X Factor 6, prima puntata, esce Nicola Aliotta
Fuori uno. Nicola Aliotta è il primo eliminato della edizione numero 6 di X Factor. Il 19enne romano reduce da Ti Lascio una canzone paga una esibizione piatta e anche il confronto al ballottaggio con una Yendry Fiorentino complessivamente più scarsa ma con meno esperienza e dunque con maggiori margini di crescita rispetto allo stile “accademico” di Aliotta.
Per tre scartati agli Home Visit ci sarà l’occasione di giocarsi ancora un posto nella rassegna: giovedì si esibiranno e il pubblico deciderà chi potrà rientrare in gara. Sono Gaya Misrachi, del resto battuta al ballottaggio interno (Donne 16-24), Alessandro Mahmoud (Uomini 16-24 anni), Up3Side (Gruppi Vocali), Michele Grandinetti (Over 25).
UOMINI 16-24
DANIELE COLETTA- Strange world (Kè): Un plauso alla Ventura per aver fatto riascoltare un brano di un artista quasi dimenticato. Un pezzo genuinamente pop che lui interpreta bene, mettendoci un po’ della maniera che caratterizza quelli come lui che a 20 anni hanno già fatto un altro talent e cantano dovunque, ma anche una ottima grinta. Sugli acuti ha rischiato di rimanere appeso, ma se l’è cavata, appunto, col mestiere. Una bella vocalità. VOTO 7.5
NICOLA ALIOTTA- “Io vivrò senza te” (Lucio Battisti) e “When I get you alone” (Robin Thickle): La somiglianza col grande Lucio è nell’aspetto, tanto che la ripresa in bianco e nero lo fa sembrare quasi il figlio segreto dell’artista di Poggio Bustone. L’esibizione è una roba normale e l’arrangiamento non lo aiuta, perché l’inizio è bassissimo e nella parte dove il pezzo originale cresce la sua versione invece resta piatta come una tavola. Paga anche un po’ dazio all’emozione, va al ballottaggio e sul suo cavallo di battaglia fa molto meglio ma va a casa. VOTO 5.5
DAVIDE MERLINI – A chi mi dice (Blue): L’aggiustatore di caldaie di Bassano del Grappa va come un treno sul pezzo scritto da Tiziano Ferro per i Blue. Voce potente, stile vintage (non a caso ai casting ha cantato Battisti e Ranieri). Non sbaglia niente, non stecca mai, emoziona anche un pò. Da risentire magari su qualcosa di meno tradizionale, ma intanto va bene così. VOTO 8
DONNE 16-24
CIXI – You’ve got the love (Florence + The Machine): Non sarà Florence Welch, ma un un pezzo complicato ne esce benissimo, senza sbavature. Nessun particolare picco ma non sbaglia niente ed era invece molto facile. L’attitudine a cantare tutto sviluppata su youtube l’aiuta molto. Tutto molto fresco, ottimo timbro vocale. VOTO 8
NICE – “L’ultima occasione” (Mina): Che avesse una grande voce lo si era sentito ai casting e il debutto su un pezzo di Mina, oltretutto come ultima ad esibirsi, è stato perfetto e senza emozione, senza alcun errore e con un perfetto utilizzo dell’intera estensione vocale. Aspettiamo di sentirla su pezzi leggeri e rock, che sono il suo pane, ma intanto è la migliore della serata insieme con Chiara Galiazzo. VOTO 9
YENDRY FIORENTINO – “Per sempre” (Nina Zilli) e “Blue Jeans” (Lana del Rey): Occasione sprecata. D’accordo, il confronto con Nina Zilli è perso in partenza, ma aveva comunque l’occasione di mettersi in luce su un pezzo che se cantato al meglio lo consentiva. Invece parte male, è complessivamente piatta, non decolla quando dovrebbe farlo, chiude tirando via. Vocalmente valida, ma nettamente più scarsa rispetto ai casting. Se andrà avanti è l’artista perfetta per le ballad italian style. Per ora, bocciata. Va al ballottaggio, dove fa molto meglio. Si salva, ma se non cresce sarà dura. VOTO 5
OVER 25
ICS – “Sex Machine” (James Brown): Come previsto, le cose migliori di un artista del genere hip hop sono le “variazioni” sul tema. Il resto, per adesso, è da cantante medio. Bravo è bravo, ma quanto reggerà il pubblico a questa situazione inedita per il talent? E soprattutto: saprà cavarsela in futuro su cose meno ritmate? VOTO: 6.5
ROMINA FALCONI – “Duel” (Propaganda): Per esperienza e capacità vocali partiva due spanne sopra tutti, per capacità di emozionare era due gradini sotto. Le cambiano il look e il sound mettendola a confronto, lei che è una formatasi a suon di ballad, con l’elettropop new wave dei tedeschi Propaganda e una pietra miliare degli anni 80. Per dimostrare che può cantare di tutto. Missione compiuta. E in più si muove sul palco come una veterana, ma anche questo vista la carriera, è ovvio. C’è ancora da lavorare sul calore, ma intanto è andata. VOTO 7.5
CHIARA GALLIAZZO – “Purple rain” (Prince): Morgan ha pescato l’asso di briscola. Voce cristallina ottimamente modulata e controllata, nessuna stecca. Forse il brano non le calza al massimo ma lei comunque lo interpreta con grande spessore, in modo misurato, calandosi bene nella parte. Una macchina da musica. Contando anche i casting ha sempre cantato cose difficili: se metterà lo stesso calore anche nelle canzonette che prima o poi arriveranno, andrà presto in fuga. VOTO 9
GRUPPI VOCALI
FRERES CHAOS – Somebody that I used to know (Gotye ft Kimbra): Il pezzo perfetto per esaltare l’ottima intesa e l’armonia che c’è fra i due fratelli. Che poi sono anche bravi, non sbagliano niente. L’idea, sentendoli cantare è che se avranno dei pezzi raffinati e non convenzionali potranno mettersi in grande evidenza mentre invece forse su cose più pop potrebbero incontrare strade più ripide. Meglio che ai casting. VOTO 8
DONATELLA – Time bomb (Kylie Minogue): Ecco si, facciamole cantare roba dance, così almeno si nascondono le lacune vocali mostrate nei casting. Ottima messa in scena, il pezzo è assolutamente inutile per valutare se sappiano cantare o meno. Ma era l’unico modo per farle passare lo scotto della prima sera senza paure(anche se riescono ad andare comunque parzialmente fuori tempo all’inizio, anche se non del tutto per colpa loro). Dunque scelta intelligente di Arisa. Molto pop, bucano lo schermo. Ma sono le più scarse fra tutti e 12 e presto si sentirà. VOTO 6
AKME’- My kind of love (Emeli Sandè): Già ai casting si era campito nettamente che la colonna portante del gruppo è la voce femminile, che del resto ha una formazione jazz e si stacca nettamente dai compagni. I due Vito le fanno praticamente da coristi ma è una scelta intelligente (anche se non da mantenere fissa) e il risultato dell’operazione è molto buono, molto di atmosfera. Non sono scontati e questo col tempo li aiuterà nel viaggio. Da risentire su pezzi costruiti per i gruppi vocali, dove cioè l’alternanza di voci diventa importante. Però bravi. VOTO 8