X Factor 12, conclusi i bootcamp: ecco chi accede agli Home Visit

Si conclude con questa puntata la selezione degli artisti che si sono giocati i 20 posti per gli Home Visit. In pista questa settimana Mara Maionchi, con gli Under uomini ed Asia Argento, alla quale sono state assegnate le band.

RILEGGI LA PRIMA PUNTATA DEI BOOTCAMP

Uomini 16-24 (coach: Mara Maionchi)

  • Emanuele Bertelli
  • Anastasio
  • Leonardo Parmeggiani
  • Leo Gassmann
  • Pjero

Pietro Salvatore canta Running di Beyoncè: la voce c’è tutta, in una scelta molto coraggiosa visto che si tratta di un pezzo sostanzialmente femminile. Dritto, preciso, intonato, magari non proprio emozionante, ma merita un posto.

Alex Cliff, il rapper mascherato (come Cro in Germania) porta un altro suo inedito. Bell’arrangiamento, testo sempre molto autoreferenziale, non immediatissimo, ma l’effetto secondo me è buono, ha talento. Mara non lo fa sedere, forse anche perchè non ha mai proposto una cover.

Riccardo Mercogliano, di Castellammare di Stabia aveva convinto molto con Napule é, ora canta Budapest di George Ezra, sempre voce e chitarra. Questi sono pezzi che se li fai bene sono uno spasso, e lui indubbiamente lo fa bene. Ha 16 anni e molto talento. Mara però decide che è presto. Niente sedia. Fischi.

Matteo Arua canta Trinità di Guè Pequeno. Quasi non si sente, impreciso e incerto nella prima parte. Lo fa sedere, poi lascia il posto all’altro rapper.

Leonardo Parmeggiani e Stay di Post Malone. Voce modulata molto bene, l’accompagnamento solo chitarra valorizza il tutto, fra l’altro su un pezzo non proprio notissimo all’airplay italiano. Mara lo fa sedere.

Gilles Yahfa canta Papaoutai di Stromae. Molto male, stecche a quintali. Non prende una nota nemmeno per sbaglio e non se ne è nemmeno accorto, il pubblico lo capisce e fischia. Ovviamente va a casa.

Leo Gassmann è il figlio di Alessandro e canta un suo inedito dedicato a Kurt Cobain. Il ragazzo ha una bella voce, scrive bene e interpreta con garbo. Il cognome che porta non conta, qui si giudica se canti bene o meno e lui indubbiamente canta bene. Merita assolutamente una sedia. Lo pensa anche Mara Maionchi

Alessio Selvaggio e Sorry seems to be the hardest word di Elton John. Non particolarmente brillante, ad essere sinceri, nulla di originale. Ma se valutiamo da un punto prettamente tecnico, sa assolutamente cantare. Mara dice che cerca qualcosa di diverso e non lo fa sedere. Concordo.

Il rapper Boro Boro e i suoi testi sui generis. Resto sempre un po’ interdetto, come l’altra volta. La melodia è divertente. In effetti il problema delle cover, con i rapper è un discorso aperto. Per me è no. Per Mara Maionchi anche.

Pjero canta Cat Stevens, la mitica Father and son. Voce molto scura accompagnata con la chitarra, interpretazione molto matura per essere un ragazzo di vent’anni, a tratti anche eccessivamente drammatica. Inglese così così, ma ci si può lavorare sopra. Si siede.

Anastasio e la sua reinterpretazione in chiave rap di Generale di Francesco De Gregori, un testo riscritto completamente, struggente, che parla di guerra, mine antiuomo e padri che lasciano i figli,  fratelli che lasciano sorelle, uccisi dalle bombe. Pelle d’oca. Ovvio switch con Matteo Arua.

Emanuele Bertelli canta Location di Khalid, al piano: voce scurissima da crooner, a 16 anni. Impressionante, per bravura e per tenuta del palco. Lo fa sedere, con uno switch con Pietro Salvatore.

Gruppi (coach Asia Argento)

  • Inquietude
  • Red Bricks Foundation
  • Bowland
  • Moka Stone
  • Seveso Casino Palace

Dequivers con Because of you degli Skunk Anansie. La voce del cantante non mi piace per nulla e anche questa versione del pezzo, eccessivamente urlata, personalmente mi disturba, come tutti quelli che cantano così. Bocciati anche dalla Argento.

Akira Manera cantano Coccodrilli di Samuele Bersani, in versione acustica, comprese le percussioni. Divertenti, voci non straordinarie ma l’effetto è sicuramente interessante. Li fa seder, poi però si alzano.

Red Bricks Foundation cantano Someday degli Struts e il fatto che il frontman sia pettinato e somigli proprio a Luke Spiller forse non è un caso. Però non sono una copia, sono convincenti, energetici e credibili.

In the loop cantano i Soundgarden, con arrangiamento elettronico e loop station: senz’altro moderni, contemporanei, molto bene inquadrati. Meritano assolutamente una sedia. Si siedono, con qualche dubbio. Poi vanno fuori.

Kafka sui pattini con Falla girare di Jovanotti. Non sono particolarmente amante di questo modo di cantare e di questo tipo di sound, però c’è un affiatamento fra il gruppo e l’effetto è talmente straniante da funzionare.  Da vedere su altri pezzi, ma funzionano. Si siedono, poi devono alzarsi.

Carousel 47 con Da sola in the night di Takagi e Ketra con Tommaso Paradiso ed Elisa. Tutto molto inutilmente forzato ed urlato, grande caos. Non ci siamo. Bocciati.

Bagles and wine, Next to me degli Imagine Dragons. Buona armonia, ma complessivamente non particolarmente brillanti. Bocciati.

Moinè e la loro versione elettronica di Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De Andreè. Affascinante, a tratti magnetica. Lei ha una bella voce e l’arrangiamento elettronico in stile milonga-house non snatura la melodia del pezzo. Mara Maionchi li distrugge, asfaltati anche dagli altri. A casa.

Seveso Casino Palace, anima rock pienissima, cantano un pezzo che sta molto nelle loro corde. Sono genuini, onesti musicalmente, lei ha una voce  veramente graffiante. Dentro.

Inquietude, versione sperimentale di Anna di Lucio Battisti, con un violino incastrato in mezzo ai beat. Effetto molto straniante, lui canta con la giusta intensità, senza sembrare finto. L’operazione regge. Li fa sedere, al posto degli Akira Manera.

Moka Stone riscrivono in italiano un testo dei Rage Against the machine, io ho un po’ noia di queste cose qui, Asia Argento no e li fa a sedere al posto dei Kafka sui pattini.

Bowland arrivano dall’Iran e sono forse la cosa migliore sentita negli ultimi anni a X Factor. Stavolta portano Stereophonics, Maybe tomorrow. Si confermano: ipnotici, freschi, moderni, forse la proposta più internazionale del talent, di sempre.Dentro.

Composti dunque tutti i team che accederanno agli Home Visit: dei 20 artisti selezionati, solo 12 entreranno nei live, dove è stata ufficializzata la sostituzione come giudice, di Asia Argento, esclusa per i noti motivi extramusicali, con Lodovico Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale. Le altre due squadre sono così composte:

DONNE UNDER 24 (coach Manuel Agnelli):

  • Ilaria Pieri
  • Martina Attili
  • Luna Melis
  • Sherol Dos Santos
  • Camilla Musso

OVER 24 (coach: Fedez):

  • Matteo Costanzo
  • Jennifer Milian
  • Renza Castello
  • Gaston Gordillo
  • Naomi Rivieccio

 

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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