X Factor 12, ancora le audizioni live: il racconto della terza puntata
Helena Russo è un personaggio: “Io sono un fantasma, una apparizione sia terrena che non“. Canta “Strage” di LP e si guadagna una standing ovation. Leo Gassmann è il figlio di Alessandro, nipote del grande Vittorio. Presenta un inedito, dal titolo Freedom. Il pezzo è poco o niente, ma lui ha un timbro interessantissimo ed ha solo 19 anni. Avanti anche lui, come la soprano lirica Naomi Rivieccio, che colpisce scegliendo Bang Bang di Jessie J ft Nicki Minaj.
Riccardo Mercogliano ha 16 anni, viene da Castellammare di Stabia ed un passato fatto di piccole risse e parecchi errori: voce e chitarra su “Napule è” di Pino Daniele: molto acerbo ma veramente emozionante. Stessa formula per la coetanea Ilaria Pieri che adora il metal e canta i Cranberries; molto acerba ma a me personalmente è piaciuta. Interessantissimi gli Inquietud, una crew rap con bella personalità. Dentro anche Anita Guarino, Edy Maria Del Cane, Pietro Salvatore, Deborah Zappia e i Kafka Sui Pattini oltre al rapper Boro Boro, al seecolo Federico Orecchia, che sembra Eminem ma convince tantissimo ed Riccardo Buffoni, che balla e canta molto bene Superbass di Nicki Minaj.
Cose belle arrivano anche da chi propone rivisitazioni di brani rap: è il caso dei Carousel 47 che presentano una versione batteria e sintetizzatore di “Estate di merda” di Salmo. Freschi e convincenti, molto credibili. Non altrettanto può dirsi degli Outcast che si presentano con una maglietta “Punk and fuck” ma poi presentano un pop adolescenziale di bassa lega: “Magari però con un’altra canzone cambi idea”, dice il leader ad Asia Argento. Bocciati.
Per la serie: brutte figure, le stai facendo bene, Matteo Cavallari si presenta dicendo: “Ascolto molta musica francese, sono pazzo di Stromae“. Mara Maionchi gli fa notare che è belga e lui dice che non lo sapeva. Canta “Il paradiso è sold out” davanti anche a Tommaso Paradiso, leader dei The Giornalisti ed il pezzo sembra proprio uno della band romana, mescolato insieme ad altre 4-5 cose già sentite. Buone sonorità ma tutto già sentito e soprattutto, senza uno stile definito. Va fuori anche Ma Michelle, una giovane con un fresco passato da interprete di musical che fallisce alla prova dell’inedito ’inno femminista “Pussy Power“. Non la prende bene.
Al capitolo ‘simpatici ma impronibili’ si iscrivono invece le Lumichiara, trio nippo-sino-coreano che vive in Italia: la loro versione di “Sarà perchè ti amo” è divertente, ma mancano di qualunque minima base. Sono alla prima esibizione insieme e si vede. Silvia Setaro e la sua Symadance su una base scartata dalle B side di genere anni 80, sono un allegro siparietto