“L’uomo nero” di Brunori SAS vince il Premio Amnesty International Italia
Un piccolo spiraglio arriva dalla musica. “L’uomo nero” di Dario Brunori, meglio noto come Brunori Sas ha vinto l’edizione 2018 del Premio Amnesty International Italia, indetto nel 2003 da Amnesty International Italia e dall’associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente. In questo caso un brano sull’intolleranza.
La premiazione sarà a Rosolina Mare (Rovigo) domenica 22 luglio, nel corso della serata finale della 21a edizione di Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty, festival che si terrà dal 19 al 22 luglio e ospiterà anche le finali della sezione emergenti del Premio Amnesty, il cui bando rimane aperto fino al 30 aprile sul sito www.vociperlaliberta.it . Sul sito è intanto in corso il voto del pubblico per il Premio Web Social.
A scegliere il brano vincitore tra le dieci nomination è stata una giuria di esperti formata da: Claudio Agostoni (Radio Popolare), Giò Alajmo (Spettakolo.It), Giuseppe Antonelli (filologo e linguista), Gabriele Antonucci (Panorama), Eugenio Arcidiacono (Famiglia Cristiana), Eleonora Avolio (Radio Libera Tutti), Roberta Balzotti (Rai), Tiziana Barillà (Il Salto), Valeria Benatti (Rtl), Alessandro Besselva Averame (Rumore), Giulio Brusati (L’Arena), Marta Cagnola (Radio24), Angela Calvini (Avvenire), Marco Cavalieri (Radiorock), Carla “Carlotta” Cellamare (Radio Number One), Francesca Cheyenne (Rtl 102.5), Angiola Codacci Pisanelli (L’Espresso), Emiliano Coraretti (Venerdì di Repubblica), Valerio Corzani (Rai Radio 3), Silvia D’Onghia (Fatto Quotidiano), Enrico de Angelis (Storico della canzone), Enrico Deregibus (Giornalista e operatore culturale), Gianmaurizio Foderaro (Direzione Radio Rai), Fabrizio Galassi (Premio Italiano Videoclip Indipendente), Federico Guglielmi (Audioreview), Ambrosia Jole Silvia Imbornone (Rockerilla), Andrea Laffranchi (Corriere Della Sera), Michele Lionello (Voci Per La Libertà), Carlo Mandelli (Ansa), Antonio Marchesi (Amnesty International), Carlo Massarini (Giornalista), Marco Melegaro (Sky Tg24), Giommaria Monti (Rai3), Riccardo Noury (Amnesty International), Simona Orlando (Messaggero), Elisa Orlandotti (FunnyVegan), Malcom Pagani (Vanity Fair), Federica Palladini (Elle.It), Luciana Parisi (Tg3), Fausto Pellegrini (Rai News 24), Timisoara Pinto (Rai Radio1), Gianluca Polverari (Radio Città Aperta ), Gianni Rufini (Amnesty International), Valeria Rusconi (Repubblica), Giordano Sangiorgi (Meeting Degli Indipendenti), Gianni Sibilla (Rockol), Renzo Stefanel (Scrittore rock), Marcella Sullo (Gr Rai), Monica Triglia (Donna Moderna), Giulia Caterina Trucano (Rolling Stone), John Vignola (Rai Radio 1), Savino Zaba (Rai 1 / Rai Radio 2).
In lizza per il Premio c’erano anche: “L’uomo che premette” di Caparezza, “Deserto” di Clementino, “Gli anni del silenzio” dei Decibel, “Ora d’aria” di Ghali, “Affermativo” di Jovanotti, “Stelle marine” delle Luci della centrale elettrica, “Socialismo tropicale” dello Stato Sociale, “Vietato morire” di Ermal Meta, “Stiamo tutti bene” di Mirkoeilcane.
Dario Brunori dice: “Mai come oggi, ‘L’uomo nero’ assume un significato speciale per me. Nello spettacolo teatrale che sto portando in giro, è il pezzo che più mi emoziona cantare, un’emozione e una tensione che avverto forte anche nelle persone che ho di fronte ogni sera. Eppure all’epoca ho avuto difficoltà ad affrontarlo perché, visto il tema, era facile cadere nella retorica anacronistica del cantautore militante, in un’invettiva scontata contro il dilagare di nuove forme di intolleranza, contro le piccole e grandi derive xenofobe degli ultimi anni. In realtà non mi interessava tanto parlare del fenomeno in sé, quanto del fenomeno in me, come diceva qualcuno. Il fuoco del pezzo sta tutto nell’ultimo verso: ‘Io che sorseggio l’ennesimo amaro, seduto a un tavolo sui Navigli, pensando in fondo va tutto bene, mi basta solo non fare figli… e invece no’. Come in altri pezzi dell’ultimo album, traccio la condizione di un uomo che si chiede cosa è giusto fare di fronte a un’apparente involuzione dell’essere umano, al ritorno di fiamma di visioni ideologiche e morali che ci piacerebbe pensare morte e sepolte. C’è una buona dose di amarezza verso il mondo intorno, ma anche la denuncia allo specchio di quell’approccio ignavo che troppo spesso tende a non occuparsi concretamente di ciò che accade fuori dal proprio cortile, a ignorare certi fenomeni, a ridicolizzarli o a non dargli eccessivo peso. Si tratta di un terreno scivoloso, ne sono consapevole, ma spero di essere rimasto in piedi e questo riconoscimento, in qualche modo, me ne dà conferma. Grazie di cuore a Amnesty International Italia e a Voci per la libertà.”
Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, dice invece: “I diritti umani sono una questione di comportamenti, di regole, ma anche, e forse ancora prima, di clima. Il clima di oggi è pessimo. Di questo clima parla la canzone di Dario Brunori vincitrice dell’edizione 2018 del Premio Amnesty International Italia di Voci per la Libertà. E del veleno che contamina la vita pubblica e la convivenza civile. E di un’idea, l’idea aberrante del ‘noi contro gli altri’: contro gli altri che, essendo diversi da noi, fanno paura, sono una minaccia da tenere a distanza, da cui difendersi, possibilmente da eliminare. Amnesty International fa davvero tutto quello che può per contrastare il clima di odio che si diffonde nel mondo e che non risparmia neppure il nostro paese, e si sforza di creare antidoti per questo veleno. Ma ha bisogno di alleati e li cerca – e li trova – nel mondo dell’arte e della canzone. ‘L’uomo nero’ parla al cuore e alle emozioni ed è, oltre che una canzone bella, nella nostra prospettiva anche una canzone utile, uno strumento prezioso per chi vuole creare un clima migliore, nel quale vi siano le condizioni per il rispetto pieno dei diritti umani di tutti.”