“Intro” è l’album d’esordio di Marlò: cantautorato e sonorità moderne insieme

Il 13 maggio esce “Intro”, l’album d’esordio autoprodotto di Marlò. Un album che esce dopo una prima parte di carriera dedita ai live e ai concorsi, nel quale ci sono dentro tutte le sfaccettature della ventiseienne cantautrice pescarese trapiantata a Milano e lanciata da Musicultura. Cantautorato,  certamente, ma anche grande attenzione alle sonorità contemporanee. Moderne e ricercate allo stesso tempo. Soprattutto, la dimostrazione che si può mettere insieme melodia orecchiabile, da fischiettare e testi non banali. Una scrittura matura, scorrevole, che si adagia sulle note senza forzarle, affinata da anni di gavetta e di esperienze formative importanti, dal Club Tenco ad Area Sanremo. Oltre al citato festival di Musicultura.

Marlò

Questo sito segue Marlò da diverso tempo: avevamo parlato per primi de “La donna di scorta”, compreso in questo album insieme al singolo recentemente uscito “L’ultima notte sulla terra”, del quale avevamo parlato qui. Non è incluso invece nelle undici tracce il singolo “Tu che canti piano”, presentato ad Area Sanremo due anni fa, diverso nella melodia, forse più intimo, ma ugualmente rappresentativo di una faccia dell’artista. Raramente in questo sito spendiamo parole per album interi, più che altro per una questione pratica. Ma l’album di Marlò – il privilegio è stato quello di poterlo ascoltare in anteprima- è così bello all’ascolto che vale la pena spendere due parole in più. Ancora di più perchè le cose autoprodotte, anche quelle belle come questa, fanno sempre più fatica, per ovvi motivi.

“Ho scritto di ciò che vorrei mi si raccontasse prima di andare a dormire: gli individui, l’amore, la mancanza e la bellezza – dice Marlò del suo primo album- Intro è la somma di quello che mi piace, delle persone che stimo e che ho scelto per lavorare con me, è un viaggio all’interno delle mie storie e della mia visione della  quotidianità”. Marlò per confezionare al meglio questo lavoro si è affidata al gusto del produttore Francesco Fugazza: sua la firma sugli arrangiamenti dei brani, capaci di amalgamare la tradizione cantautorale italiana con sonorità fresche e proiettate al futuro.E’ stata una piccola grande evoluzione personale – ammette Marlò – il comprendere pienamente quale suono potesse rappresentarmi al meglio”. 

L’album è stato registrato alle Cantine di Badia, all’interno dell’omonimo castello sperso tra i colli toscani: un posto senza tempo e fuori dal mondo, in cui Marlò si è chiusa per giorni per scappare dalla frenesia della quotidianità e concentrarsi esclusivamente sulla propria musica: “Sono fermamente convinta che le condizioni fisiche in cui si registra un disco influiscano moltissimo sul risultato finale – spiega Marlò – ed è per questo che ho scelto un posto immerso nel verde, un luogo che potesse portare a galla le cose essenziali, le priorità e l’essenza vera del fare musica”. Oltre allo stesso Fugazza (moog, campionamenti e cori), nel disco hanno suonato Michele Cocciardo (batteria e percussioni), Giuseppe Chiara (chitarre, basso e synth).

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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