Elena Mil con “La ballata dell’inferno” vince Musicultura 2025: silenzio video per le due serate

Elena Mil, al secolo Elena Caglioti, 24 anni, milanese di Lissone, vince la trentaseiesima edizione di Musicultura col brano “La ballata dell’inferno” eseguita voce ed hukulele. Al teatro Sferisterio di Macerata, Fabrizio Biggio e Carolina Di Domenico hanno condotto due serate come al solito con musica di grande qualità, che ha visto ospiti di rilievo: Antonella Ruggiero, Eugenio Finardi, Riccardo Cocciante (che ha ricevuto il premio alla carriera), oltrechè un cameo in video di Simone Cristicchi: a vent’anni dal suo esordio a Musicultura, Cristicchi ha recitato dalla biblioteca di Macerata la “Ninna nanna della guerra” di Trilussa. Presente inoltre il comico Valerio Lundini, che ha sorpreso tutti nella finalissima suonando “Oh! Susanna” con i tasti di un vecchio telefono fisso, numeri che hanno aperto una spassosa e surreale telefonata con un napoletano emigrato in Australia.
Elena Mil, nella sua canzone immagina la strana discesa agli inferi di una ragazza che si ritrova alle prese con un ambiguo “niente” che sembra essere all’origine di un dolore incomprensibile. “La ballata dell’inferno” è il suo primo brano, nato da un flusso di coscienza, in un pomeriggio di otto anni fa, e mai ritoccato. Da allora ovviamente la sua carriera si è sviluppata
Padre musicista fok, mamma ballerina, durante l’’adolescenza Elena Mil inizia a studiare violino classico, ma impiega poco a scoprire che le sue vere vocazioni sono il canto e la composizione. Con il corpo teatrale del suo liceo gira l’Italia come attrice-cantante e nel 2019, ottiene una menzione d’onore al Festival nazionale THAUMA per la sua interpretazione del Corifeo nell’Antigone di Sofocle.
Ha trionfato grazie ai voti dei 4800 presenti nelle due serate finali del Festival conquistando i 20 mila euro del Premio Banca Macerata che investirà nel suo primo album (14 brani sono già pronti) e il Premio per il miglior testo di 2.000 euro decretato delle giurie universitarie di Musicultura.
La cantautrice milanese ha prevalso sugli altri sette artisti vincitori finalistidel Festival:Alessandra Nazzaro di Napoli con la canzone “Ouverture”, Frammenti di Treviso con “La pace”, Ibisco di Bologna con “Languore”, ME JULY di Benevento con “Mundi”, Moonari di Roma con “Funamboli”, Abat-jour, Rieti con “Oblio” e Silvia Lovicario di Nuoro con “Notte”.
Doppietta di premi per i giovanissimi Abat-jour di Rieti, Marcello, Adriano, Liam, Gabriele e Ismail, tutti nati dopo il 2004, che con la canzone “Oblio” si sono aggiudicati La Targa della Critica Piero Cesanelli di 3.000 euro e Il Premio Nuovo Imaie, un riconoscimento di 10.000 euro per la realizzazione di una tournée.
Ad Alessandra Nazzaro di Napoli è andato il Premio La casa in riva al mare di 2.000 euro decretato da una giuria di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione di Ancona, impegnati in un percorso laboratoriale musicale del Festival. Grazie ad un permesso speciale, Valerio e Petrit, in rappresentanza della giuria della Casa di reclusione, hanno consegnato il premio ad Alessandra Nazzaro sul palcoscenico dello Sferisterio. Un’importante iniziativa di integrazione culturale per la rieducazione e il reinserimento del detenuto, promossa dal Garante dei diritti della persona della Regione Marche Giancarlo Giulianelli, segnalato nel 2024 come best practice dal Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
Il silenzio video e…non solo
Sin qui le notizie. Alle quali va sicuramente aggiunta la menzione del fatto che dopo l’ultima edizione un po’ troppo mainstream, Musicultura è tornata a proporre finalmente progetti ed artisti lontani dai riflettori. Non ha vinto forse il brano migliore (tuttavia i gusti sono soggettivi), ma gli otto progetti finalisti sono tutti di livello altissimo, confermando la vitalità dei giovani musicisti, che fanno fatica a vivere con le loro canzoni ma hanno tanto da dire. Elena Mil ha portato l’originalità di un prodotto ancora più essenziale, scarno forse fino all’eccesso, dove però proprio per questo motivo si presta attenzione al testo tutt’altro che banale.
Il lettore più attento si sarà reso conto, per il resto che nè chi scrive, nè il collega Beppe Dammacco eravamo a Musicultura: è successo per il secondo anno di fila e non per nostra volontà. Ma quest’anno, l’assenza è stata più rumorosa soprattutto per due motivi. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’ufficio stampa alla nostra richiesta di accredito. Badate bene, non una risposta negativa, che sarebbe stata poco comprensibile per una testata registrata ma legittima. No: nessuna risposta.
L’anno scorso tuttavia, abbiamo potuto raccontarvi l’evento comunque perchè veniva proposta una diretta social e YouTube delle tre serate. Quest’anno invece niente. Così siamo costretti a raccontarvi una manifestazione che amiamo (questa testata la segue da quando è online e non ne parlava ancora nessuno) solo per sommi capi. Un silenzio che non aiuta sicuramente chi lavora, che riduce il racconto live a quello di pochi fortunati: c’era la diretta su Radio 1, è vero, ma per chi deve raccontarvi colori, umori e sensazioni non è la stessa cosa.
Escludendo, non si fa il bene della manifestazione, soprattutto nell’era dei social, quando invece una diretta ne allargherebbe la diffusione. Ma tant’è.
Si potranno rivivere le intense emozioni delle serate finali di Musicultura 2025 solo il 15 luglio su Rai 2, in seconda serata, nel programma diretto da Duccio Forzano. Rai Italia diffonderà uno speciale Musicultura, firmato da Roberta Ammendola, nei cinque continenti: America Asia Europa Africa e Oceania.