Aspettando Sanremo 2021: 15 ritornelli appiccicosi dimenticati che non smetterete di cantare
Domani si apre il sipario sul Festival di Sanremo 2021 ed Euromusica, come sempre, per tutta la settimana, diventa un blog monotematico. Abbiamo deciso quest’anno di inaugurare la settimana sanremese con la proposta di 15 canzoni dimenticate dai ritornelli irresistibili. Che non vuol dire canzoni bellissime con ritornelli altrettanto bellissimi, ma solo canzoni con ritornelli che entrano rapidamente nella testa. Buon viaggio nei ricordi, alzate il volume delle casse.
1- Pincapallina- Quando io
La rivincita dei brutti nella testo cantato da Annalaura ‘Aua’ Avanzi: “Cosa c’è di strano se ti amo, brutto come sei, tutto ciò che è mio ti darei, cosa c’è di strano se ti amo, fatti miei“. Il brano scivolò nelle retrovie della sezione nuove proposte 2001, lei canta ancora, ora da solista.
2 – Lollipop- Batte forte
Lasciate stare la miserrima performance sanremese (peraltro, questa è la migliore delle cinque): il pezzo è uno dei più forti e radiofonici passati al festival in tempi recenti (provate a sentire la versione studio). Loro furono sbattute nel frullatore di Sanremo senza alcuna esperienza appena uscite da quel disastroso talent che fu Popstar. Oggi non sarebbe mai successo. Cinque secondi per far entrare in testa il ritornello. Come è noto, quattro di loro sono ancora in attività nel canto, una da solista e tre come Lollipop.
3- Gruppo Italiano- Anni ruggenti
Purtroppo il tubo non ci propone più la performance sanremese, che comunque non si discosta molto da questa qui che però naturalmente è in playback. Questo ed altri pezzi, con le loro coreografie: sarebbero stati degnissimi rappresentanti eurovisivi. Patrizia Di Malta oggi fa musica di ricerca, magari presto ne parleremo.
https://www.youtube.com/watch?v=mevuSxveabE
4 – Antonella Arancio- Ricordi del cuore
Ursula Arancio, in arte Antonella Arancio, nel 1994 era una giovane esordiente catanese ed il suo pezzo è il modello esatto dei pezzi sanremesi di metà anni 90, tutti fatti col generatore automatico di canzoni sanremesi, ma tutti diretti e radiofonici. Ed ha tutto per vincere la sezione Nuove Proposte. Se non fosse che quell’anno è in gara tale Andrea Bocelli. Arriva seconda e l’anno dopo vince il barrage fra i Giovani per entrare nei Big e poi chiude ottima nona. Antonella Arancio canta ancora, lontana dal mainstream.
5- Veronica Ventavoli- L’immaginario
Ora, noialtri maschietti a dire il vero si guardava più lei che il contesto, però il ritornello e tutta la melodia rimasero comunque in testa.Un pezzo – fra l’altro firmato da Diego Calvetti e Marco Ciappelli – perfetto per la sezione giovani di metà anni 90: peccato fossimo nel 2005. Ma Sanremo è Sanremo e quello che conta è che il pezzo si canticchi. E dunque anche le giurie la premiarono con un ottimo terzo posto. Veronica Ventavoli canta ancora, anche lei lontana dal mainstream.
6 – Jo Chiarello- Che brutto affare
La voce stridula e l’abbigliamento da sexy monella, perfetto per gli anni 80. Maria Concetta “Jo” CHiarello, già Miss Teenager debutta a Sanremo nel 1981 a 18 anni da compiere. Con un pezzo scritto da Franco Califano, nel pieno della sua ispirazione quando si parla di queste tematiche. Talmente diretta da essere diventata un successo radiofonico pur eliminata dalla finale. A 40 anni esatti di distanza, è ancora a suo modo un piccolo capolavoro. Jo Chiarello, che tornò in gara nel 1989, oggi insegna canto e incide ancora.
7- Francesco e Giada- Turuturu
“Oggi ho un turuturuturu per la testa che fa turuturuturu e non mi passa”. Sanremo e gli amori adolescenziali, un legame indissolubile. Uno dei contributi più appiccicosì è senz’altro questo pezzo scritto dallo stesso Boccia e da Gianfranco Caliendo, padre di Giada nonchè musicista della band anni 70 Il Giardino dei Semplici. Eh, come dite? Si, Francesco Boccia è quello che nel 2015 vincerà Sanremo come autore di ‘Grande amore” de Il Volo, poi terza all’Eurovision. E quest’anno è l’autore del brano di Orietta Berti. Giada Caliendo aveva 16 anni nel 2001, quindi è ancora in piena attività.
8- Pitura Freska- Papa Nero
“Sarà vero? Dopo Miss Italia avere un Papa Nero, no me par vero“. La predizione di Sir Oliver Skardy della sua truppa, nell’anno in cui il concorso di bellezza è vinta appunto da una ragazza di pelle scura, Denny Mendez, deve ancora avverarsi. Ma il pezzo fece centro nelle radio. La band si è sciolta, il solista canta ancora.
9- Statuto- Abbiamo vinto il Festival di Sanremo
Il pezzo portò una discreta sfiga al gruppo torinese che è in gara fra i Giovani 1992, arriva in finale per il rotto della cuffia e lungi dal vincere arriva nono ed ultimo. Ma il brano funzionò parecchio, arrivando nella top 10 italiana, che per un pezzo delle Nuove Proposte è sempre un signor piazzamento. “Ora non siam più, senza occupazione: ci han chiamati artisti, adesso chi ci ferma più”. Gli Statuto si avviano a festeggiare a breve 40 anni di onoratissima carriera.
10- Gianni Mazza- Il lazzo
Quel goliarda del maestro Gianni Mazza nel 1991 si iscrive al Festival, ma alla sezione Novità, nonostante la lunga carriera. E diventa il primo della storia sanremese a scrivere, comporre e cantare il suo pezzo dirigendo contemporaneamente anche l’orchestra. “Cantiamo forte tutti insieme lazzo, sempre più forte noi gridiamo lazzo, finchè qualcuno non reclamerà, che abbiamo rotto l’azzo“. La simpatia arboriana non gli valse un posto in finale.
10- Bertin Osborne- Eterna malattia
Le donne andarono in sollucchero per l’interprete spagnolo, che giunse a Sanremo sull’onda di alcuni grossi successi radiofonici, che poi altro non erano che riproposizioni italiane di sue hit in spagnolo. Luigi Albertelli, scomparso in questi giorni, ed Enzo Malepasso gli consegnano una hit che non andò bene al Festival (appena 14.) ma fu un ottimo successo radiofonico. Osborne era già famoso in Spagna, la sua popolarità aumenterà. Nobile ed amico della Corona, è tuttora in attività.
11- Julie- Cuore Bandito
Il brano segnava il ritorno alle scene di Angela Cracchiolo, in arte Julie, già protagonista di un periodo di successo in coppia con Angelo Todrani (il papà di Giorgia) come Juli & Julie. In una rassegna con diversi bei pezzi, questo motivo che risente ancora degli anni 70 resta immeritatamente fuori dalla finale. Sarà recuperato anni dopo dalle tante orchestre da ballo, delle quali diventerà un must. Julie si è ritirata dalla musica da oltre 30 anni.
12- Gerardina Trovato- Gechi e vampiri
Privata di una vittoria che avrebbe largamente meritato e che dopo le prime serate sembrava in tasca dal regolamento che prevedeva la possibilità per un solo giurato di decidere di fatto il vincitore, il brano ha uno di quei ritornelli che si appiccicano addosso in un attimo. Ed infatti fece grande presa sul pubblico. Gerardina Trovato è riapparsa nel 2020, raccontando le sue attuali difficoltà. Meriterebbe un ritorno sul palco.
13 Milk & Coffee- Quando incontri l’amore
Quando parliamo di ritornelli appiccicosi, ci sono anche questi, a corredo di un pezzo vietato ai diabetici. Lo schlager italiano passava anche da questa roba qui, che era fuori tempo già nel 1982 e che però, con un inciso orecchiabile, riesce comunque a fare breccia. Tanto più che i Milk & Coffee in quegli anni erano nel pieno del successo. Considerate che loro arrivarono sesti, davanti a Mia Martini e Stefano Sani. “Quando incontri l’amore/Batte forte il tuo cuore /E ti sembra che tutto sia migliore“. Sic. I Milk & Coffe cantano ancora, ma del nucleo originale è rimasta solo la bionda Morena Rosini.
14 Franco Fanigliulo – A me mi piace vivere alla grande
Nel 1979 Franco Fanigliulo, esordiente al Festival avrebbe largamente meritato la vittoria. Ma era troppo lontano e fuori schemi per il Sanremo di quegli anni, tanto che il brano subì una censura e parti del testo persero di forza: “Bagni di candeggina” non è lo stesso che “Foglie di cocaina”, per dire. “Ho un nano nel cervello, un ictus cerebrale”: dieci anni dopo Fanigliulo morirò proprio per una emorragia cerebrale. Agghiacciante, a pensarci.
15 Armando De Razza- La Lambada strofinera
Sempre in tema di arboriani, nel 1990 troviamo fra le Nuove Proposte l’attore romano Maurizio De Razza, che ripropone sul palco dell’Ariston il personaggio reso celebre dalla trasmissione DOC Club di Renzo Arbore, ovvero il fantomatico cantante spagnolo sullo stile di Julio Iglesias, Armando De Razza. “La lambada strofinera” è cantata in spagnolo maccheronico, anche se lui dice “Yo no soy spagnolo, soy escobarita” rifacendosi alla sua canzone “Esperanza d’Escobar”, inserita in un album comprende altri pezzi mitologici come “Tanf de Merd”, “Amalia de Lana”, “Dolores de Pansa”. Maurizio De Razza è in attività come attori.