Via all’Eurovision Song Contest 2014, la festa europea della musica

Copenaghen, atto terzo. Scatta oggi nella capitale danese l’Eurovision Song Contest 2014. O meglio, scattano le serate live, quelle che andranno in diretta tv, perché la macchina è già partita da diversi giorni, con le prove ufficiali e ieri con la jury reheharsal della prima semifinale, che ha visto votare i giurati dei paesi in gara stasera più Francia, Spagna e Danimarca.Per la terza volta la rassegna approda in Danimarca, dopo le edizioni del 1964 e del 2000. Cinquant’anni fa, nella sala concerti Tivoli, nel bel mezzo del parco divertimenti cittadino, si impose Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età” mentre ad inizio millennio si registrò la prima storica vittoria di un paese ex sovietico col trionfo di Tanel Padar & Dave Benton ft 2XL che con “Everybody portarono per la prima volta in riva al Baltico, al palasport di Tallin la rassegna (qui il racconto delle due edizioni a cura di Eurofestival News con la testimonianza di Marco Blaser, ex direttore della RSI). La B&W Hallerne che ospita l’edizione 2014 è un ex cantiere navale riadattato a parco giochi che potrà ospitare circa 10mila persone. Oltre 100milioni saranno invece quelle davanti ai teleschermi tra stasera, giovedì e sabato. Sarà una edizione con tante belle canzoni, ma soprattutto, con molti motivi di interesse. E come potete vedere dalla foto qui sotto, in ogni angolo della città si respira Eurovision: lo scioglilingua sul muro è il ritornello della canzone del rappresentante danese Basim

Copenaghen

 TANTO…ITALIANO- Anzitutto, visto dal punto di vista Tricolore, si parlerà molto italiano. Oltre ad Emma, che è già in finale come gli altri rappresentanti dei Big 5 (i paesi leader dell’EBU, l’ente delle tv pubbliche che organizza: Francia, Germania, Spagna e Regno Unito) e della Danimarca padrona di casa, ci sono altri due artisti di lingua italiana, la sammarinese Valentina Monetta (impegnata stasera con “Maybe”, canterà per dodicesima) e lo svizzero SebAlter (giovedì sera con “Hunter of stars”, dodicesimo anche lui) più altri tre che parlano italiano e che hanno o hanno avuto a che fare con l’Italia: stasera tocca all’albanese Hersi, che vive a Roma e studia canto lirico al conservatorio di Santa Cecilia e all’ucraina Mariya Yaremchuk, che ha lontani origini friulane, domani è il turno di Tinkara Kovac, la rappresentante slovena, che ha studiato flauto a Trieste, canta in italiano e friulano e vive a Capodistria, giusto di là dal confine..

L’EDIZIONE DEI PRIMATI- Poi sarà un’edizione da annali per diversi motivi. Valentina Monetta sarà la prima artista a presentarsi in gara tre volte di fila per San Marino e tre volte di fila in assoluto con un brano dello stesso autore (Ralph Siegel): solo Udo Jurgens, che però è cantautore, fece lo stesso. Per il primo anno sono usciti tre brani eurovisivi in Italia, Emma a parte, prima della rassegna, un quarto, quello islandese, avrà radiodate subito dopo l’ESC. E per la prima volta si parlerà di incesto e violenza domestica in una canzone eurovisiva: succederà stasera: “Running”, dell’ungherese Kallay Saunders è l’ultimo brano della serata e non mancherà di colpire. E infine, per la prima volta l’Australia, uno dei paesi dove l’ESC è trasmesso in differita (ma da quest’anno anche in diretta!), sarà protagonista sul palco, sia pure fuori concorso, visto che ovviamente è uno stato non europeo e non aderente all’EBU: l’enorme successo di pubblico ha portato l’organizzazione a decidere di affidare al paese l’interval act della semifinale di giovedì 8: canterà Jessica Mauboy, un’emergente del pop australiano, lanciata dalla locale edizione di X Factor. L’artista era presente alla conferenza stampa, la prima storica per il paese, assieme ai due commentatori  della SBS che dal 2009 raccontano l’ESC nel più grande dei paesi dell’Oceania.

Mauboy

COPENAGHEN CITTA’ APERTA– Chi ha già colpito, attirando l’attenzione dei media internazionali è Conchita Wurst. all’anagrafe Tom Neuwirth drag queen barbuta al soldo dell’Austria, la quale al di là delle atmosfere cinematografiche della sua “Rise like a phoenix”, deve fare slalom fra i pesanti attacchi omofobi dei paesi dell’area ex sovietica, in particolar della Russia, che per la sola presenza dell’artista hanno definito “fiera della sodomia” la rassegna eurovisiva, chiedendo invano il ritiro della propria delegazione. Tutto questo avviene a Copenaghen, una delle città più aperte e tolleranti d’Europa, che 25 anni fa per prima nel continente celebrò una unione civile fra persone dello stesso sesso e che per celebrare l’evento non solo ha dedicato una piazza al mondo gay ed eurovisivo, ma consentirà in questi giorni dell’ESC a chi lo vorrà di sposarsi in città. Invito rivolto ovviamente a coppie di tutta Europa e ad unioni di qualunque genere, eterosessuali ed omosessuali. Copenaghen per l’occasione esalterà anche il suo ruolo di città ecologica (è stata nominata Città Verde d’Europa 2014), con le sue tante biciclette e spalancherà la sua modernità al mondo. Un pezzo di Copenaghen sarà anche a Milano, dove VisitDenmark, l’ente del turismo danese ed Eurofestival News, hanno organizzato un evento speciale per seguire insieme la finale di sabato.

OPERAZIONE… RECUPERO – La Russia in realtà dovrebbe guardare più in casa propria. La propaganda anti-gay messa in atto dal presidente Putin l’aveva già messa da tempo in cattiva luce nell’occidente eurovisivo (notoriamente contro ogni discriminazione) e ora la questione ucraina ha contribuito a peggiorare la situazione. La scelta di puntare su due gemelle di 17 anni, ex bambine prodigio (vinsero lo Junior Eurovision quando ne avevano 9), Maria e Anastasiya Tolmachevy, sulla loro faccia pulita e su una canzone zuccherosa che parla d’amore adolescenziale sembra fatta apposta per recuperare terreno. Gli eurofan sembrano non gradire, ma dal canto loro le gemelle sembrano sin qui subire loro malgrado questa situazione scomoda e chi è sul posto racconta che la loro tensione è palpabile (non solo per motivi di età) e di un basso profilo (girano nel bus con gli altri, al contrario degli ultimi esponenti russi) che pare più frutto della loro timidezza che imposto dall’alto. Basso profilo che quest’anno sembra destinato tenere anche l’Azerbaigian, dopo il caos giurie dell’anno scorso: “Start a fire” di Dilara Kazimova non pare avere la stessa forza delle entries precedenti.

Tolmachevy

PROTAGONISTI ANNUNCIATI – L’uomo da battere, almeno secondo i pronostici, è l’armeno Aram Sargsyan, in arte Aram Mp3 è l’uomo da battere, anche se la sua “Not alone”, sofisticata ballata intrisa di dubstep non sembra avere quella forza dirompente per sbaragliare gli avversari. Sarà comunque gara aperta, più che mai, senza un vincitore annunciato. Nemmeno quel Carl Espen che con la sua “Silent Storm” i bookmakers pronosticavano trionfatore dell’ESC e che invece sembra convincere solo in parte.Così dopo tanti anni, si riaffaccia al bancone dei possibili vincitori il Regno Unito, che l’ultima coppa la alzò nel 1997 con Kathrina & The Waves e la loro “Love shine a light” . Molly Smitten Downes e la sua “Children of the universe” strizzano l’occhio a Florence + The Machine e sembrano aver ridato slancio ad un paese che negli ultimi anni ha quasi sempre deluso le attese. Sperano anche due delle big: la Spagna con Ruth Lorenzo (ex X Factor UK) e la sua ballata bilingue “Dancing in the rain” e le tedesche Elaiza, autentiche mine vaganti dell’edizione, dopo essere riuscite a staccare il biglietto per l’ESC da perfette sconosciute mettendo in fila gente con milioni di dischi venduti in patria o buona popolarità radiofonica.

Più difficile appare la scalata per i francesi Twin Twin, pur in possesso di un elettropop di buona fattura. La Francia non vince dal 1977 e difficilmente lo farà quest’anno. Ma chissà, in una edizione senza reali favoriti, può succedere davvero di tutto. Anche che vinca di nuovo la Svezia: Sanna Nielsen e la sua “Undo”, ballata tipica eurovisiva, godono di un enorme seguito fra i fan, ma l’ultima loro ballad, “This is my life” di Anna Bergendahl, mancò (nel 2010, prima e unica volta) di un niente l’accesso in finale, provocando una sorta di lutto nazionale. E poi c’è Emma, che con “La mia città” ha tutte le carte in regola per fare bene e confermare il trend da top 10 italiano dall’anno del rientro in concorso e magari provare a sperare in qualcosa di meglio. Intanto ieri, dopo la prima prova, si è presentata anche lei ai microfoni eurovisivi, omaggiando Gigliola Cinquetti.

Fra i paesi maggiori, chi rischia di più sono i Paesi Bassi: The Common Linnets hanno forse il brano più di classe dell’edizione, ma il loro soft country-pop fatica a decollare fra i fan e così l’accesso in finale non è scontato, come per il Portogallo, la cui “Quero ser tua”  di Suzy è però l’unico pezzo veramente trascinante della prima semifinale. Romania e Grecia giocano la carta dance, declinata in modo diverso:  vanno a grandi passi verso la finale, ma sembrano avere brani meno potenti del solito.  Ma di carne al fuoco ce n’è tanta davvero e ce n’è abbastanza per una settimana di grande divertimento.

Alle 21, dunque,  si comincia: Solibello e Ardemagni ci accompagneranno su Rai 4 dentro la prima semifinale (ma più avanti vi daremo tutte le indicazioni per seguire al meglio l’evento). Noi ci saremo, come sempre, insieme ad Eurofestival News, per seguire passo passo l’evento. Vi rimandiamo anche alla pagina facebook, costantemente aggiornata. Che la festa europea della musica cominci! Buon Eurovision a tutti!

Emma all'ESC

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