Sanremo 2013/retropalco: il tormentone di Gazzè e le stonature di Carlà
Sanremo 2013 viaggia a vele spiegate. Anche la seconda serata è stata un trionfo. C’è stato come sempre un calo rispetto alla prima serata, ma confrontato con la stessa serata del 2012, si registrano un milione e cinque punti in più di share: 11 e 300mila con il 43% di share con 12 milioni e 500 mila (e 42% di share) 6milioni e 600 mila (e 49% di share) nella seconda parte. Il picco più alto della serata è arrivato nel momento della proclamazione della canzone vincitrice tra le due presentate da Elio e le Storie tese: lo share ha raggiunto il 56,71%. Per quanto riguarda gli spettatori, il dato più alto durante la proclamazione del brano vincitore tra i due di Simone Cristicchi, guardato da 15 milioni e 653mila persone. Per trovare un’edizione del Festival con numero così alti bisogna risalire fino al 2000. Quell’anno il presentatore era sempre Fabio Fazio, che batte così il record stabilito in precedenza da lui stesso per la seconda serata.
Sul fronte musicale, comunque vada, sarà il Festival di Elio e le storie tese, che in tre minuti, con “La canzone mononota” hanno mandato in estasi pubblico dell’Ariston e sala stampa, mettendo una seria ipoteca come minimo su un gradino del podio. Il pubblico dell’Ariston, appunto. Non freddo e statico, ma capace di fare scelyer, che batte applaude Elio e batte il tempo col piede sull’altro pezzo candidato al podio, “Sotto casa” di Max Gazzè, ironico racconto di un testimone di Geova cui il cantante non apre la porta e parla lo stesso, alla porta chiusa.
Il pubblico sceglie, prende posizioni nette: “Il postino (amami uomo)”, di Renzo Rubino, crudo racconto di un amore gay piace sopratutto per l’orchestrazione e per la scelta del cantautore pugliese di farsi accompagnare da un contrappunto lirico. A proposito dei giovani, viene da chiedersi se è il caso di smetterla con il parlare della loro valorizzazione, visto che anche ieri sera la gara è cominciata ad un quarto a mezzanotte (e se ci fossero stati i Ricchi e Poveri, saremmo andati oltre mezzanotte e mezza): poi ci si chiede perchè oggi sempre più ragazzi puntano sui talent show. Se l’alternativa è un’esibizione in orario antelucano, in una tv che non offre più spazi per propagandare la musica, strade diverse non sembrano essercene.
Una serata in crescendo, quella di ieri. Conclusa con grandi cose e cominciata all’insegna delle stonature. Da quelle imbarazzanti (perchè in gara) di Simone Cristicchi (il peggiore nettamente, ed è un peccato viste le buone canzoni) a quelle di Carla Bruni, ex première dame di Francia che dopo aver rinnegato l’Italia e gli italiani, è venuta a far pubblicità all’album in uscita sul palco del Festival, prendendosi i soldi del canone pagato da noi. Evidentemente, italiani non li rinnega. Complimenti a chi l’ha invitata. Ci avesse almeno regalato un’esibizione dignitosa, invece nemmeno quella. Subito dopo la promozione e l’intervista, ha accompagnato alla chitarra Luciana Littizzetto in una parodia di “Quelqu’ un m’a dit“. Doveva fare solo ridere, la comica torinese. E invece era più intonata.
COMPILATION DIMEZZATA E SENZA I MODA’ – Uscirà soltanto il 22 febbraio la compilation di Sanremo: doppio cd ma di fatto “dimezzata”, perchè non ci saranno tutte e 26 le canzoni in gara. Per ciascun big in gara verrà infatti inserito soltanto il brano che ha superato il primo turno. Inoltre per questioni relative ai diritti d’autore, non ci sarà nessun pezzo dei Modà. Vi troveranno posto le 13 canzoni finaliste della categoria Big (tutte tranne quella della band di Kekko Silvestre), gli otto brani dei Giovani e infine tre bonus track con i brani che canteranno gli ospiti d’onore invitati a ripercorrere la storia del Festival: L’Italiano di Toto Cutugno, Sarà Perché Ti Amo dei Ricchi e Poveri e Felicità di Al Bano.