“Husavik”: la colonna sonora del film su Eurovision non vince l’Oscar ma segna un record. Tutti i precedenti
La vittoria della statuetta non è arrivata ma per “Husavik (My home town)”, brano portante della colonna sonora del (brutto) film dedicato all’Eurovision dal titolo “Eurovision Song Contest: la storia dei Fire Saga“, c’è comunque l’ingresso nella storia. La nomination agli Oscar è la prima in assoluto per un brano in qualche modo correlato alla rassegna, anche se ufficialmente esterno ad essa. Molly Sanden, cantante svedese con una buona carriera senza picchi, si è presa una passerella importante.
E con lei – accreditata come My Marianne, ovvero il suo secondo nome – anche la piccola città islandese che dà il nome al brano e dalla quale nella finzione del film arriva il duo Fire Saga: sta avendo una ricaduta turistica come mai prima ed il sindaco della città ha anche deciso di far ricostruire il bosco degli elfi, che nel film è associato ad Husavik ma le cui scene sono state girate in realtà in Scozia. E persino un bar ha preso il nome di “Jaja Ding Dong”, un’altra delle canzoni iconiche del film.
Ma il brano non è il primo dell’Eurovision ad aver ottenuto importanti riconoscimenti. Ecco i precedenti:
Ooh aah just a little bit – Gina G (Regno Unito 1996)
Oltre 800.000 copie vendute, disco di platino nel Regno Unito, la canzone segna il debutto dell’australiana Gina G, vincitrice della selezione britannica e benchè atterri soltanto all’ottavo posto sul palco di Oslo, viene nominata al Grammy Award per la miglior produzione dance, ben due anni dopo e dopo aver fatto anche il giro del mondo, Stati Uniti compresi.
Nel blu dipinto di blu – Domenico Modugno (Italia 1958)
Il Grammy, il primo della storia, lo aveva vinto nel 1958 Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu”, terza sul palco olandese di Hilversum: vende – dati ufficiosi, vista l’epoca – 800.000 copie solo in Italia e 22 milioni nel mondo, diventando dopo l’Eurovision un successo planetario.
Nocturne- Secret Garden (Norvegia 1995)
Costruito con una sola strofa di 24 parole in testa ed in coda per ottemperare al divieto di presentare brani interamente strumentali, la composizione del duo norvegese vince l’edizione di Dublino e diventa una hit internazionale: 101 settimane consecutive nella classifica mondiale Billboard delle produzioni New Age, un record quasi assoluto per qualunque canzone di qualunque genere.
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