
Il Castello Svevo di Bari ha fatto da cornice a una tappa del Nature Tour di Erica Mou, tour indoor della cantautrice pugliese nel quale ha avuto modo di esibirsi nei brani estratti dal suo ultimo album (qui la videointervista, in cui ci ha raccontato il suo album Nature) e alcuni tra i suoi successi più grandi.
Si parte con Fuori dal letargo, suonata per chitarra, voce, violoncello, batteria e loop station. È la prima traccia dell’album, quindi apertura perfetta per il concerto.
“Tutti gli esseri viventi si muovono sempre e solo in avanti“, è la frase recitata dalla cantautrice pugliese, quindi via con Lo zaino sul treno, primo singolo estratto dall’album.
Cinema è il terzo brano. Il pianoforte accompagna la voce dell’artista pugliese, per poi lasciare spazio alla batteria nel bridge, ed è un mix di emozioni fortissime.
“Questo brano l’ho scritto in Inghilterra dopo una serata in discoteca“. Via con Animals, brano cantato in inglese e italiano. Tutto il pubblico batte le mani a ritmo.
Un riff di chitarra, iconico, introduce un brano che originariamente è cantato in duetto con Zibba. Erodere è il quinto brano eseguito, e ad accompagnare Erica Mou è Molla, straordinario polistrumentista che nel corso del concerto ha suonato batteria, basso, tastiere e ha pure cantato i cori.
Il momento delicatezza non finisce qui: Azzurro, cover del brano scritto da Paolo Conte e cantato originariamente da Adriano Celentano, è una delle piacevoli sorprese di questo concerto, eseguita in maniera quasi sognante.
“Mio nonno aveva una barca, si chiamava libertà“. È la lettura tratta dal libro Nel mare c’è la sete, scritto dalla stessa Erica Mou e pubblicato nel 2020, che introduce Dove cadono i fulmini. Ancora una volta tutti cantano in coro.
“La strega cattiva concede le gambe alla sirenetta in cambio della sua voce“. E a lei, che ha sempre amato cantare, non è mai sembrato uno scambio equo. È così che l’artista introduce Sono una donna non sono una santa, cover del brano originariamente cantato da Rosanna Fratello.
Arriva dunque il momento di Svuoto i cassetti, e tutti cantano in coro esortati dalla stessa artista. Incredibile vedere un pubblico così unito, dopo mesi terribili, tornare a cantare a gran voce a un concerto.
Ancora un passo indietro, torniamo sul palco di Sanremo 2012: Nella vasca da bagno del tempo è il brano che ha permesso a mezza Italia di conoscere Erica Mou, e ancora una volta tutti cantano in coro .
È il momento di muoversi un po’. Giungla è il pezzo perfetto, e tutti quanti da seduti ondeggiano a tempo.
“La prossima canzone l’ho scritta maneggiando una lingua che non è la mia, l’inglese“. È la frase con cui l’artista presenta Two left feet.
Prosegue il percorso nelle altre lingue, con un altro brano in inglese: A ring in the forest è il tredicesimo brano in scaletta.
Spazio dunque a Neinde, brano in dialetto biscegliese, scritto per lo spettacolo Un’ultima cosa, di Concita De Gregorio, la cui parte musicale è curata proprio da Erica Mou.
Tecnicamente sarebbe la fine del concerto, per questo l’artista gioca con il pubblico anticipando che ci sarà un bis.
I ringraziamenti a Giuseppe Saponari, Molla e Flavia Massimo, che hanno accompagnato Erica Mou lungo tutto il concerto, precedono Sul Ponte.
Il momento dei bis è un viaggio indietro nel tempo. 15 anni fa, quando tutto è cominciato. Oltre è il brano che ha dato il la alla carriera della cantautrice.
Ci avviciniamo dunque alla conclusione: Erica Mou scende dal palco, chitarra in braccio, e passeggia tra il pubblico cantando Que sera sera, brano originariamente cantato da Doris Day e premio Oscar nel 1957 per la miglior canzone, regalando quello che probabilmente è il momento più dolce e commovente del concerto.
Arriva dunque la vera fine del concerto: Felicidade, versione italiana del brano di Marcelo Jeneci, bonus track dell’ultimo album. Decisamente la conclusione perfetta per un concerto che, proprio come accade ascoltando Nature, è stato un mix di emozioni fortissime. Un autentico viaggio attraverso le nature e gli stati d’animo umani, molto più di un semplice concerto, senza dubbio il modo migliore per ricominciare.