RTS, l’emittente di lingua francese della Svizzera che gli eventuali sviluppi della pandemia non fermeranno di nuovo l’evento. Rotterdam dunque si prepara ad ospitare l’evento. In quale versione, lo diranno gli sviluppi della pandemia in corso. Certo è che l’EBU insieme alla tv olandese stanno lavorando su più scenari diversi, per conciliare la necessità di mettere insieme le regole di prevenzione sanitaria e la creatività che guida uno spettacolo come l’Eurovision:
Stiamo lavorando insieme ad associazioni, in particolare quelle sportive e con alcuni nostri membri come per esempio la BBC, per sapere come essi stanno fronteggiando questa situazione e pianificando gli eventi e quali sono gli elementi che non abbiamo ancora tenuto in considerazione
Ovviamente ci sono di mezzo le restrizioni, tuttora vigenti, di spostamento in entrata ed in uscita in alcuni Paesi e che possono cambiare in qualunque momento: è con questa prospettiva che si sta lavorando in vista della nuova edizione. Spiega Burkhardt:
ttualmente la previsione è di due scenari, uno normale senza restrizioni ed uno nelle quali invece possano essercene. Questo secondo scenario comprende dei sotto-scenari: per esempio bisogna tenere conto non solo della legislazione del Paese che ci accoglie ma anche di quelle di tutti gli altri Paesi. La nostra maggiore sfida adesso è essere in grado di passare da uno scenario all’altro anche all’ultimo momento. Stiamo lavorando per questo.
Non è previsto, almeno per ora, lo scenario catastrofico di un concorso on line: “Prenderlo in considerazione sin da ora sarebbe come incamminarsi su una strada sbagliata, perchè sarebbe uno scenario disastroso. Cercheremo davvero di fare di tutto perché la competizione possa svolgersi in loco“, dice la manager.
DUBBI SULLO JUNIOR EUROVISION. Meno chiara la situazione sul fronte dello Junior Eurovision Song Contest 2020, programmato per il 29 novembre a Varsavia, in Polonia, probabilmente all’interno di uno studio televisivo, così da evitare al massimo i rischi.
Ma la situazione sanitaria in Polonia, a tre mesi dall’evento, è tutt’altro che tranquilla ed anzi, il Coronavirus sta avendo un picco proprio in quelle zone con oltre 60.000 casi e 2.000 morti. Una manifestazione con dei bambini, col serio rischio di quarantene immediatamente dopo, ma soprattutto con l’alto rischio di contrarre l’infezione, è difficilmente pensabile. Ma per adesso la EBU conferma. Intanto però. a fronte del debutto della Germania, già quattro paesi (Irlanda, Macedonia del Nord, Galles e Australia) hanno dato forfait a causa delle restrizioni di movimento dovute alla pandemia, nei rispettivi paesi o verso la Polonia.