Su Raiplay (e Rai 4), l’Italian Eurovision party: omaggio degli artisti in gara al nostro paese

Un passo avanti e due indietro. Purtroppo, va detto. Sul fronte Eurovision c’è ancora molto da lavorare da noi e nonostante l’immane sforzo degli autori (su tutti Eddy Anselmi, vice capodelegazione e quest’anno autore dei testi sia per le semifinali che per la finale), non si riesce ancora a prendere sul serio l’evento. Prova ne è l’affidare il commento della finale a Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi, sicuramente un downgrade rispetto a Federico Russo, ma soprattutto, quello delle semifinali a Saverio Raimondo, già protagonista nel 2018 del peggior commento di sempre con battute infime, sino ad arrivare all’incidente diplomatico con San Marino in diretta.

L’ottima idea

Raimondo, insieme con Ema Stokholma, che è l’altra voce delle semifinali (e dovrebbe commentare anche la finale su Radio 2), è protagonista anche dell’Italian Eurovision Party, una buona idea che è stata realizzata dalla Rai che è disponibile per intero su Raiplay e che sarà proposta in sintesi in testa alle due semifinali. Si tratta di brevi clip con 21 dei partecipanti, nei quali oltre ad un pezzo del loro brano, li si ascolta raccontare il loro rapporto con l’Italia ed omaggiarla cantando una canzone italiana.

E’un ottima idea, lo diciamo subito. Mette insieme l’idea di riunire gli artisti in un party pre-eurovisivo virtuale (gli artisti sono soli 21, ma del resto anche negli eventi spagnolo e croato non erano tutti) e riprende un concetto che era stato fatto in occasione di Roma 1991, ovvero quello di far cantare qualcosa nella nostra lingua.

Un plauso va sicuramente al tentativo di alcuni degli artisti di cantare in italiano, lingua sicuramente ostica. I risultati sono generalmente buoni, anche se confermano ancora una volta come siamo ben lontani dall’esportare la nostra musica all’estero. Al di là di chi ha scelto di cantare una cover eurovisiva italiana, la nostra musica per gli stranieri si conferma quella dei big (su tutti Laura Pausini) e degli artisti del passato (Efendi canta “Azzurro” di Adriano Celentano”, Rafal sceglie “Che sarà” di Josè Feliciano ed i Ricchi e Poveri, Barbara Pravi “Parole” di Mina ed Alberto Lupo, ma nella versione francese di Dalida ed Alain Delon).

E c’è anche chi ha fatto scelte originali, come Jendrik che ha riscritto in tedesco “Aprite le finestre” di Tonina Torrielli, prima canzone eurovisiva italiana (1956) o James Newman che proposto “Piece of my heart”, dei Meduza, il trio milanese che ha riportato l’EDM italiano in cima alle classifiche mondiali (nomination al Grammy, 1 disco di diamante,  15 di platino e oltre 10 milioni fra copie vendute e streaming).

VEDI QUI L’ITALIAN EUROVION PARTY

Il solito Saverio Raimondo…

Tutto bene dunque? Non proprio. A rovinare una idea molto ben realizzata ci sono stati i commenti fuori luogo e le battute da avanspettacolo di bassa lega di Saverio Raimondo, che nonostante dovesse soltanto leggere il testo preparato – a proposito, sembra proprio di sentire che è stata utilizzata anche la nostra guida… – è andato come al solito fuori dai binari.

Battute come “L’Australia è stata invitata perchè l’Eurovision fa molto ascolto fra gli aborigeni“, o addirittura: “La canzone parla del lockdown…. che Benny Cristo ha trascorso da single, quindi sui siti porno” lasciano capire a cosa andranno incontro i telespettatori italiani nel commento della semifinali. Per non parlare de “GLI Eurovision“: non assistevamo alla moltiplicazione dell’evento dal  2011, anno del nostro ritorno in concorso…

Insomma, che dire. E’ bellissimo vedere come ogni anno si faccia un passo avanti: dal Techetechetè dello scorso anno a questa bellissima iniziativa, ma sarebbe ora di cominciare a prendere sul serio il concorso. sul fronte del commento. L’unico che si poteva permettere, dall’alto del suo dichiarato amore per la rassegna, di scherzarci sopra era Terry Wogan. E sapeva farlo in maniera intelligente.

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