Eurofestival 2010: ecco “Sweet people” di Alyosha (Ucraina)

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Al terzo tentativo, ecco il brano buono. Per evitare sanzioni ulteriori, l’ Ucraina ci ha messo pochissimi giorni a scegliere un altro brano, quello che finalmente la rapprsetnerà al prossimo Eurofestival. A cantarlo, sarà sempre Alyosha e il titolo è “Sweet people”. Si tratta come detto del terzo brano, dopo che il primo, “I love you” di Vasyl Lazarovich, era stato defenestrato dal nuovo governo televisivo ed il secondo “To be free” si era scoperto non inedito.

Una nuova ballata, una delle tante di questa edizione. Lei è brava, certamente, ma dopo quello che ha combinato l’ Ucraina merita davvero l’esclusione al primo turno. E diremmo che forse è cosa possibile. Anche se sicuramente i voti dei paesi amici arriveranno. Di sicuro, la Ebu non è entusiasmata dall’idea di portare  eventualmente la rassegna in un paese dove si è appena insediato un governo non proprio democratico.

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6 risposte

  1. Eddy Anselmi ha detto:

    Ufficialmente la EBU non fa politica. Quando l’Ucraina vinse, nel 2004, il presidente era Leonid Kuchma e nulla lasciava presagire il cambiamento politico delle elezioni del novembre e della conseguente “rivoluzione arancione”.

    Una domanda simile fu rivolta al chairman dell’EBU a Helsinki nel 2007, quando la canzone bielorussa faceva parte del gruppetto delle favorite (arrivò sesta). La risposta fu diplomatica: la EBU non parla con i governi, ma con le televisioni nazionali, e una volta che loro rispondono alle direttive e alle linee guida dell’European Broadcasting Union, chiunque può ospitare l’Eurofestival. E in seguito, nominò esplicitamente il precedente della Spagna, che ospitò nel 1969, ancora in pieno franchismo.

    La Bielorussia, per inciso, ospiterà a novembre lo Junior Eurovision Song Contest.

    Quanto all’Ucraina, beh, Yanukovich in fondo ha vinto le elezioni, e l’anno scorso il carrozzone eurovisivo era in Russia, senza alcun tipo di problemi, anzi.

    Comunque, non credo che la questione se l’Ucraina possa vincere o no sia minimamente all’ordine del giorno. Quanto alla finale, la vedo anche io in bilico.

  2. Eddy Anselmi ha detto:

    Ufficialmente la EBU non fa politica. Quando l’Ucraina vinse, nel 2004, il presidente era Leonid Kuchma e nulla lasciava presagire il cambiamento politico delle elezioni del novembre e della conseguente “rivoluzione arancione”.

    Una domanda simile fu rivolta al chairman dell’EBU a Helsinki nel 2007, quando la canzone bielorussa faceva parte del gruppetto delle favorite (arrivò sesta). La risposta fu diplomatica: la EBU non parla con i governi, ma con le televisioni nazionali, e una volta che loro rispondono alle direttive e alle linee guida dell’European Broadcasting Union, chiunque può ospitare l’Eurofestival. E in seguito, nominò esplicitamente il precedente della Spagna, che ospitò nel 1969, ancora in pieno franchismo.

    La Bielorussia, per inciso, ospiterà a novembre lo Junior Eurovision Song Contest.

    Quanto all’Ucraina, beh, Yanukovich in fondo ha vinto le elezioni, e l’anno scorso il carrozzone eurovisivo era in Russia, senza alcun tipo di problemi, anzi.

    Comunque, non credo che la questione se l’Ucraina possa vincere o no sia minimamente all’ordine del giorno. Quanto alla finale, la vedo anche io in bilico.

  3. emanuele75 ha detto:

    Questo è vero, la Ebu non fa politica, però ci sono paesi che sono un pò più uguali di altri. L’anno socrso il carrozzone era in Russia, è vero anche questo, ma sappiamo bene quanti soldi mette la tv russa, quasi quanto ognuna della Big 4 dunque, come dire “Era dovere”. Va detto che ci sono paesi che nonostante le situazioni politiche, si comportanto più civilmente di altri. La Serbia, per esempio, ospito la cantante albanese in pieno conflitto del Kosovo e l’applaudì perfino. Quando nel 2004 si ndò in Turchia è vero che per la prima volta si scambiarono i voti con Cipro, ma è altrettanto vero che al momento dell’annuncio dei voti, Cipro era l’unico paese la cui cartina non fu indicata….
    Gli azeri spendono molto, per esempio. Ma ho timore a pensare cosa succederebbe con gli armeni con la Rassegna a Baku. Lo Jesc è una festa di bambini, per fortuna. Almeno con loro non si fa politica…

  4. emanuele75 ha detto:

    Questo è vero, la Ebu non fa politica, però ci sono paesi che sono un pò più uguali di altri. L’anno socrso il carrozzone era in Russia, è vero anche questo, ma sappiamo bene quanti soldi mette la tv russa, quasi quanto ognuna della Big 4 dunque, come dire “Era dovere”. Va detto che ci sono paesi che nonostante le situazioni politiche, si comportanto più civilmente di altri. La Serbia, per esempio, ospito la cantante albanese in pieno conflitto del Kosovo e l’applaudì perfino. Quando nel 2004 si ndò in Turchia è vero che per la prima volta si scambiarono i voti con Cipro, ma è altrettanto vero che al momento dell’annuncio dei voti, Cipro era l’unico paese la cui cartina non fu indicata….
    Gli azeri spendono molto, per esempio. Ma ho timore a pensare cosa succederebbe con gli armeni con la Rassegna a Baku. Lo Jesc è una festa di bambini, per fortuna. Almeno con loro non si fa politica…

  5. Eddy Anselmi ha detto:

    E infatti le cartine sono scomparse dall’edizione 2008. Nelle prove a circuito chiuso le cartine c’erano, ma quella della Serbia comprendeva anche il Kosovo che era appena stato riconosciuto come indipendente da più della metà delle nazioni in concorso. Diplomazia suggerì di rinunciare a tutte, per non creare un caso.

    Sempre a proposito di Istanbul 2008, il problema fu, per i presentatori turchi, pronunciare il nome di Cipro, che per i turchi è “Amministrazione Greca di Cipro Meridionale”. L’empasse fu risolto annunciando al pubblico turco nel telegiornale che le espressioni inglesi e francesi “Cyprus” e “Chipre” in turco non volevano dire “Cipro” ma “Amministrazione Greca di Cipro Meridionale”.

  6. Eddy Anselmi ha detto:

    E infatti le cartine sono scomparse dall’edizione 2008. Nelle prove a circuito chiuso le cartine c’erano, ma quella della Serbia comprendeva anche il Kosovo che era appena stato riconosciuto come indipendente da più della metà delle nazioni in concorso. Diplomazia suggerì di rinunciare a tutte, per non creare un caso.

    Sempre a proposito di Istanbul 2008, il problema fu, per i presentatori turchi, pronunciare il nome di Cipro, che per i turchi è “Amministrazione Greca di Cipro Meridionale”. L’empasse fu risolto annunciando al pubblico turco nel telegiornale che le espressioni inglesi e francesi “Cyprus” e “Chipre” in turco non volevano dire “Cipro” ma “Amministrazione Greca di Cipro Meridionale”.