Melancholia, “Siamo spiazzati dall’affetto ricevuto”. La nostra intervista
Abbiamo avuto l’onore di intervistare i Melancholia, band di Foligno che ha partecipato all’ultima edizione di XFactor riscuotendo un successo notevole. Benedetta Alessi, Fabio Azzarelli e Filippo Petruccioli hanno risposto alle nostre domande e raccontandoci il loro lato più “intimo”.
Prima di XFactor i Melancholia erano già una band affermata, avete vinto anche un concorso per band emergenti (Emergenza Festival, ndr), quindi già avevate un nome nel mondo della musica. Poi è arrivato XFactor, da cui siete usciti, permettetemi di dirlo, da vincitori morali. Come avete preso questa valanga che vi ha travolti?
“Beh l’abbiamo presa proprio come si prende una valanga, bella e in faccia. Siamo rimasti molto spiazzati proprio dall’affetto ricevuto e dall’effetto che poi ha avuto su di noi e sul percorso che abbiamo fatto, quindi siamo stati travolti da ogni genere di cosa sia a livello emozionale che a livello di cose che poi ci sono tornate indietro, perché comunque dopo una settimana è uscito il nostro album ed è stato comunque apprezzato, quindi siamo rimasti un po’ con i piedi per terra e siamo usciti abbastanza confusi e logorati perché l’esperienza di XFactor è bellissima ma al contempo molto faticosa a livello emozionale, quindi eravamo un po’ in confusione tra quello che era successo e quello che ci stava per succedere, e la nostra reazione è stata questa”
Pochissimo tempo dopo la vostra eliminazione a XFactor è uscito il vostro primo album, “What Are You Afraid Of?”. Da cosa deriva questo titolo e soprattutto cosa raccontate in questo lavoro?
“L’album diciamo che spiega, traducendo il nome dall’inglese in italiano, di cosa abbiamo paura noi. Nei nostri pezzi vengono raccontate più tematiche che ci hanno coinvolti in questi cinque anni di crescita sia personale che musicale, e cerchiamo appunto di raccontare in maniera anche molto seria ma più che altro immersiva e incisiva quello che viviamo, le esperienze che toccano la nostra vita quotidiana.”
Malgrado questa valanga vi abbia travolti, voi siete rimasti legati alla vostra terra, siete ancora diciamo legati a quello studio di registrazione di Perugia e quindi diciamo che non vi siete spostati e siete rimasti con i piedi per terra malgrado tutto. Come mai questa scelta?
“La scelta di rimanere qui in studio è data dal fatto che qui abbiamo creato tanto di quello che si è poi visto durante il percorso che abbiamo fatto a XFactor e non solo, anche l’album stesso deriva da noi che lavoriamo in questo studio. In più ci viene il fatto che siamo legati a tutte le persone che collaborano con noi in maniera proprio familiare. Lo stesso Diego (Radicati, ndr) che noi consideriamo il nostro quarto componente, passiamo intere giornate insieme a lui in studio a scrivere musica e avere nuove idee. Qui abbiamo tutto l’occorrente per poter creare, se poi bisognerà uscire dalla nostra terra per fare migliorie e avere altri input esterni lo faremo, ma per ora noi abbiamo una casa e una base, si trova qui a Perugia ed è l’Urban, però siamo anche aperti a collaborare e a prendere iniziative e avere nuovi input anche esterni.”
A proposito del vostro percorso, mi riferisco soprattutto a XFactor, per tutti quanti (me compreso) la vostra eliminazione è stata ingiusta. Come l’avete vissuta? Vi siete accorti subito dell’affetto nei vostri confronti da parte del pubblico?
“Diciamo che nell’esatto istante in cui siamo stati eliminati è calato un panno nero davanti ai nostri occhi, quindi non ragionavamo nemmeno più. Ci sono stati momenti di scarsa lucidità soprattutto per colpa mia (Benedetta ride, ndr) però diciamo che penso sia dovuto anche al fatto che stavamo dando veramente tutto quello che avevamo e il primo pensiero nostro è stato -tutto quello che abbiamo non è abbastanza-, pur magari errando però in quel momento ti fai anche prendere un sacco da ogni tipo di emozione negativa per cui non riesci a vedere positivo in quel momento. Il massimo dello sfogo appunto l’abbiamo raggiunto alla fine a Hot Factor, in cui si è chiaramente vista la nostra poca lucidità (ride, ndr), e abbiamo voluto mostrare tutta la rabbia, tutto quello che ci è stato messo dentro in quei due mesi di permanenza che comunque è stato tanto dal punto di vista emozionale.”
Sì, ma mostrando tutta quella rabbia ci avete mostrato un’esibizione fantastica, quell’esibizione a Hot Factor sulle note di “Alone” penso sia stata tra le migliori non solo dell’ultima edizione del programma ma di tutto XFactor da quando è arrivato in Italia, quindi comunque siete riusciti a lasciare il segno, è stata un’esibizione da lacrime agli occhi. Malgrado la rabbia, la scarsa lucidità, penso che sentiremo ancora parlare di questa vostra performance di commiato
“Sì, è stato un messaggio di addio in qualche modo, comunque la chiusura del nostro percorso, e credo che non poteva avere una chiusura migliore perché noi siamo entrati a XFactor con l’intento di voler suonare e siamo andati via suonando, quindi penso che meglio di così veramente non poteva andarci.”
Al vostro rientro a casa come siete stati accolti?
“Io (Benedetta, ndr) in un primo momento ho fatto avanti e indietro perché il ritorno a casa l’ho vissuto in maniera un po’ negativa. Tenevo tantissimo al fatto di poter suonare tutte le settimane e di vivere questo ambiente, rispetto a Fabio e Filippo sono stata molto più lenta a riabituarmi alla vita normale di quando siamo a casa. Il mio cervello aveva completamente dimenticato la vita prima del 9 ottobre, di quando siamo partiti, quindi è stato difficilissimo riadattarci a un’altra realtà. Fabio e Filippo sono stati molto più equilibrati, come sempre lo sono rispetto a me, e l’hanno vissuto abbastanza bene.” (Prendere la parola Fabio) “È stato un bel ritorno, con tutta la gente che ti conosce e che ha fatto il tifo per te, che è quasi più contenta per come sia andata.” (Interviene Filippo) “È un sogno che si avvera.”
Tra l’altro molto probabilmente avete avuto tutto questo successo anche grazie all’eliminazione prematura: il pubblico ha dato molto più affetto a voi che ai finalisti, e credo non sia mai successo nella storia del programma. Con il senno di poi potete considerare questa eliminazione come una vittoria, quasi una manna dal cielo visti i risultati?
“Noi siamo fieri di essere stati i primi, all’interno di XFactor a far uscire un album perché appunto ci abbiamo lavorato già per cinque anni, siamo entrati che l’album era già finito, quindi per noi è stato veramente incredibile pubblicare una settimana dopo la nostra eliminazione un album di nove tracce con solo pezzi inediti, tra cui Léon e Alone che sono i due singoli che abbiamo portato a XFactor. Il riscontro positivo l’abbiamo visto anche in questo, invece di fermarci siamo usciti subito con l’album, e lo speravamo da tempo, perché avevamo questo progetto in cantiere e stavamo aspettando da tantissimo tempo.”
Toglietemi una curiosità: com’è Manuel Agnelli come persona?
“Manuel Agnelli è un papà. È esattamente un papà, ci ha sempre trattati con molta familiarità, è stato duro con noi quando doveva essere duro e si è complimentato con noi quando doveva complimentarsi. È sempre stato estremamente giusto con noi della sua squadra, con i Little Pieces of Marmelade ci conosciamo da due anni, ma con i Manitoba abbiamo legato molto perché è stata un’edizione che ha portato molta unione tra i concorrenti nonostante le distanze imposte per il virus, però anche Manuel ci ha sempre uniti come gruppo ed è stato il collante tra i gruppi.”
Beh, è molto bello quando si trova una persona che vi guida come un padre, e immagino sia stato bello anche incontrare una persona così grande (perché Manuel Agnelli ha fatto la storia della musica italiana) che è anche così umano e così paterno
“Assolutamente, tra l’altro nel momento in cui siamo stati eliminati lui ha espresso il suo disappunto, anzi ha pianto con noi. Ha pianto decisamente con noi! (Ride, ndr) Eravamo tutti nel backstage abbastanza sconvolti per quello che era successo, c’era anche Rodrigo D’Erasmo, e abbiamo pianto insieme, che è una delle cose più intime che possono succederti con una persona.”
Vi ringrazio per questo spazio che ci avete concesso, ma prima di salutarvi ho un’ultima domanda. So che avete fatto una cover in italiano, “La Bambola” di Patty Pravo, ma pubblicherete mai un vostro singolo in italiano?
“Non lo sappiamo, ci stiamo lavorando perché in questo momento è inutile e controproducente porsi dei limiti, dato che dobbiamo vivere già un momento storico che è abbastanza complesso che ci pone dei limiti noi stessi non dobbiamo metterceli, quindi non lo sappiamo però lavoreremo su più fronti e cercheremo comunque di dare sempre noi stessi e di essere sempre quello che siamo senza mai snaturarci, perché la lingua sì è fondamentale però potrebbe non cambiare il nostro carattere e la nostra personalità.”
Grazie per tutte le emozioni che ci regalate
“Grazie a voi, per noi è un piacere ed è assolutamente positivo che arrivino.”
Auguro a questi 3 ragazzi un successo internazionale. Da quando li ho conosciuti non faccio altro che ascoltare la loro musica e il loro EP. Riescono a trasmettere emozioni che fanno vibrare le corde più profonde dell’anima. Era tanto che non mi succedeva più….
Complimenti anche al giornalista che è riuscito a cogliere la vera anima della band con domande mirate e a tratti intime.