Dalle Lollipop al Premio Bianca d’Aponte: la rinascita di Dominque Fidanza “Sighanda”

Operazione Trionfo verrebbe da dire. Certo è che la terza vita musicale di Dominique Fidanza sembra finalmente essere quella giusta. Mamma belga, padre italiano, oggi è diventata un’affermata cantautrice e si fa chiamare Sighanda. “L’aciddruzzu“, in dialetto siciliano, è il singolo che accompagna Mitofonie, il suo secondo album solista, il primo con questo nome ed è anche il brano che ha vinto l’ultima edizione del prestigiosissimo Premio Bianca D’Aponte, interamente dedicato alla canzone d’autore al femminile.

dominique-fidanza

Ma Dominique Fidanza chi? Quella li? Esattamente, proprio lei. Quella che esattamente sedici anni fa fu lanciata dal talent show Popstars di Italia Uno, in cui furono selezionate cinque cantanti donne per formare una girl band. Quella band che venne fuori fu battezzata  Lollipop. E le canzoni di questo fugace quanto straordinario progetto in un certo senso hanno segnato un epoca: “Down Down Down” sbancò le classifiche italiane, facendo guadagnare alle cinque ventenni un passaggio a Sanremo 2002, che al netto di una canzone fortissima e assai radio friendly, si ridusse in una performance tragicomica per via della loro inesperienza. Scaraventate direttamente dal palco del talent show a quello dell’Ariston, non resero giustizia ad un pezzo assai gradevole come “Batte forte” (sotto trovate la versione studio, la differenza col live di Sanremo è imbarazzante…).

La fine delle Lollipop è nota: il gruppo implose, straziato dalle rivalità e quando  nove anni dopo, sono ricomparse (ne parlammo qui) lei non c’era, perchè aveva scelto già da tempo un’altra sfida. Ne parlammo a suo tempo: nel 2008 arrivò seconda alla versione francese di Star Academy, ma la scalata alle charts, da quelle parti, è ben più dura e così ci vollero tre anni prima di vederla ricomparire nelle classifiche, sia pur quelle francofone. “Un papillon une etoile”, di buon successo radiofonico, lanciò il suo primo lavoro solista “Solipsiste“. Ma ancora una volta, la fortuna non le sorride. Entra allora in un progetto denominato Pluribus, una ensemble di musicisti messa insieme da Michel Fugain, uno dei miti della chanson: esce un album con la band, poi via per un altro progetto.

Figlia di genitori sordi, decide di avvicinarsi ulteriormente al mondo dei sordi approfondendo questo linguaggio. Prende parte alle lezioni di lingua dei segni organizzati dalla Federazione Svizzera dei Sordi a Bellinzona. Alla fine del suo secondo livello inizia a pensare al progetto di unire sordi ed udenti attraverso l’arte e la musica. Sighanda con questo progetto non si rivolge più ad un pubblico di soli udenti ma vuole sconfinare verso un mondo che non è fatto di suoni ma di movimenti corporali di emozioni visive, di vibrazioni, un mondo fatto di un linguaggio tridimensionale.

“Mitofonie” è il lavoro che ne è uscito, è diventato anche uno spettacolo per non udenti, in cui le canzoni sono accompagnate da video e spiegazioni col linguaggio dei segni,  finanziato attravero un crowdfuding di settore in Svizzera (www.progettiamo.ch) e registrato a Barcellona. Dentro ci sono tutte le sue lingue (italiano, francese, siciliano) e tutte le sue influenze musicali,  dal folk al jazz con richiami alla musica d’autore italiana (Balistreri, De André, Capossela) ed alle ambientazioni dylaniane fino agli anni settanta. Sighanda propone inoltre una serie di incisioni con tecnica xilografica che illustrano le canzoni.

Con lei a collaborare anche il ticinese Matteo Genini, ma il progetto è completamente internazionale ed ospita musicisti con precise impronte sonore quali il contrabbassista sardo Marco Boi, il batterista e percussionista siciliano Carmelo Graceffa, la chitarrista sarda Caterina Angela Fadda, la fisarmonicista spagnola Edurne Arizu, la clarinettista spagnola Carola Ortiz, il trombettista spagnolo Leo Torres e la violoncellista svedese Björt Runarsdottirs. Il missaggio del disco è stato lavorato dall’ingegnere del suono Taketo Goara. La vittoria al Bianca d’Aponte, a 35 anni, ne segna il definitivo rilancio. Con merito, visto che ha saputo ripartire da zero, senza lasciarsi travolgere dagli eventi post-talent show.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

Potrebbero interessarti anche...