Alla scoperta del rock di protesta degli ungheresi Carson Coma

Erano in corsa alle selezioni di Una Voce per San Marino ed è incredibile che non siano riusciti ad approdare alla finale, visto il blasone e la qualità delle produzioni. Sono i Carson Coma, band ungherese che ha fatto del rock, principalmente in magiaro ma non solo, la propria cifra stilsitica.
“Daddy said no” è il brano con cui sono approdati alla semifinale di ripescaggio, un singolo inedito che fa seguito ai quattro album della band. Best Hungarian Act agli MTV Music Awards 2022, probabilmente sarebbero stati una ottima proposta eurovisiva anche per il loro Paese se la tv non si fosse ritirata volontariamente su ordine del premier Orbàn.
Del quale peraltro non sono affatto amici: durante un evento con molti altri artisti, la band si è esibita con una t-shirt dove c’era scritto “Gli omofobi sono Gay”, in protesta contro le politiche del Governo contro il mondo LGBT. In un’altra canzone, definiscono “mascalzone” Orbàn cristicando il sistema politico ungherese: la cosa gli è costata fra l’altro il ban dalla radio tv pubblica oltre alla cancellazione di un loro evento che era stato organizzato dalle istituzioni magiare.
Certamente, la loro produzione è estremamente interessante come confermano anche altri brani, per esempio “Pluzs egy (+1)”, contenuto nell’album “IV” del 2023 o “Frida Kahlo”, in cui compare in qualità di featuring il cantautore Beton Hofi. Ma è interessante anche “Paul Mc Cartney halott?”, ovvero “Paul Mc Cartney è morto?”, che come il precedente mescola il pop al rock, sempre in ungherese.
Lontani dal mainstream, i Carson Coma hanno però una ottima attività live in giro per l’Europa.