X Factor 9, semifinale con gli inediti: escono i Moseek. L’inglese si mangia la musica italiana
Semifinale di X Factor 9 con presentazione degli inediti. Eliminati i Moseek al tilt contro Enrica Tara, in una serata in cui i più deboli sono sembrati i grandi favoriti Urban Strangers, che però sembrano avere un pubblico consolidato e quindi hanno evitato anche il ballottaggio, al quale invece sono immeritatamente andati i Moseek. Belli e difficili gli inediti, nessuno immediato all’ascolto. Viene solo da chiedersi il perchè di quattro produzioni su cinque (più quella dell’escluso Luca Valenti) in inglese, per artisti che devono sostanzialmente confrontarsi col mercato italiano.
Seconda manche dedicata ai grandi successi radiofonici degli ultimi anni e anche stavolta tutti brani in inglese: una deriva davvero poco simpatica quella che sta prendendo il talent show in questi anni, soprattutto per la presenza di giudici inglesi. Velo pietoso su un ballottaggio chiaramente squilibrato, con la cantante dei Moseek che ha completamente stonato, forse condizionata da uno spareggio al quale no, non dovevano andare, sicuramente da grossi problemi tecnici. Esce la band migliore, con l’inedito migliore. Complimenti davvero a tutti.
INEDITI
ENRICA TARA – I found you (Skin, Gregor Salto): Gregor Salto è un dj olandese che ha sfiorato il Latin Grammy nella categoria urban, dunque coppia autoriale mica da ridere. Pezzo molto contemporaneo e mainstream, magari non subito di primo impatto, ma può funzionare molto sulla dancefloor. Facile immaginarne un remix. Lei ci sta dentro bene. Va al ballottaggio.
MOSEEK – Elliot (Elisa Pucci): Da band esperta, fanno tutto da soli. E dunque c’è dentro tutto quello che sono. Synthpop con venature dance di quelli che funzionano molto. Si confermano la cosa migliore dell’edizione.
DAVIDE SCIORTINO – My soul trigger (Sciortino-Saroldi- Chiaravalli): Chantal Saroldi è nota come Chanty, in gara l’anno scorso fra le nuove proposte di Sanremo. Luca Chiaravalli è anche uno degli autori di Chiara e di molti altri artisti mainstream di oggi. Anche questo molto internazionale nonostante le firme italiano, radiofonico, funziona parecchio.
GIOSADA – Il rimpianto di te (Pacifico-Sada): L’unico inedito in italiano firmato da un gigante della canzone d’autore. Sicuramente sorprendente per il percorso che ha fatto, bella armonia complessiva, forse non originalissimo, ma si ascolta molto bene.
URBAN STRANGERS – Runaway (Iodice-Raia-Rufus-Ferrante): Pezzo scritto da loro e dai proprietari della loro etichetta, la Lavica Records. Il pezzo è sicuramente interessante, contemporaneo e internazionale nel sound, una scommessa per il mercato italiano. Per essere un singolo d’esordio però forse serviva qualcosa di maggiore impatto. E poi lasciare la propria cifra stilistica acustica, quella che li ha fatti arrivare sin qui, per l’elettronica è come vincere facile. E non va bene.
SECONDA MANCHE
GIOSADA – Best day of my life (American Authors): Bravo anche in versione pop. Si conferma molto versatile. Livello molto alto, riesce a fare sue anche cose un po’ più lontane dalle sue corde. Ha perso le cuffie, non si è scomposto, continuando a cantare non sentendo niente. Prova notevole.
DAVIDE SCIORTINO- Can’t feel my face (The Weeknd): Fa suo uno dei successi maggiori successi dell’ultimo period. Diverte e si diverte.
URBAN STRANGERS – Pompeii (Bastille): Destrutturata in chiave acustica è meno potente. Però questa è la loro natura, avrebbero dovuto tentare così anche l’inedito. Loro bravi, senz’altro. Ma così. Diversamente sono un duo normale.
MOSEEK –Lean on (Major Lazer, Mo & DJ Snake): Molto fedele all’originale, ma in una puntata radiofonica, ci sta. Per il resto solita prova di spessore, la migliore della serata. Sospesi, rischiando di cadere. Applausi. Il ballottaggio non ha senso.
BALLOTTAGGIO
MOSEEK (Somebody to love – Jefferson Airplane) vs ENRICA TARA (Something gotta hold on me- Christina Aguilera): Meglio Enrica Tara, per via di una prova completamente sbagliata dei Moseek, che pure avevano un bell’arrangiamento, ma non meritavano di stare li.