Alla scoperta di Shura, il nome nuovo del Regno Unito

Mamma russa e papà inglese, Alexandra Denton, in arte Shura, è una delle tante cose buone del panorama europeo. “White light” è il singolo che dà il nome anche al suo album, che oltre ad essere acquistabile in formato digitale e cd è stampato anche in versione limitata su vinile. Una piccola chicca per i nostalgici, ma anche un tentativo di rilanciare una produzione diventata di nicchia dopo l’avvento di Itunes.

Shura

Le sue produzioni sono tutte da ascoltare col volume al massimo e mescolano la dance, il synthpop e le sonorità più raffinate, un mix con effetti interessanti che sicuramente non propone un prodotto da mainstream ma che permette di ascoltare qualcosa di  diverso. Talmente bello da far superare anche la scelta (scellerata) di produrre una title track che dura oltre 7 minuti.

Tante belle cose sul suo canale you tube, come per esempio “2shy” per un’artista che è arrivata alle produzioni discografiche solo l’anno scorso ma che in realtà canta già da diversi anni, prima con una band messa insieme con due compagni di università e poi da sola. La fortuna di vivere in un Paese musicalmente avanzato e vario come il Regno Unito le ha permesso di sperimentare, accumulare live e allo stesso tempo scalare l’indice di gradimento.

Tanto da arrivare alla firma con una major e alla candidatura per il Sound of BBC 2015, che premia ogni anno gli artisti emergenti britannici e anglofoni e che quest’anno ha visto trionfare, come abbiamo raccontato, il duo elettronico Years & Years. Molto belle all’ascolto anche “Indecision”, “Touch”,  “Just Once” e “River“, il brano che le è valsa la candidatura insieme a Hiatus, uno dei suoi vecchi compagni d’avventura.

 

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