Festival di Sanremo 2014, prima serata a passo lento (troppo)
Lunga, chilometrica e lentissima, la prima serata del Festival di Sanremo scorre via senza particolari picchi e per chi non è strettamente appassionato di musica o curioso di sentire le canzoni, è difficile stare collegati a lungo. Anche perchè il livello dei brani ascoltati è nettamente più basso di quello ascoltato negli ultimi due anni. Le cose migliori sono in coda, per chi c’è arrivato.
E’presto per fare le classifiche, mancano ancora i brani di domani, ma a giudicare dal quello che si è sentito stasera c’è chi meriterebbe almeno di giocare per il podio e invece probabilmente pagherà la scarsa popolarità (Perturbazione), chi poteva lottare e invece ha pezzi deboli (Arisa) e chi poteva sorprendere e invece pur piacendo, propone qualcosa appena sopra i suoi standard (Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots, che pure diranno la loro, probabilmente, nella corsa finale). Sotto, le pagelle della prima sera, domani gli approfondimenti.
ARISA
- Lentamente (Il primo che passa)- Cristina Donà e il suo pezzo scritto con la mano sinistra. T’aspetti grandi cose da un’artista come lei e invece esce un pezzo insipido, che non decolla mai e non esalta le sue doti. Peccato, il testo lasciava presagire molto di meglio. VOTO 5
- Controvento – Giuseppe Anastasi conosce bene Arisa e le cuce addosso un pezzo seppur non straordinario, comunque piuttosto arioso, delicato e radiofonico. Da risentire, ma intanto basta per passare il turno. VOTO 6.5
FRANKIE HI NRG
- Un uomo è vivo – Sembra un pezzo qualsiasi di un album di Jovanotti, una di quelle tracce interne però, quelle inserite per completare l’album. Non è un rap classico, non è un crossover, non è nemmeno un pezzo pop. Non è niente. Da uno come Frankie, t’aspetti altro e di meglio VOTO 4
- Pedala – Eccolo, il Frankie giusto. Quello che usa al meglio le metafore per parlare della vita. Magari non è la sua migliore produzione, ma almeno batti il tempo col piede. Non pedala per vincere, questo è certo, ma al traguardo dignitosamente ci arriva di sicuro. VOTO 7
ANTONELLA RUGGIERO
- Quando balliamo- Il pezzo è leggero e delicato, interpretato con stile e classe, molto di atmosfera. Antonella Ruggiero, ormai divenuta sperimentatrice musicale ha avuto molto coraggio. Pezzo difficilissimo, ma la sua voce e il suo talento indiscusso sono sicuramente un valore aggiunto. VOTO 6.5
- Da lontano – Eterea, quasi leggiadra, la musica accarezza l’ascoltatore. Pezzo molto coraggioso, sicuramente lontano dal grande pubblico. Però poche artiste in Italia sanno ancora riuscire a rendere interessanti le canzoni soltanto con la loro interpretazione. Uno di quei pezzi che la giuria potrebbe portare molto in alto. VOTO 7.5
RAPHAEL GUALAZZI ft THE BLOODY BEETROOTS
- Tanto ci sei – Un crescendo tra soul e gospel che mostra il dj mascherato nel suo lato insolito e meno conosciuto di musicista di formazione tradizionale. E’ forse il Gualazzi più tradizionale, ma piace sempre. VOTO 7
- Liberi o no – Eureka. Un pò di ritmo dopo due ore di trasmissione!. La collaborazione artistica fra i due al massimo livello, con i beat del dj, che porta anche il suo basso elettrico davanti alla prima fila dell’Ariston. Però questa collaborazione ce l’hanno spacciata per rivoluzione e invece è una roba normale. VOTO 8
CRISTIANO DE ANDRE’
- Invisibili– Recitativo con ritornello in dialetto genovese. La domanda è: Perchè?. Noia. VOTO 4
- Il cielo è vuoto -“Dietro la porta” era un’altra cosa, tuttavia anche in questo brano De Andrè è comunque molto ispirato. Bella melodia, interpretazione di spessore. Quelli bravi sanno sempre come tirar fuori cose valide. VOTO 8.
PERTURBAZIONE
- L’unica – I Pertubazione fanno i Perturbazione. Vanno sul palco e portano la loro musica. Che è la cosa migliore sentita nella serata. Pop rock di pregevole fattura, che racconta senza essere banale amori a loro modo “unici” nel corso della vita. Forse era meglio la seconda, ma francamnte importa poco. VOTO 8.5
- L’Italia vista dal bar – Spaccato dell’Italia di tutti i giorni, raccontato con leggerezza, in un pop rock bello e radiofonico. L’una o l’altra, entrambe meritano. Due spanne sopra tutto quello sentito prima di loro. VOTO 8.5
GIUSY FERRERI
- L’amore possiede il bene. Il sale sulla coda. Dopo una serata da bromuro arrivano le cose buone. Casalino molto bene ispirato su un testo molto romantico, senza essere banale. Stavolta arriva in gara con pezzi che possono dire la loro. Radiofonica. VOTO 8
- Ti porto a cena con me – Ballata leggera, romantica e radiofonica. II lato dolce dell’arista palermitana. L’attesa per ascoltare i suoi brani, non presentati alla sessione di preascolto e tardissimo alle prove, è valsa. Seria concorrente per il podio (valutazione che vale per entrambi i brani). VOTO 8.5