Sanremo 2025: il racconto della prima serata

Live da Sanremo – È andata in scena questa sera la prima serata del Festival di Sanremo 2025. Il ritorno di Carlo Conti sul palco dell’Ariston, nuovamente nella veste di direttore artistico del Festival della Canzone Italiana, con la mitica sigla EBU (il Te Deum di Charpentier) è acclamato da un lungo applauso nella Sala Stampa Lucio Dalla.
La serata è iniziata con il ricordo del Maestro Ezio Bosso: “La musica, come la vita, si può fare solo in un modo: insieme”. Sono le note del Maestro, di “Falling in a Bird”, arrangiate dall’orchestra diretta dal Maestro Pinuccio Pirazzoli, che danno il via al Festival. Lo stacchetto che accoglie il Direttore Artistico è lo stesso che lo ha accolto nelle precedenti tre edizioni.
Un problema tecnico manda via l’audio per circa 40 secondi, ma non c’è tempo per riflettere: si parte subito con la gara. Per la prima volta il pubblico ha i braccialetti luminosi per creare un light show in platea. La prima artista a esibirsi è Gaia con “Chiamo io chiami tu”, un brano molto radiofonico che la sala stampa accoglie battendo le mani a tempo.
Subito dopo è il turno di Francesco Gabbani con “Viva la vita”, un Gabbani meno scanzonato e molto più intimo, che però è molto godibile. La stampa gli tributa un applauso alla fine della performance. Arriva però il momento di accogliere uno dei co-conduttori: Gerry Scotti, che entra sulle note di “Diamante” di Zucchero e accenna a cantarla. Ieri, durante le prove, aveva cantato “Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan, quindi non è una novità lo zio Gerry canterino.
È proprio lui a lanciare il successivo artista: Rkomi, con “Il ritmo delle cose”. Il brano è penalizzato dall’orchestra, poi lui canta male, peggio della prova di ieri. Subito dopo però è il turno di Noemi, che ci mette un po’ a scendere le scale aiutata da Conti e Scotti, tanto che la regia lancia di nuovo lo stacchetto di ingresso. “Se t’innamori muori” è una ballad, ma fatta talmente bene che il pubblico in sala le tributa applausi a scena aperta. Ha lo stesso schema ritmico di “Brividi”, d’altronde gli autori sono i medesimi.
Ovazione della sala stampa per Noemi, ma subito dopo c’è la pubblicità. Durante la pausa però in Sala Stampa Lucio Dalla viene proiettato un video, con le note di “Fai Rumore”, per ricordare la nostra cara collega, purtroppo scomparsa troppo presto, Oriana Gullone, amica della sala stampa di cui sarà impossibile dimenticare il sorriso contagioso e gli abbracci che regalava a tutti i colleghi e amici.
Il Festival ricomincia, e subito dopo la pausa sale sul palco Antonella Clerici e, ancora una volta, Carlo Conti ricorda Fabrizio Frizzi facendo ascoltare la sua versione di “Hai un amico in me”. Neanche in tempo a fare una battuta sul cornetto portafortuna che Conti ha regalato agli amici che ricomincia la gara: è il turno di Irama con “Lentamente”. Un’altra ballad, con un più un quantitativo eccessivo di autotune. Qualche timido applauso dalla sala stampa.
Tocca ai Coma_Cose, con la canzone “Cuoricini”. La sala stampa batte le mani a tempo e canta il ritornello, d’altronde chi vi scrive si è svegliato con questo brano in testa. Subito spazio al prossimo artista in gara: Simone Cristicchi con “Quando sarai piccola”. Da buon cantautore porta un pezzo di teatro-canzone che tra l’altro è autobiografico. Peccato per qualche stecca di troppo. Sono applausi a scena aperta, anche in sala stampa, per lui.
Arriva dunque il turno di Marcella Bella, con “Pelle diamante”. Il pezzo è interessante, potremmo dire “simpatico”, ma sembra una “Pazza” (quindi Loredana Bertè) 2.0 con lo staging da Ricchi e Poveri. A seguire sale sul palco Achille Lauro con “Incoscienti giovani”, una ballad sullo stile di “Amore disperato” che convince.
A seguire pausa pubblicitaria, ma al rientro salgono sul palco Noa e Mira Awad, che precedute da un messaggio di Papa Francesco eseguono “Imagine” di John Lennon in una versione in arabo, ebraico e inglese, a cui hanno aggiunto un pensiero in italiano. Un momento toccante, accolto da applausi scroscianti a scena aperta anche in sala stampa. Peccato solo che nessuno dei conduttori abbia ricordato la loro partecipazione all’Eurovision 2009.
Non c’è tempo per riflettere, la gara deve andare avanti perché tocca a Giorgia con “La cura per me”. Il brano è meno forte di altre sue produzioni, in primis “Niente di male”, ma Giorgia potrebbe anche cantare l’elenco telefonico. La stampa le tributa una meritata ovazione. Arriva però il turno di Willie Peyote con “Grazie ma no grazie”. Un B-side, un pezzo che ha il suo perché ma non entusiasma. Si apprezzano però le citazioni a “Stayin’ Alive”, “Domani” degli Articolo 31 e “Superstition”.
Si va però avanti con Rose Villain e la sua “Fuorilegge”. Qui ogni valutazione oggettiva viene spazzata via dal gusto personale, non avendo mai nascosto chi vi scrive di essere un fan di questa artista. Qualche timido applauso si leva dalla sala stampa.
Pausa pubblicitaria, poi al rientro è il turno di Jovanotti accompagnato dai Rockin’ 1000. Si parte con “L’ombelico del mondo”, quindi “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, con tanto di limone tentato da un’attempata signora in platea, “I love you baby”, “Fuorionda” e “A te” (e la sala stampa canta in coro). Parlando con Carlo Conti, Jovanotti chiede all’orchestra di suonare una musica epica e, sulle note di “Chariots of fire”, entra Gianmarco Tamberi.
I due recitano insieme dei passi sul corpo umano, poi Tamberi annuncia che si preparerà per le Olimpiadi di Los Angeles 2028. A seguire l’artista insieme a Carlo Conti ricorda Sammy Basso, ma poi arriva Dardust al pianoforte e Jovanotti canta il suo nuovo singolo, “Un mondo a parte”, di cui i due sono autori. Finita l’esibizione arriva lo sponsor e a seguire pubblicità.
Al rientro dalla pausa, dopo un momento ironico con i tre conduttori sulle dediche delle canzoni, tocca a Olly con “Balorda nostalgia”. Il pezzo è una ballad che è la tipica canzone di Olly, nulla di più e nulla di meno. La sala stampa apprezza, applausi importanti per lui. A seguire però arriva il momento di Elodie con “Dimenticarsi alle 7”. Un pezzo che cresce al secondo ascolto, un po’ un diesel ma ha un potenziale incredibile. Qualche applauso dalla sala stampa.
Sul palco salgono Shablo feat. Guè, Joshua, Tormento con la loro “La mia parola”. Il brano funziona, è molto orecchiabile, però pensando a Sanremo come selezione per Eurovision dove lo potremmo collocare? Applausi anche per loro dalla sala stampa, più timidi di quelli riservati a Elodie. A seguire tocca a Massimo Ranieri con “Tra le mani un cuore”, un pezzo che se non lo cantasse Massimo Ranieri non avrebbe senso, perché è totalmente fuori tempo massimo.
Pausa pubblicitaria, poi al rientro si va sul Suzuki Stage di Piazza Colombo, con Raf che canta “Self control”. Al termine si torna sul palco dell’Ariston, dove Antonella Clerici e Gerry Scotti presentano Tony Effe, in gara con “Damme ‘na mano”. Di questo rapper apprezziamo il fatto che il suo pop-up sia un chioschetto che vende prodotti tipici della cucina romana, ma il brano è molto carente sotto ogni punto di vista.
A seguire tocca a Serena Brancale, che torna sul palco dell’Ariston con la sua “Anema e core”, un pezzo che unisce il jazz alla veracità barese, con molte frasi tra barese e napoletano, un pezzo molto orecchiabile. A seguire arriva il momento di Brunori Sas con “L’albero delle noci”. Un’autentica poesia in musica, un capolavoro, un regalo da parte di questo straordinario cantautore. Spazio però ai Modà con “Non ti dimentico”, e qui basta dire “Kekkodeimodà” per capire di cosa parliamo.
Dopo una breve pausa, per il golden minute, seguita dal TG1, arriva il momento di Clara con “Febbre”. Un brano molto orecchiabile, che si lascia ascoltare tranquillamente. Dopo di lei è il turno di Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”, con un’altra perla di cantautorato, un pezzo meraviglioso che anche la stampa apprezza tributando un applauso a questo poeta. A seguire arriva Fedez, con “Battito”. Il pezzo è bello, ma nell’esibizione è tutto sbagliato, a partire dalle stonature con autotune.
Nonostante tutto la sala stampa applaude. È dunque il momento di Bresh con “La tana del granchio”. Un altro pezzo orecchiabile, ma che non entra facilmente in testa. Rimane il fatto che il pezzo è ben costruito, fila liscio e si lascia ascoltare. Qualche timido applauso dalla sala stampa. Pausa pubblicitaria, poi al rientro è il turno di Sarah Toscano con “Amarcord”. Non perfettamente al top vocalmente, ed è un peccato perché il pezzo è molto forte.
Subito dopo tocca a Joan Thiele con “Eco”, un brano di grande classe che merita di essere ascoltato ancora e ancora e ancora. Intonata come una spada, presenza scenica invidiabile, insomma una delle migliori performance della serata. Timidi applausi in sala stampa, ma rapidamente perché arriva subito il momento di Rocco Hunt con “Mille vote ancora”. I colleghi campani in sala stampa battono le mani a tempo, ma il brano è il tipico pezzo di Rocco Hunt.
Si procede dunque con Francesca Michielin e la sua “Fango in paradiso”. Inizio abortito perché aveva dimenticato di mettere l’in-ear, ma poi l’esecuzione va liscia come l’olio. Il brano è veramente godibile e la sala stampa applaude. Al termine della sua esibizione c’è una pausa pubblicitaria, al cui termine salgano sul palco i The Kolors per eseguire “Tu con chi fai l’amore”. È il potenziale tormentone dell’estate firmato The Kolors, che in sala stampa qualcuno accoglie battendo le mani a tempo o ballando.
Qualche applauso alla fine, poi però a romperli ci pensa Noto Sondaggi che comunica la fine del tempo per votare. Carlo Conti intanto si collega con Alessandro Cattelan, conduttore del Dopofestival, che ironicamente svela la statua di Carlo Conti. In chiusura di serata Antonella Clerici, che di solito conduce “È sempre mezzogiorno”, porta dei piatti di trofie al pesto. Qualcuno chiede un piatto anche in sala stampa, sarebbe bello effettivamente averle anche qui.
Prima di comunicare i 5 artisti più votati dalla stampa in ordine sparso, e prima di una pausa pubblicitaria, Carlo Conti ricorda che il vincitore del Festival di Sanremo 2025 rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2025 che si terrà a Basilea. La serata si conclude con l’annuncio dei primi 5 classificati in ordine sparso: Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro. Le note di “Tutta l’Italia” chiudono la prima serata di Sanremo 2025.