X Factor 2024, i Bootcamp: fuori dai giochi Giulia Mei ed è un deja-vu con Anna Castiglia

Inizia ufficialmente la seconda fase di X Factor 2024, i Bootcamp con il maledettissimo gioco delle sedie che da cinque scendono a quattro. I giudici hanno avuto le squadre, formate da 12 concorrenti di cui fanno parte i rispettivi X Pass e scelte dal team musicale, e hanno fatto i relativi scambi per trovare la quadra. Come al solito non sono mancate le sorprese e, soprattutto, le scelte discutibili.In rosso gli artisti entrati.
Jake La Furia
Gaia Bianco canta “Pookie” di Aya Nakamura (con delle barre in napoletano). Un brano oggettivamente forte, in lingua francese, eseguito da un’artista che non ha bisogno di presentazioni. Non al top vocalmente ma comunque un’esecuzione complessivamente buona. Si siede ma si alza per far sedere Elmira Marinova.
Massimo Poli in arte Novecento canta “Lover, you should’ve come over” di Jeff Buckley. Dare giustizia a questo brano, chitarra e voce, non è per nulla semplice. Probabilmente non la scelta più azzeccata, ed è un peccato perché ha un potenziale indiscutibile ma manca una direzione ben precisa. Si siede ma poi deve fare posto a Francamente
Lunaspina Caruso porta se stessa eseguendo “Lunaspina” di Ivano Fossati. Non c’è molto da dire, se non che questa donna ha una voce sublime, da pelle d’oca, e non a caso è standing ovation per lei. Il punto però è sempre e soltanto uno: dove la collochiamo nel mercato discografico? Jake La Furia ha gusti musicali lontanissimi dai suoi e, inspiegabilmente, non la fa sedere.
I Potara realizzano una cover di “Smells like teen spirits” dei Nirvana eseguita alla loro maniera. Manuel Agnelli, laconico, sentendo le prime note dice “Già mi fa cagare” e poi si butta per terra nascosto dalla poltrona con le orecchie tappate. Questa sera Kurt Cobain è morto due volte, ma a Jake la loro performance piace e li fa sedere
Andrea Grassi in arte Fiori d’artificio esegue il suo inedito “Sofia”. Sulla scrittura possiamo soprassedere, di sicuro ci sa fare con l’interpretazione. Jake non ama il genere indie, ma non lo disprezza. Lo fa sedere ma si alza per dare spazio agli Speakeasy
Lorenzo Carissimi esegue “Penso positivo” di Jovanotti (parzialmente riscritta). Il palcoscenico lo riempie senza problemi, simpatico il suo stile di scrittura, il pubblico si lascia andare a una standing ovation ma Jake non è convinto e non lo fa sedere. Gli augura comunque il meglio per il futuro, anche El Ma dietro le quinte gli suggerisce di non mollare.
Elmira Marinova in arte El Ma esegue “Stop this flame” di Celeste. Un gran pezzo dance, difficile da eseguire dal punto di vista vocale, ma lei riesce a “dominarlo” senza problemi. Jake la prende in giro: “Abbiamo un problema, tu non parli bene l’italiano”. Poi però la fa sedere al posto di Gaia Bianco
Gli Speakeasy portano una cover di “Una giornata uggiosa” di Lucio Battisti eseguita alla loro maniera, un po’ scanzonata e molto movimentata. Una versione fresca e piacevole di un brano che è eterno, per cui risultano totalmente convincenti. Performano bene, sanno suonare e il cantante ha una bella voce. Si siedono al posto di Andrea Grassi, poi si alzano per far sedere i The Foolz
Gli SGA presentano la loro “Gelati”. Sembra qualcosa sia fuori posto, tanto che la ragazza del duo tocca l’auricolare. D’altronde l’esecuzione era totalmente fuori tempo, impossibile pensare a un loro percorso nel programma. Non si siedono.
Francesca Siano in arte Francamente esegue il suo inedito “Paracadute”. La standing ovation, anche dei giudici, è eloquente. Manuel Agnelli dice lo definisce “Il più bell’inedito che abbia mai sentito a X Factor” e ha ragione: è un gran bel pezzo, eseguito in maniera molto originale ma comunque bene. Si siede al posto di Massimo Poli
Giovanni Fausto Meloni in arte Ozymandias presenta il suo inedito “Control”. Bella voce nel cantato, ma nel rap (per quanto possa essere brutto da dire) aveva un non so che da Trucebaldazzi. Forse era il testo estremamente duro, forse un flow non totalmente a punto, di sicuro però Jake La Furia di rap ne capisce a pacchi e definisce il pezzo fortissimo. Non lo fa sedere perché “Lui è un rapper forte, questa non è la sua passerella”.
I The Foolz riscrivono in italiano “Ça plane pour moi” di Plastic Bertrand. Lo riscrivono bene, lo eseguono bene, sono belli da vedere e riempiono il palco alla grande con il loro grande e innegabile talento. Sono credibili e hanno il potenziale per fare molto bene, infatti Jake li porta agli Home Visits. Si consulta con gli altri giudici per avere un consiglio e sceglie di farli sedere al posto degli Speakeasy.
Achille Lauro
Andrea Astolfi si esibisce nel suo inedito “Time break”. Lo stile ricorda neanche troppo vagamente Selah Sue, siamo ai livelli di “Raggamuffin” e forse è un po’ troppo copia di mille riassunti. Si siede ma poi fa posto a Lorenzo Salvetti.
Eva De Santis esegue una cover di “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André. Lo stile di scrittura è bello, naturalmente da rapper ha riscritto il pezzo, ma di base confrontarsi con De André non è semplice. Senza dubbio c’è del potenziale e ci sono anche margini di miglioramento. Non si siede.
Matilda Balconi propone “Dancing with myself” di Billy Idol. Ci sono molti dubbi, la performance non convince perché è sbagliata la tonalità e la cover in generale è risultata piatta. Si siede ma cede il posto a Giulia Mei.
Giulia Covitto si esibisce su “Rid of me” di PJ Harvey. Sa cantare, sa suonare, ha un timbro di voce molto alla Shirley Manson (storica voce dei Garbage), ma Lauro ha dei dubbi. Comunque si parla di un potenziale talento. Si siede ma deve alzarsi per far sedere i Patagarri.
Domenico Giovanni Pini in arte Djomi propone una cover di “Without me” di Eminem. Sicuramente è stata una performance buona, anche le parti riscritte erano molto interessanti, però confrontarsi con Eminem è tutt’altro che facile. Achille Lauro non lo fa sedere.
Les Votives eseguono “Bang bang” di Cher. L’hanno fatta loro, non hanno sbagliato nulla. A livello di perfezione siamo sullo stesso piano della prima storica audizione dei Måneskin. Standing ovation meritata, c’è solo un però: vogliono cantare in inglese. Manuel Agnelli giustamente ricorda che i Måneskin, nel 2021, hanno vinto l’Eurovision con un pezzo in italiano (“Zitti e buoni”, ovviamente). Lo stesso Achille Lauro, che l’Eurovision l’ha fatto nel 2022, è stato eliminato in semifinale. Si siedono.
Samia Pozzobon propone “Too late” di Madame e Nitro. Fa un errore, ma comunque la performance era tutt’altro che a punto e lei stessa se n’è resa conto. Nulla da fare, Lauro non la fa sedere.
Giulia Catuogno in arte Giulia Mei si esibisce su una cover di “Hey you” dei Pink Floyd. Sì vabbè, magari l’arrangiamento non era fedele all’originale, magari ha snaturato totalmente il pezzo, manca quell’iconico urlo, ma chissenefrega! È una cantautrice, una musicista, ha una personalità che al giorno d’oggi hanno in pochi ed è perfetta in tutto quello che fa. Si siede al posto di Matilda Balconi, ma poi si alza in maniera totalmente illogica per dare spazio a Ibrahim Gubilawi. È un deja-vu, Anna Castiglia docet.
Lorenzo Salvetti porta “Destri” di Gazzelle. Da oggi in poi lo prenderemo come esempio per la perfezione. È standing ovation più che meritata, ha portato sul palco da solo davanti al microfono un pezzo che è bellissimo, difficile da eseguire, ma ha fatto qualcosa di meraviglioso. Si siede al posto di Andrea Astolfi.
Ibrahim Gubilawi propone “Doo Wop (That thing)” di Lauryn Hill. L’esecuzione è molto buona, Ibrahim ha fatto suo il brano e ha senza dubbio proposto qualcosa di interessante e unico nel suo genere. Si siede al posto di Giulia Mei perché Lauro vede un progetto ben definito. D’altronde una cantautrice e musicista che per tre anni di fila è arrivata in finale a Musicultura non è mica un progetto ben definito, no no…
Daniela Di Cicco si esibisce in una cover di “Tutti” di Calcutta. Sicuramente questa ragazza ha una bella voce e uno splendido controllo vocale. Il problema è che “Tutti” di Calcutta è un pezzo meravigliosamente intimo e personale, che andava eseguito in un modo molto più sentito e non come una semplice cover. Non si siede.
I Patagarri eseguono “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli in una versione che dell’originale ha solo melodia e testo. L’arrangiamento è totalmente stravolto, perde totalmente il senso di dolcezza e delicatezza che questo brano può regalare. Sono bravi, anzi, bravissimi, però non hanno né versatilità né possibile collocazione discografica. Achille Lauro vuole provare a sobbarcarsi una band come loro e provare a lavorare con loro. Li fa sedere al posto di Giulia Covitto.
La prossima puntata, con i Bootcamp di Paola Iezzi e Manuel Agnelli, sarà giovedì 10 ottobre. A seguire sarà naturalmente il momento degli Home Visits, l’ultimo atto prima dei Live.