Salvo Castagna, “Due bandiere al vento” e la vetrina di I Tunes
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I lettori più attenti, quelli che sanno qual ‘è il nostro metro di scelta degli artisti da trattare, si stupiranno: ma come, anche qui si parla del “fenomeno mediatico” Salvo Castagna? Si, ne parliamo anche qui. Perchè ci dà l’occasione di discorrere un pò di come sia facile- in Italia, s’intende- salire in testa alle classifiche di I Tunes. Questo ex manager, creativo ed inventore della nuova compagnia telefonica oggi sponsor del Palermo, è salito in testa alla chart digitale da perfetto sconosciuto, dopo essere riuscito, sempre da perfetto sconosciuto, a guadagnarsi un passaggio durante l’intervallo di Italia-Repubblica Ceca di calcio.
I Tunes, per quanto sia un termometro generalmente vero di come andranno le cose musicalmente subito dopo, consente da noi anche notevole ribalta mediatica, neanche troppo difficile da raggiungere. E per uno che ha speso – per sua stessa ammissione- 200mila euro per andare su Rai Uno in quel momento e sa cosa vuol dire creatività, non c’è niente di più facile. Lui, ex amministratore delegato della compagnia telefonica siciliana, ingegnere laureato al Massachussets Institute of Technology di Boston (mica pizza e fichi, la casa dei geni…), ha deciso che vuole fare il cantante.
E sta facendo di tutto per diventarlo. “Due bandiere al vento” è il suo singolo, scritto da Paolo Vallesi e Stefano Zarfati, con Anna Falchi guest star nel video. E ha da poco scavalcato Avicii, Elisa, Ligabue, Katy Perry, Pausini e altri big, issandosi in vetta. E lui, il cantante -manager fa il giro dei programmi: l’edicola di Fiorello, “La Vita in Diretta”, sempre in aereo fra Roma, Milano e Palermo. Musicalmente è un prodotto medio, va detto. Di roba così in giro ce n’è tanta e non va in testa su I Tunes in Italia. In altri paesi d’Europa, almeno in quelli che contano, non entrerebbe nemmeno in top 20.
Ma da noi i numeri sono talmente bassi rispetto a Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania, che ogni tanto qualche situazione di queste spunta fuori. Successe con i Ghost (che però hanno anni di carriera live alle spalle), successe con Barbara Montecucco, i Blind Fool Love e con Luca Butera, che vi rimase anche una paio di settimane, solo per citare i casi più eclatanti di perfetti sconosciuti saluti in testa alle charts
Ma la vetrina di I Tunes, in Italia, con i numeri risibili che bastano per farsi largo, è usata anche da molti più grandi, anche in posizioni più basse. Un grimaldello che apre tante porte, con uno sforzo tutto sommato basso, se sai usarlo bene. Una valida alternativa (o in qualche caso un’aggiunta) ai talent show per farsi largo. Quale sarà stato l’impatto effettivo di questo primato – a parte l’evidente battage promozionale – lo scopriremo fra un paio di settimane, quando i dati dei download I Tunes si mescoleranno agli altri a finiranno sulla classifica ufficiale Fimi. La sensazione, per dirla con un proverbio è che “non è tutto oro quello che brilla“.