Sanremo 2017, prima serata: al ripescaggio Clementino, Ron e Giusy Ferreri. Le pagelle
Prima serata del Festival di Sanremo 2017 lenta e senza picchi. Nonostante Carlo Conti si ostinasse a dire “ritmo ritmo”, alle 22.30 avevano cantato solo in sei e i risultati sono arrivati ad un passo dal Consorzio Nettuno. Bella l’idea di dare spazio in anteprima alle canzoni passate dal festival che hanno avuto successo anche non vincendo, anche se nel montaggio mancavano alcuni anni. Toccante e delicato anche l’omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco nel cinquantesimo del suo tragico suicidio proprio durante il Festival.
Primo giro di canzoni medio. Fiorella Mannoia talmente sopra gli altri da sembrare una superospite, deludono Al Bano, in evidente difficoltà dopo i problemi cardiaci e probabilmente anche alle prese con una raucedine, Ron e soprattutto l’attesa Lodovica Comello, che non ha superato la prova della diretta sanremese sfoderando una performance non all’altezza del suo brio e della sua forza. Soprese nella classifica: costretti al girone di ripescaggio infatti Clementino, Ron e Giusy Ferreri.
PAGELLE CAMPIONI PRIMA SERA
Giusy Ferreri – Fa talmente male: Ha ritmo, ma non è così immediata. Uno di quei pezzi che l’esecuzione con l’orchestra danneggiano. Lei è bella ci mette grinta, infila un paio di stecche a metà pezzo, si riprende solo in parte. Sicuramente crescerà al secondo ascolto, al primo insomma. Autotune cercasi. VOTO 6 ma 4 all’interpretazione.
Fabrizio Moro – Portami via: Ballata alla..Fabrizio Moro, con quel suo cantare malinconico e sofferto che appiccica su qualunque tipo di canzone. Molto italiano, molto melodico, gradevole all’ascolto. Ma è un po’ come quando giochi in casa e fai catenaccio. Però attenzione alle giurie. Mediano di spinta, lavorando come Oriali. VOTO 6.5
Elodie – Tutta colpa mia: Una spolverata d’archi per un pezzo dal sapore retrò ed un ritornello che funziona. Sicuramente una veste nuova per la cantante uscita da Amici. Entra in testa prima rispetto alle due che le hanno precedute e a Sanremo è sicuramente un merito. Per la corsa al podio è più difficile, ma arriva a sabato senza soffrire minimamente. Delicata. VOTO 7
Lodovica Comello – Il cielo non mi basta: Fregata dall’emozione, parte per la tangente dopo 20 secondi e praticamente non imbrocca più una nota per tutto il pezzo. Brano che è anche parecchio debole, peraltro, una ballata senza spessore. Era la sua grande occasione e invece chi sa se le basteranno i tre milioni di followers su facebook. Delusione. VOTO 4 (con enorme, immenso dispiacere)
Fiorella Mannoia – Che sia benedetta: Interpretazione intensa e di classe, pezzo dove il testo si appoggia delicatamente sulla melodia scritta da una giovane cantautrice, Amara, che a Sanremo non raccolse quanto meritava. Sembra di sentire la maestra di canto in mezzo ad un gruppo di principianti. Troppo superiore a qualunque altra cosa per arrivare seconda. Aliena. VOTO 9.5
Alessio Bernabei – Nel mezzo di un applauso: Al terzo festival, ogni anno peggio. Nel senso che è incredibile come in tre edizioni di fila non sia riuscito ad infilare una nota nemmeno per sbaglio. Vocalmente imbarazzante. Il pezzo è il migliore fra i suoi tre sanremesi, tutto sommato un onesto pop ballabile: anche questo funzionerà in radio dopo una buona dose di autotune. Ma live è davvero inascoltabile. Recidivo. VOTO 4.5
Al Bano – Di rose e di spine: Non era il solito Al Bano, per via dei problemi di salute, anche se mezzo basta, visto il livello medio proposto. Il pezzo è inascoltabile, vecchio persino nel testo, che racconta l’amore come nei film in costume ambientati a fine 800. Aridatece “Nostalgia canaglia” e “Ci sarà”. Triste declino di un campione. VOTO 5 (perchè è Al Bano, altrimenti 3)
Samuel – Vedrai: Fresco, radiofonico, genuino. Una ventata di freschezza e contemporaneità, che farà benissimo in radio. Se Sanremo fosse una rassegna normale, con un sistema di votazione diverso, sarebbe uno di quelli da tenere d’occhio per il podio e invece siamo qui a sperare che faccia almeno come i Perturbazione. Outsider, come il Verona di Bagnoli. VOTO 8
Ron – L’ottava meraviglia: Bel testo, ma del resto è Ron. Bella anche l’idea di venire a promuovere la lotta alla Sla con un disco a scopo benefico. Ma è nettamente giù di voce e il pezzo è avanzato dal disco del 1996. Acqua corrente. VOTO 5.5
Clementino – Ragazzi fuori. E’ quel genere di pezzi sul quale il giudizio dipende dalla passione o meno per il genere. Ma il testo è molto forte e lui canta nettamente meglio dell’anno scorso. Ha dalla sua uno zoccolo duro di appassionati e tutti i campani a cui non piace Gigi D’Alessio. Senza rischi, ma in crescita. VOTO 6.5
Ermal Meta – Vietato morire. Il testo è un cazzotto per quanto è forte, ma del resto Ermal Meta è uno che ha scritto e scrive cose bellissime per tanti. Ci si aspettava un pezzo bomba, da podio e invece forse non lo è, forse farà meglio lontano dall’Ariston, ma la melodia incalzante gli farà scalare posizioni ad ogni ascolto. Mina Vagante. VOTO 8