Luisa Sobral, jazz e pop con ironia in portoghese (ma non solo)
Che dai talent show esca solo gente mediocre è un pregiudizio. Luisa Sobral è un esempio. Passata dalla versione portoghese di Pop Idol, la trentenne cantautrice lusitana salita agli onori della cronaca musicale europea perchè autrice di “Amar pelos dois”, canzone con cui fratello Salvador ha vinto il Festival da Cancao e ora rappresenterà – con grosse chances di podio – il Portogallo ad Eurovision, in poco tempo è diventata oltrechè una big in patria anche uno dei nomi più riconosciuti ed apprezzati del jazz europeo.
Quattro lavori di spessore, diversi riconoscimenti in giro per l’Europa e alcuni altri prestigiosi messi insieme durante il periodo artistico passato negli Usa. Oltre ovviamente ad una serie di collaborazioni di spicco, come quella con Joe Henry, tre volte vincitore del Grammy Award, che ha prodotto il suo ultimo lavoro.
Canta in inglese e in portoghese, passando dal jazz al fado leggero al pop allegro. Non disegnando anche testi curiosi, ironici, come “O meu cau”, divertissement in salsa jazz dedicato al miglior amico dell’uomo (e della donna): il cane. Oppure come la delicatissima ninna nanna “Para ti”. dedicata al figlio nascente. “Xico” è una delle cose migliori dei suoi primi album (è contenuto in “The cherry on my cake“), pienamente centrata sul jazz, ma nell’ultimo dal titolo “Luisa” appare anche in veste internazionale.
Come nel singolo “Alone”, che nel link sentite dal vivo e che offre un arrangiamento di spessore e una melodia piena ed avvolgente o come l’altro singolo “My man”, dalle atmosfere quasi rarefatte, che nel link sentite in versione acustica. Prima ancora, nel secondo lavoro “There is a flower in my bedroom”, atmosfere quasi country compaiono in “Mom Says“