Eurovision 2016: le pagelle ai brani della prima semifinale

Manca ormai poco all’avvio dell’edizione numero 61 dello Eurovision Song Contest, che parte domani dalla Globen Arena di Stoccolma. Diretta alle ore 21 su Rai 4 e Radio 2 (commento Marco Ardemagni e Filippo Solibello), San Marino RTV e Radio San Marino (canale 520 di Sky, o 73 Tivù sat o 73 DTT (in Emilia-Romagna) commento Lia Fiorio e Gigi Restivo). Come ogni anno, ecco la mia personale review dei brani. Partiamo con la prima semifinale, quella che va in onda domani. Le canzoni sono qui.

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01 FINLANDIA – Sandhja – “Sing it away”: A tutto funk, è un genere che divide e che sicuramente sul palco eurovisivo deve sgomitare parecchio. Messo in apertura di serata, fa muovere sulla sedia e predispone di buonumore. Dopo il disastro dell’anno scorso, forse serviva uno scatto migliore. SUL FILO. VOTO: 6.5

02 GRECIA – Argo – “Utopian land”: Portano sul palco un messaggio forte, un pezzo in greco (e in dialetto pontico) e un bel crossover. Il rap greco, nonostante la lingua ostica, propone sempre cose di livello e loro non sono da meno. Il pezzo è chiaramente meno forte di altri greci del recente passato, ma tanto non devono vincere. Nei live sono stati parecchio incerti, ma sono genuinamente etnici. I connazionali in giro per il mondo garantiranno la finale, sin qui mai mancata. SCOMMESSA. VOTO 8

03 MOLDAVIA – Lidia Isac – “Falling stars”: Un pezzo europop  cantato anche discretamente, ma come se ne sentono almeno altri diecimila in giro per l’Europa. Per dirla con Bersani, “è solo la copia di mille riassunti”. ACQUA CORRENTE. VOTO 5.

04 UNGHERIA – Freddie – “Pioneer”: Piace a tanti e piace anche a me. Ma col tempo perde gradualmente di forza rispetto a quando ha vinto la selezione nazionale.  La finale non pare in discussione, poi però dovrà sgomitare per un posto nei dieci. NEL MUCCHIO. VOTO 7

05 CROAZIA – Nina Kraljc- “Lighthouse”: Nelle prime uscite live aveva mostrato ottima padronanza vocale ed era un’ottima cosa, visto che ha un brano fra i più gradevoli dell’edizione, una power ballad che ha convinto sin dal primo ascolto e sta scalando nei consensi. Poi però al netto di una prima buona prova, ne ha fatta una seconda imbarazzante. Di per sè il pezzo potrebbe essere un clamoroso underdog, ma deve cantare bene, come agli eventi pre-eurovisivi. Altrimenti rischia grosso. RILANCIO BALCANICO?. VOTO 8.5 (al brano, ma 5 a lei, sinora)

06 PAESI BASSI – Douwe Bob – “Slow down”: Siamo chiaramente un livello sopra, come produzione musicale, abitudine ai palchi e produzione. La ascolti, batti il tempo, sorridi. Un pezzo contemporaneo, che le nostre radio passerebbero tranquillamente. Dopo il tonfo dell’anno scorso, urge ritorno in top 10, possono farcela. CHI VA PIANO… VOTO 9

07 ARMENIA – Iveta Mukuchyan- “LoveWave”: L’Armenia è tornata negli anni 2000 e si sente anche chiaramente la produzione occidentale (tedesca, per la precisione, visto che lei ormai vive in Germania). Il pubblico eurovisivo, dopo Belgio e Lettonia dell’anno scorso, ha mostrato di gradire anche questo genere di cose, piuttosto complicate e non immediate. Finale scontata, top 10 praticamente certa, anche per la performance ad alto tasso di sensualità. PAESE IN CRESCITA COSTANTE. VOTO 7.5

08 SAN MARINO – Serhat – “I didn’t know”: La grande scommessa del management fiorentino che sta dietro al progetto e a questo artista turco. Come sempre, su Italia e San Marino, c’è solo il tifo, senza giudizio.  Aver cambiato in corsa l’arrangiamento con la versione disco aiuterà e lui è forgiato da anni di palco, ma a occhio e croce, la corsa è parecchio in salita, soprattutto visto che canta fra due colossi. RISCHIATUTTO.

09 RUSSIA – Sergeij Lazarev – “You’re the only one”: Il grande favorito e l’arroganza russa di presentarsi al via con un big del pop nazionale supportato da un team internazionale di altissimo livello, che però canta un pezzo qualunque. Gradevole, ma normale. Se l’avesse portato un altro paese qualsiasi, avrebbe rischiato anche l’uscita in semifinale. Ma è la Russia, che non bada a spese, e quindi come minimo va sul podio. Sin troppo sfacciato, alla prima prova è anche caduto, nella seconda però è tornato primo della classe. Per onestà va detto che lui è una macchina e ci sa fare. Al televoto spazzerà via tutti, speriamo lo fermino le giurie (per ora freddine). ARIDATECE POLINA GAGARINA. VOTO 6.5 (alla performance complessiva)

10 REPUBBLICA CECA – Gabriela Guncikova-  “I stand”: Per la prima volta dalle parti di Praga, dove si fa ottima musica, portano un brano convincente, intenso, non banale, cantato benissimo. Live è andata alla grande e tutta l’operazione funziona tantissimo, sembra davvero l’annata buona per la prima storica qualificazione. Sarebbe anche ora. SPERANZA. VOTO 8

11 CIPRO – Minus One – “Alter ego”: Li vorrei tantissimo in finale. Perché fanno dell’ottimo rock, perché il pezzo spicca in mezzo a molte cose simili e perché la storia del loro manager, un ingegnere bolognese amante dei Deep Purple, merita di essere raccontata su Rai 1. Ma questo è il classico brano che all’Eurovision esce con la stessa rapidità con cui entra, a meno di sorprese. Ed è un peccato. MISSION IMPOSSIBLE. VOTO 8

12  AUSTRIA – Zoe – Loin d’ici: E’ l’unico pezzo interamente in francese e anche se ricorda almeno altri 10-15  brani della varieté anni 90, entra nelle orecchie in due secondi netti e fa battere il piede. Uno di quei pezzi che puoi metterlo in loop all’infinito senza annoiarti mai. Lei diverte e si diverte a fare la Lolita. Il mix del perfetto outsider. Può perdere la finale soltanto se stecca live (il rischio c’è), ma se ci arriva è una seria candidata alla top 10. TORMENTONE. VOTO 9

13 ESTONIA – Juri Pootsmann – Play: L’Estonia è uno dei paesi che storicamente ha quasi sempre portato le cose migliori in concorso. Non stavolta. Lui ha una bella voce profonda e il brano sicuramente si stacca dal sound medio, eppure non convince appieno. Canta poco dopo metà serata, potrebbe non bastare a far ricordare il brano quando si apriranno le votazioni. DIFFICILE. VOTO 5.5

14 AZERBAIGIAN – Samra – Miracle: Gli azeri fanno come sempre spesa al supermarket svedese e stavolta si sono portati a casa uno dei migliori  pezzi dell’edizione. Puro Melodifestivalen, potente, molto eurovisivo, radiofonico, di quelli che alzi a manetta il volume delle casse. Il vero problema è che live, finora, lei è stata fra i più scarsi dell’edizione e anche in prova ha confermato imbarazzanti lacune vocali. Il posizionamento verso fine sera, prima di tre pezzi molto deboli,  è un bel regalo.  E comunque è l’Azerbaigian, in finale ci va. PRONTO SOCCORSO. VOTO 9 al brano, 4 alla performance.

15 MONTENEGRO – Highway- The real thing: Dopo due meraviglie in lingua nazionale come quelle degli anni passati, arriva questa cosa qui. Rock anni 90 con abuso di dubstep, a casaccio. Cantato in uno scarso inglese. Non ce l’hanno fatta gli Who See nel 2013 con un pezzo molto migliore. Seri candidati all’ultimo posto. INUTILE. VOTO 5

16 ISLANDA – Greta Salòme – Hear them calling: Lei è brava, canta bene e anche bella. Ma il pezzo, come l’anno scorso, è già sentito e risentito, entra ed esce dalle orecchie a velocità supersonica. Dove è finita l’Islanda che portava brani di qualità?  SPACCIATA. VOTO 5

17 BOSNIA ERZEGOVINA – Dalal & Deen ft Ana Rucner & Jala- Ljubav je: La vera incognita della semifinale. Perchè l’idea del crossover è buona, ma costruita male. Fino all’ingresso del rapper è tutto molto bello. Poi sembra quasi un’altra canzone inserita a forza dentro l’arrangiamento. Meriterebbe un posto in finale, perché è fra i pochi brani in lingua nazionale e perché la tv ha voluto esserci nonostante sia sull’orlo del baratro. L’EBU l’ha messa in fondo, è chiaramente un aiuto. Ma è dura. CERCASI IMPRESA. VOTO 6 (di stima).

18 MALTA – Ira Losco – “Walk on water”: Una delle più attese, per la bellezza e perché è suo il miglior risultato maltese di sempre. Ha cambiato canzone, affidandosi a un pezzo svedese, scritto da una delle cantanti in rampa di lancio del Paese scandinavo. Melodifestivalen, ma di plastica. E una performance piena di abusatissimi clichè eurovisivi. Ha quasi 20 anni di carriera e l’abitudine al palco, la finale non dovrebbe essere in discussione. Poi però è tutto da vedere.MOLTO SOPRAVVALUTATO. VOTO 6.5

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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