Rosa Linn scrive la storia dell’Armenia: dopo la guerra il Paese rinasce in musica

Un cessate il fuoco flebile, violato più volte per un conflitto iniziato nel febbraio 1988 e non ancora concluso. Lungo il confine fra Armenia e Azerbagian si continua a combattere, oggi più di allora, perchè rispetto all’accordo che due anni fa ha stoppato le armi, i  200.000 “peacekeepers” russi che controllano l’area sono statti “distratti” dall’altra guerra, quella che Putin ha deciso di muovere all’Ucraina invadendola.

Lo stretto corridoio di Lachin, unico collegamento dell’Armenia con la regione dell’Artsakh dopo che il territorio è stato quasi tutto conquistato dagli azeri è il simbolo della contesa per una zona che fu assegnata nel 2021 da Stalin agli azeri, nonostante sia di lingua e cultura armena e che quando armeni ed azeri sono diventati popoli indipendenti dopo la dissoluzione dell’Urss è diventato terreno di uno degli scontri più sanguinosi dei tempi moderni.

A quasi due anni da quel cessate il fuoco, l’Armenia vive la sua rinascita attraverso la musica. “Snap” di Rosa Linn, ventesima all’Eurovision Song Contest 2022 sul palco di Torino è diventata la canzone più suonata dalle radio europee. Lo certifica EuroTop 44, la classifica più completa attualmente in circolazione (non esiste più infatti una chart ufficiale): è la prima volta in assoluto, per una canzone che arriva dall’Armenia.

Una scia di successi, per la giovane interprete azera, recentemente protagonista di un duetto sulle note della sua canzone con il genovese Alfa, in una versione bilingue del brano e che giovedì sera sarà ospite – altra primizia – ad X Factor. In Italia il brano ha appena conquistato il disco di platino (100.000 copie) e da qualche settimana è in Top 10 Fimi, settima questa settimana.

Ma in tutta Europa, per il brano è un successo:  dischi d’oro in Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera nonché quello recentissimo in Germania (200.000 copie) che si somma quello d’argento nel Regno Unito (anche questo con 200.000 copie). A questi si aggiungono i numerosi primi posti in giro per l’Europa, compreso quello nel paese “nemico”, l’Azerbagian.

E l’estate prossima, Rosa Linn sarà l’opening act di alcune tappe americane del tour mondiale di Ed Sheeran.

La storia della diaspora in un brano

Un trionfo, quello di “Snap”, che racconta molto anche della storia del Paese, visto che la canzone è un prodotto del Nvak Collective, una fondazione con base a Yerevan che ha lo scopo di lanciare giovani talenti nel panorama della musica mondiale. Rosa Linn è  appunto uno di questi.

A capo dell’accademia c’è Tamar Kaprelian, cantautrice simbolo della storia dolorosa del Paese e di quella diaspora che nel 1915 fece seguito al tremendo genocidio per mano Ottomana: nata in Arizona, i suoi nonni fuggirono proprio dall’Armenia per rifugiarsi negli Usa.  Kaprelian stessa fu in gara all’Eurovision nel 2015, in un supergruppo denominato Genealogy che ARM TV mise insieme per ricordare il centenario di quella tragedia riunendo sei solisti di sangue armeno provenienti da altrettante parti nel mondo.

La loro evocativa e cinematografica “Face the shadow”, raccontava quegli anni, dal punto di vista armeno e avrebbe dovuto intitolarsi “Don’t deny”. Ma gli azeri, che sono turcofoni e  non riconoscono chiesero ed ottennero il cambio del titolo.

La rivincita di un Paese.

E dire che musica, per l’Armenia, si era fermata. Dilaniato dalla guerra il Paese aveva rinunciato a partecipare all’Eurovision 2021, ma nonostante il momento difficile, ARM TV non aveva voluto negare ai bambini un momento di gioia, prendendo comunque parte alla versione Junior dell’Eurovision, nel dicembre dello stesso anno.

Malena ha trionfato con “Qami qami” e così, 11 anni dopo il concorso approderà  di nuovo a Yerevan il 11 dicembre. Senza gli azeri, che non vi prenderanno parte ufficialmente per motivi di sicurezza, di fatto perchè anche solo nominare la parola “Armenia” da quelle parti è vietato, così come trasmettere programmi “a contenuto armeno”.

Tanto che l’anno scorso la tv di Baku boicottò l’esibizione di Malena coprendo l’esibizione con le parole (in palese violazione del regolamento, fra l’altro) ed al momento della proclamazione della vincitrice, nominò l’artista ma non lo stato e sottolineando come “la vittoria ottenuta sia niente al confronto dei trionfi azeri”. 

Ed a telecamere spente, la delegazione azera ha persino cercato di impedire che la loro interprete Sona Azizova andasse a complimentarsi con la vincitrice. Rimanendo però gelata dalla risposta di questa piccola artista: “Perchè non dovrei abbracciarla? E’una bambina come me”.

Scenari già visti anche più volte all’Eurovision dei grandi, dove gli screzi fra i due Paesi sono all’ordine del giorno, nel segno di quella grande scultura di tufo che campeggia sulle colline sopra Stepanakert, la capitale dell’Artsakh, che entrambe le nazioni sventolano come un simbolo. E vale ricordare che l’Armenia rifiutò a sua volta di partecipare all’Eurovision 2012, perchè si svolgeva a Baku.

La guerra, che squarcia la musica. Ma stavolta no. L’Armenia rinasce, grazie ad una cantante di 20 anni e ad un’altra di 14, che hanno riportato il Paese nelle cronache per fatti diversi dalla guerra. E scrivendo un pezzo di storia.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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