Sanremo 2022, le pagelle dei brani in gara al secondo ascolto
La terza serata del Festival di Sanremo è praticamente il giro di boa, quella in cui tutti e 25 i cantanti in gara si esibiscono, e quale momento migliore per dare le pagelle ai brani in concorso?
Ecco dunque, di seguito, le nostre pagelle, frutto di almeno due ascolti, sia live con l’orchestra che in versione studio. Molti i promossi, alcuni addirittura con lode, ma altrettanti sono i bocciati. Ricordiamo che i giudizi sono frutto del gusto personale,
Giusy Ferreri – Miele: non esattamente quello che avremmo voluto sentire. Giusy Ferreri tempo fa tirò fuori un’autentica perla, Ti porto a cena con me, ma i tempi sono cambiati ed è cambiata anche la musica per la Ferreri, diventata una macchina da tormentoni estivi. Questa volta non è nemmeno un tormentone, ma quindi come la classifichiamo? Boh… VOTO 4,5
Highsnob & Hu – Abbi cura di te: la personale sorpresa di questo Festival di Sanremo. Che Hu avesse una bellissima voce non è una sorpresa, la conosciamo bene, ma mai avremmo immaginato un pezzo così bello da questo duo. Lacrime trattenute al primo ascolto, al secondo su Spotify avevo il fazzoletto pronto e al terzo, dal vivo, mi sono lasciato andare. VOTO 10
Fabrizio Moro – Sei tu: di certo non il pezzo meglio riuscito di Fabrizio Moro. Come stile ricorda vagamente Portami via, ma in realtà i due pezzi non sono neanche lontanamente paragonabili. Pezzo tipicamente sanremese, poteva fare molto di più. Questo è esattamente un compitino. VOTO 6
Aka 7even – Perfetta così: Amadeus presentando il pezzo lo definisce una ballad, ma la struttura è differente. Un pop adolescenziale che, nel complesso, risulta del tutto insignificante. Sarà anche partito da un giro di chitarra, ma il testo è una dichiarazione d’amore a dir poco stucchevole. VOTO 3
Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare: dire che è un capolavoro è riduttivo. Firmato da Fabio Ilacqua, autore di altri capolavori tra cui Mia ragione sempre per Massimo Ranieri, è un brano che unisce un testo profondo a un arrangiamento che è classe allo stato puro. Poco da dire, è una meraviglia per le orecchie. VOTO 10 e lode
Dargen D’Amico – Dove si balla: pezzo che funziona perfettamente, radiofonico, allegro, ballabile. Un autentico riempipista, sfido chiunque a rimanere immobile ascoltandolo. Ottimo lavoro, lo sentiremo sicuramente in radio e speriamo di andare presto a ballare. VOTO 7
Irama – Ovunque sarai: qualcuno l’ha paragonata a Cosa resterà, pezzo che presentò a Sanremo Giovani nel 2016, qualcuno invece a La ragazza con il cuore di latta. La verità è che non ha nulla a che fare con quei due pezzi. Se avesse tirato fuori l’erede de La genesi del tuo colore sarebbe andato fortissimo, invece è una delle delusioni di questa edizione. Senza infamia e senza lode. VOTO 5
Ditonellapiaga e Rettore – Chimica: una bomba a orologeria. Hanno detto in conferenza stampa che sarebbero state spudorate, fresche e divertenti, hanno decisamente mantenuto la parola. Pezzo fortissimo, funziona alla grande, sul palco si divertono e si vede, hanno pure dato tanti punti al Fantasanremo. La perfezione non esis… VOTO 10
Michele Bravi – Inverno dei fiori: Michele, che bello rivederti in gara a Sanremo! Pezzo di grande classe, piacevole da ascoltare e riascoltare, in più l’emozione di Michele Bravi sul palco è evidente e per certi versi impreziosisce il tutto. Ancora una volta la premiata ditta Cheope-Abbate-Catitti ha colpito nel segno. VOTO 9
Rkomi – Insuperabile: il pezzo è forte, funziona, è molto radiofonico e soprattutto piace. Certo, dal vivo Rkomi non è esattamente intonato, ma comunque ha portato un pezzo molto interessante e senza dubbio valido. VOTO 7
Mahmood e Blanco – Brividi: il pubblico è in visibilio, loro sono i super favoriti per la vittoria e questo brano è il quinto più streammato su Spotify al mondo. Un motivo c’è, ovvio: siamo davanti a un capolavoro. Mahmood sa stupire, l’ha fatto nel 2019 vincendo con Soldi e arrivando secondo all’Eurovision, Blanco è uno dei giovani artisti più interessanti, promettenti e versatili. Poi c’è la firma di Michelangelo, che è un produttore e musicista straordinario. C’è un motivo se, su tre ascolti, ho pianto per tre volte. VOTO 10 e lode (in realtà fuori scala)
Gianni Morandi – Apri tutte le porte: L’allegria 2, la vendetta di Anna. Sarebbe un titolo perfetto per un film, ma certo non è un complimento per un brano musicale. La cosa paradossale è che, musicalmente parlando, non è affatto male però il testo è un po’ banale. Ha però il merito di entrare in testa e mettere allegria. Pezzo perfetto per l’estate. VOTO 6,5
Tananai – Sesso occasionale: no, non è uno scherzo. Sì, è seriamente sul palco dell’Ariston, ed è veramente in gara a Sanremo. Al primo ascolto è stata spontanea la domanda “Ma che è ‘sta cosa?”, poi riascoltandola ho creduto fosse una parodia, ma poi l’ho ritrovato lì a cantare non prendendo una nota nemmeno per scherzo con un pezzo che definire brutto è un complimento. Diciamolo, è la quota Random di quest’anno. VOTO 1
Elisa – O forse sei tu: Elisa non scherza affatto, è a Sanremo per giocarsela fino in fondo e infatti è tra i favoriti. Torna sul palco dell’Ariston dopo 21 anni e lo fa in grande stile, con un pezzo a dir poco meraviglioso ed emozionante. A ogni ascolto ciò che si prova è indescrivibile, è un regalo meraviglioso da parte di questa straordinaria cantautrice. VOTO 10
La Rappresentante di Lista – Ciao ciao: se vi aspettavate una Amare 2.0 vi sbagliavate di grosso. D’altronde loro sono imprevedibili, ma noi li si ama proprio per questo loro modo di essere. Sono geniali, e le loro caramelle gioiose (è così che Veronica e Dario chiamano i fan) lo sanno. Ciao ciao è un brano fresco, leggero, vagamente eurovisivo ma allo stesso tempo ricco di significato. Canticchiarlo è d’obbligo. VOTO 9,5
Iva Zanicchi – Voglio amarti: fuori gara. Dai, non si può far gareggiare nel 2022 un brano scritto negli anni ’60. Ho estrema difficoltà nel valutare questo brano, perché Iva Zanicchi ha fatto la storia della musica italiana ma dal vivo non canta più bene come faceva fino a qualche anno fa. Nella versione studio è chiaramente meglio, ma comunque resta un brano vecchio, improponibile ai giorni nostri. Peccato perché Quando ti sei innamorato di Orietta Berti è diventato un cult dello scorso anno, ma in questo caso sarà difficile bissare con Iva Zanicchi. VOTO 2
Achille Lauro con Harlem Gospel Choir – Domenica: il sequel di Rolls Royce, ma non è un merito. In realtà il punto è che non è male, ma non trovo differenze rispetto ad altri brani di Achille Lauro. Un compitino neanche troppo ben riuscito, una minestra riscaldata che, come ben sappiamo, a lungo andare non è più buona come all’inizio. Ormai Achille Lauro è la copia di se stesso, ed è un vero peccato. Voto 4,5
Matteo Romano – Virale: un ragazzino che padroneggia il palco dell’Ariston come un veterano. Lui che è virale sui social canta un pezzo che è adatto alla sua giovane età ma per nulla banale e scontato. Funziona bene, lo sentiremo in radio e di sicuro riempirà le playlist. Poi dicono che la musica italiana è vecchia e fatta solo di ultra-sessantenni, ma per fortuna Matteo Romano smentisce tutti e lo fa nel modo migliore: con un brano orecchiabile e radiofonico. VOTO 8,5
Ana Mena – Duecentomila ore: avrei una cosa da chiedere, una sola: perché? Perché Ana Mena non è andata al Benidorm Fest invece di cantare a Sanremo? Perché Amadeus e la sua commissione l’hanno scelta? Ma soprattutto, perché canta se non prende una nota nemmeno per scherzo? C’è chi ha definito questo pezzo “la brutta copia di Amandoti dei CCCP – Fedeli alla linea”, ma avrei un messaggio per queste persone: vi prego, non bestemmiate. Assolutamente no, dare un voto più alto a questo pezzo sarebbe un offesa per i cantanti in gara e per tutto il mondo della musica. VOTO 0 (NON CLASSIFICABILE)
Sangiovanni – Farfalle: carissimo Sangiovanni, sei un ragazzino, sei probabilmente l’artista più gentile ed educato che abbia mai visto a Sanremo e per questo mi dispiace fare una critica negativa. C’è solo un piccolissimo problema: il brano è insignificante, non trasmette nulla, sembra una versione aggiornata di Malibù ma ancora più insulsa e più bruttina. Mi dispiace, ma la valutazione non può che essere molto bassa. VOTO 2
Emma – Ogni volta è così: il testo è femminista, ha un bel significato, musicalmente non è male, ma nel complesso non funziona ed è un vero peccato. È un peccato perché Emma potrebbe fare molto meglio, ma questo è il tipico pezzo che, quando passa in playlist, lo andiamo a skippare. Dal vivo Emma non riesce a dare il massimo, ed è un peccato perché a curare l’arrangiamento e a dirigere l’orchestra c’è Francesca Michielin, che è una delle mie artiste preferite in assoluto. VOTO 5
Yuman – Ora e qui: un bel pezzo, cantato molto bene e con grande classe. C’è solo un piccolissimo problema: il brano non arriva subito. Servono almeno due ascolti per capirlo, e non è scontato che lo si capisca. Certo però che, al terzo ascolto, la valutazione è indubbiamente salita. VOTO 7
Le Vibrazioni – Tantissimo: per certi versi ricorda Maniac dal film Flashdance o la sigla di Dragon Ball. Ci sarà mica lo zampino di Max Longhi e Giorgio Vanni o di Michael Sembello? Non all’altezza di altri pezzi de Le Vibrazioni, ed è un vero peccato perché la voce di Francesco Sarcina dovrebbe essere patrimonio dell’umanità e loro tutti insieme sono un’istituzione. Purtroppo questo pezzo non convince e non funziona neanche troppo bene. Sarà colpa dell’avvicendamento tra Vessicchio e Bertolotti? VOTO 5,5
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia: beh, poco da dire. Il solito brano geniale di Giovanni Truppi, a dir poco meraviglioso. Lucia è il nome di sua figlia, dice il cantautore in conferenza stampa. Una canzone d’amore che, al primo ascolto, mi ha fatto commuovere. Che bello avere un brano così… VOTO 10
Noemi – Ti amo non lo so dire: il duo Mahmood-Dardust ha colpito nel segno ancora una volta. Noemi porta sul palco dell’Ariston un brano orecchiabile, allegro, radiofonico e pure eurovisivo. Forse la resa nella versione studio è migliore rispetto al live con l’orchestra, ma non importa perché il motivo resterà impresso a lungo. La sentiremo sicuramente in radio, in ogni caso entra di diritto nella mia playlist. VOTO 8,5