Alla scoperta del nuovo fenomeno Noa Kirel: tre volte Best Israeli Act a soli 19 anni

Se gli MTV European Music Awards avessero ancora il premio per il miglior artista europeo, lei oggi sarebbe una probabile vincitrice. Di sicuro Noa Kirel è uno dei nomi prominenti della musica europea e mediorientale. Classe 2001, ha vinto per la terza volta consecutiva il Best Israeli Act (nel 2019 non è stato assegnato) agli MTV Europe Music Awards.  Figlia della Aliyah, la diaspora del popolo ebraico verso la terra di Israele, la rappresenta appieno (genitori di origine ashkenazita, cioè europea e sefardita, cioè marocchina).

La sua è una storia particolarissima. Sponsorizzata dal padre, che le fa anche da manager, è stata lanciata da un programma tv nel quale venivano proprio mostrate le vite e le carriere di giovani talento sui quali i rispettivi genitori avevano investito tempo e denaro. In breve tempo, il suo talento è esploso, tanto che ha firmato rapidamente  un contratto multimilionario firmato con l’etichetta discografica americana Atlantic Record.

Giudice di ben due talent show a nemmeno 20 anni, è finita sul Washington Post per una scelta curiosa: arruolarsi nell’esercito israeliano. Niente di apparentemente diverso da quello di tanti giovani della sua età, se non fosse che appunto, lei non è una giovane qualunque ma la cantante pop del momento in Israele. E l’esercito, che l’ha accolta, ha dovuto riadattare il proprio concept di leva militare per andare incontro alla popstar. Nonostante Noa Kirel non sia stata la prima celebrità ad arruolarsi, nessuno del suo calibro fino ad ora aveva indossato la divisa. Per esempio:  il giorno dell’arruolamento stesso era stato anticipato di due settimane, in modo tale che lei potesse affrontare la procedura burocratica da sola e non insieme alle sue coetanee.

Per lei parlano i numeri: diversi singoli al primo posto e una lunga scia di collaborazioni di livello: l’ultima quella qui sotto, con Nicki Minaj, Jason Derulo e Ty Dolla Sign, versione bilngue di quella ‘Million dollar’ cantata in solo ebraico con Shahar Saul.

 

I suoi brani hanno tutti un sound assolutamente internazionale, sospeso fra il pop, l’urban e la trap. “Drum“, uscito per una campagna promozionale, ne è un altro esempio, ma anche brani interamente in ebraico come “Ba Li otcha”, “Pouch” ed il duetto con l’israeliano di origine togolese Stephane Legar “Tikitas” sono produzioni di alto livello. Meriterebbe i palcoscenici internazionali, perchè le carte in regola per fare bene ci sono tutte.

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