Sanremo 2025, pagelle e classifica della prima serata: ecco la prima top 5 del Festival

Giorgia

Con tempi scanditi al secondo va in archivio la prima serata del Festival di Sanremo 2025. Un Festival di belle canzoni, ma piuttosto indietro nelle sonorità.  Cristicchi e Fedez colpiscono per il testo il primo e per l’arrangiamento moderno il secondo ma le cose migliori sono arrivate da Giorgia, Achille Lauro, JoanThiele, Brunori; Lucio Corsi e Serena Brancale. Male, malissimo Irama,  Rkomi oltre a Tony Effe.

Stasera votava la sala stampa radio-tv web e alla fine sono stati proclamati i primi cinque in ordine sparso: Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Achille Lauro

Le pagelle della prima serata

Gaia- Chiamo io chiami tu: Il reggaeton all’inizio è un modo per mettere alla prova l’ascoltatore. Se poi aggiungiamo che non è abbastanza reggaeton per colpire allo stomaco ma nemmeno troppo pop per fare invece breccia, il risultato è un cocktail insapore. Cantato bene, ma sempre insapore. NON CHIAMARE, BASTA WHATSAPP. VOTO 5

Francesco Gabbani- Viva la vita: Melodia non originalissima, anzi, leggermente polverosa. Ma è un Gabbani inedito rispetto alle precedenti prove sanremesi, con testo  che spiazza. Su disco andrà meglio che con l’orchestra, ma il brano crescerà con gli ascolti. L’OTTIMISMO È IL SALE DELLA VIA. VOTO 6.5

Rkomi- Il ritmo delle cose: Riesce nella non semplice impresa di non prendere nemmeno una nota. Come quattro anni fa ha un pezzo brutto e confusionario, penalizzato anche oltremodo dall’orchestra. Lui ci mette il carico con una prova vocale imbarazzante. CAOS DISORGANIZATO. VOTO 2

Noemi- Se t’innamori muori: All’ottava partecipazione, Noemi ha finalmente un pezzo per le sue corde e lei lo valorizza con una prova muscolare. Ballata di atmosfera firmata da Mahmood e Blanco, potrebbe essere una delle sorprese dell’edizione. GRAFFIANTE. VOTO 7.5

Irama- Lentamente: C’è talmente tanto autotune che si fa persino fatica a capire dove inizia la sua voce e dove invece lo strumento. Il brano è forse il peggiore di quelli portati sin qui a Sanremo: è già al quinto in sei anni nei big. Facciamo che basta. La cosa più bella sono le spalline da Michal Szpak (for Eurovision addicted only). IL CODICE PER VOTARLO E’ NO VOTO 3

Coma_Cose- Cuoricini: Al terzo festival la coppia è matura e deve anche essere andata a scuola di intonazione. Il pezzo è uno di più forti quest’anno, destinato a diventare un banger in radio. Siamo nel 1985, con dentro anche “Dove si va, a far l’amore dove si va” degli Stadio (e altre 7-8 canzoni, a dirla tutta). Ma è un brano non vi uscirà facilmente dalla testa. RINCORSA. VOTO 8.

Simone Cristicchi- Quando sarai piccola: Un buco con il testo intorno. La gente dell’Ariston, che come è noto non è giovanissima, si spella le mani ma lui ha preso una stecca enorme. Non facile, su un brano completamente privo di melodia e arrangiamento. CRISTICCHI THE NEW CUTUGNO.Perfetto per il festival democristiano di Conti.  VOTO 6.5

Marcella Bella- Pelle diamante: Il tema è un po’ sempre quello e per quanto condivisibile, ormai stanca. Divertente, anche ben cantato. Ma poco altro. Loredana Bertè 2024, ma acquistata su Temu.MADE IN CHINA. VOTO 6 (di stima).

Achille Lauro- Incoscienti giovani:Ballata convincente, sulla falsariga della sua recente hit “Amore disperato”. Convincente, diretto, perfino intonato, a tratti sembra di sentire De Gregori. In radio funzionerà molto, ma farà anche gara di testa. La più grande sorpresa del Festival. SPRINTER VOTO 9

Giorgia- La cura per me: Un brano meraviglioso, scritto – lo credereste? – da Blanco, che Giorgia valorizza con una prova vocale di altissimo livello. La cantautrice romana mette una fiche pesante per l’all-in. Ma dovrà superare lo scoglio televoto. BENTORNATA VOTO 9.

Willie Peyote- Grazie ma no grazie:  Il buon Willy aveva nel cassetto la B-side del suo pezzo del 2021, l’ha riadattato ai tempi e l’ha portato all’Ariston. Carino, divertente, dice anche cose interessanti. Ma è un compitino. INNO DEGLI ASOCIALI. VOTO 6.

Rose Villain- Fuorilegge: Rose Villain, punta alle radio. Il suo pezzo va riascoltato su disco. Nel complesso comunque, l’unica cosa che spicca è che ha migliorato l’intonazione (con qualche aiutino, ma non come Irama). IN CRESCITA. VOTO 7

Olly -Balorda nostalgia:Olly è il favorito numero 1 per la vittoria, secondo i bookmakers. Dev’essere perchè il suo management ha vinto due degli ultimi tre festival, perchè altrimenti non c’è spiegazione Un brano del 1995 cantato con l’autotune.  LEPRE (FORSE). VOTO 5

serena brancale

Elodie- Dimenticarsi alle 7: L’orchestra non rende giustizia ad un pezzo molto forte, solido, cantato magistralmente. Radiofonico, diretto. Non corre per vincere, ma farà benissimo. Elodie è cresciuta ed è ormai un’artista matura. UNDERDOG. VOTO. 7.5

Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento -La mia parola: Forse la delusione maggiore di questo festival. Ci si attendeva un po’ di movimento serio e invece dalle mani del più grande produttore EDM contemporaneo in Italia è uscita un’acqua minerale stappata da una settimana. Crescerà sicuramente su disco, ma nel complesso è come quando il rap andava a Sanremo travestito da pop a inizio millennio. DA HANGOVER. VOTO 5

Massimo Ranieri- Tra le mani un cuore: Ho molto rispetto per Massimo Ranieri, la cui interpretazione ha nobilitato ancora una volta l’Ariston. Ma qui si giudicano le canzoni e questo brano – firmato da Tiziano fero, sic!  – è un fondo di cassetto fuori tempo massimo. Che peccato. SALVATO DALL’INTERPRETE. VOTO 6 (per rispetto al maestro).

Tony Effe- Damme na mano:“Ma di noi cosa direbbe Califano?”. Aspetta che scende un attimo e lo scopri. Stornellata romana con l’autotune – e già qui è una bestemmia – con un testo pieno di luoghi comuni, frasi fatte e abbinamenti nazionalpopolari. PIÙ CHE CALIFANO, LANDO FIORINI CON l’AUTOTUNE VOTO 4

Serena Brancale- Anema e core: Il grande coraggio di portare la world music a Sanremo, dove ha cittadinanza difficile, peraltro cantando in barese. Serena Brancale si conferma musicista di grande spessore. Tre minuti di movimento genuino, certo più adatta ai palchi live che all’Ariston. Ma il pezzo è forte come pochi in quetsa edizione. VOTO 8

Brunori Sas- L’albero delle noci: Non è la cosa migliore che ha scritto Brunori, siamo d’accordo. Ma in un festival “sole, cuore, amore”, spicca per un testo poetico e delicato sulla genitorialità maschile. Un velo di classe sull’Ariston, ma certamente più da Musicultura. ALIENO VOTO 8.5

Modà- Non ti dimentico:I Modà cantano una canzone dei Modà, nello stile dei Modà, con i testi di Kekkodeimodà. Ma i tempi della monoradio che spingeva sono finiti.INUTILE. VOTO 5

Clara- Febbre: Clara spreca la sua occasione portando in gara un brano che è una B-Side anche mal riuscita di “Diamanti grezzi”. Era ultima nei preascolti e forse è un po’ingeneroso, ma sicuramente il brano non le rende giustizia. MODESTO. VOTO 5.

Lucio Corsi- Volevo essere un duro: L’altra grande sorpresa di questa edizione. Melodia che si apre e ti avvolge, scrittura da cantautorato degli anni zero (leggere alla voce: Fulminacci) che oggi possono permettersi solo quelli che vengono dall’indie come lui. Farà gara in salita perchè è un artista senza televoto, ed è un gran peccato. DELIZIOSO. VOTO 9

Fedez- Battito: Il brano in sè è moderno e funziona, ma lui ha cantato male. D’accordo,l’intonazione non è mai stata il suo forte ma il punto è che si sentiva l’ansia che trasmetteva il testo del brano. Il televoto sarà per lui la prova del nove su quanto sia ancora forte la sua popolarità dopo tutto quello che gli è successo. E da quello dipenderà anche l’esito finale. ROULETTE. VOTO 7

Bresh- La tana del granchio: Il rapper genovese si è “cantautorizzato” e cala l’asso con un pezzo di qualità, moderno nell’arrangiamento, che punta dritto alle radio. C’è troppo autotune, a un pelo dall’ergastolo, ma nel complesso il pacchetto di livello perdona il peccato originale. UNDERDOG VOTO 8.5

Sarah Toscano- Amarcord: Poche storie, qui siamo di fronte ad uno dei pezzi più forti dell’edizione. Diretto, orecchiabile, radiofonico, fresco come i suoi diciotto anni. Purtropp, al netto della giovane età, siamo di fronte anche alls cantante più scarsa con ampio distacco. Quindi il voto è una media. OCCASIONE PERSA. VOTO 6.5 (la prova vocale da sola è 2)

Joan Thiele- Eco:Joan Thiele è una cantautrice raffinatissima (andate a sentire le sue cose). A #sanremo2025 porta una ballata countrypop dal sapore antico, quasi cinematografica, molto orecchiabile. Un piacere ascoltarla, alle 0.40. Una delle cose migliori della sera. TALENTO. VOTO 9

Rocco Hunt- Mille vote ancora: Rocco pagliarulo è il Kekkodeimodà del rap: sai esattamente cosa aspettarti, con la stessa identica quanità di luoghi comuni nei testi. Ma con una forza al televoto che per provenienza geografica i Modà non hanno più. LUOGOCOMUNISMO. VOTO 6

Francesca Michielin- Fango in paradiso: I preascolti la mettevano in posizione mediana, con giudizi molto divisivi. La ritroviamo molto intima, diretta e molto pop. La premiata ditta Raina-Simonetta le ha consegnato un pezzo quasi da festival antico, che però in questa edizione retrò ci sta benissimo. Il problema è forse lei che non decolla mai. SCOLARA MODELLO VOTO 8

The Kolors. -Tu con chi fai l’amore:Stash e i suoi sodali cantano un mashup fra “Un ragazzo, una ragazza”, “Italodisco” e “come è bello far l’amore da Trieste in giù”,. E ci danno appuntamento a quest’estate, sulle dorate sabbie di Mykonos. TORMENTONE ESTIVO D’INVERNO. VOTO 6.5

 

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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