Daniela Pes, quando la world music canta in gallurese arcaico

Infedeltà, dolore, sofferenza. Il tutto su una base elettropop e cantato in dialetto gallurese arcaico. Daniela Pes, 26 anni, di Tempio Pausania, è il nome nuovo della world music italiana. Già vincitrice del Premio Andrea Parodi, intitolato alla memoria del compianto cantante dei Tazenda, è stata anche una delle rivelazioni dell’ultima edizione di Musicultura dove ha vinto il premio per la migliore musica. Noi ce n’eravamo interessanti la settimana scorsa nel grandangolo di “Road to ESC”, quando abbiamo affrontato le produzioni italiane in dialetto.

Diplomata in canto jazz, già protagonista insieme a Dora Scapolatempore delle  The Dalthes, duo arpa e voce che ripropone in chiave elettronica-jazz vari repertori, esibendosi anche in tre concerti all’Harp Festival di Rio De Janeiro, nel 2016, anche da solista sta trovando grandi consensi. Con una formula nuova, perchè i testi sono riadattamenti delle poesie di  Don Gavino Pes, poeta e sacerdote gallurese del Settecento, che quindi permettono di scoprire questo dialetto estremamente musicale, perla nascosta di quella meravigliosa perla che è la Sardegna.

Attualmente è impegnata nella produzione del suo disco con Andrea Pica (chitarra) e Roberto Schirru (batteria elettronic e programmazioni), Daniela Pes a breve dovrebbe pubblicare anche il video di questo singolo, “Ca milla dia di” (ovvero “Chi me lo avrebbe dovuto dire”), che del lavoro farà da traino e che  ha vinto anche il Premio dei Premi ai Mei, Meeting delle etichette indipendenti di Faenza.

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