Sanremo 2020, Le Vibrazioni in testa dopo la prima sera. Giovani: avanti Tecla e Gassmann

Prima serata del Festival di Sanremo con molte canzoni che probabilmente necessitano di un secondo ascolto. C’è qualità e anche la giusta dose di rischio, a conferma che la commissione artistica ha voluto scommettere su alcune proposte coraggiose non semplici per un palco nazionalpopolare come l’Ariston. Il problema vero è che vota la giuria demoscopica, che è come dire un televoto solo appena più selezionato e così alla fine, succede – per esempio – che nei giovani finiscano scaraventate fuori dalla finestra le due canzoni più contemporanee a beneficio di una lagna sanremese senza futuro e di un pezzo discreto, anche ben cantato, ma senza particolari picchi.

Quanto ai 12 Campioni di stasera, la classifica premia Le Vibrazioni, ma la sensazione è che quando entrerà in gioco la sala stampa, Elodie e Diodato saranno in corsa per le zone altissime. Nel complesso, un buona buona prima metà di festival, ma senza particolari picchi.

Campioni

Irene Grandi- Finalmente io: Vasco Rossi lascia il suo marchio riconoscibile sul pezzo della cantante toscana. Energia, rock radiofonico, ritornello che si infila subito in testa. E una presenza scenica impressionante per la neo cinquantenne. Non lotterà per la vittoria ma può senz’altro stare nella parte alta della classifica. IRENE ROCKS. VOTO 7.5

Marco Masini- Il confronto: Masini canta una traccia qualunque di una album qualunque di Alessandra Amoroso. IL CONFRONTO (con gli anni passati) E’ PERSO. VOTO 5

Rita Pavone- Niente (Resilienza 74): A 74 anni ha una grinta ed una energia invidiabile. Un rock melodico che la mette a sorpresa, in piena corsa per la parte altissima della classifica. Attenzione a sottovalutarla, il boato dell’Ariston insegna.  RESILIENZA, DAVVERO. VOTO 7.5

Achille Lauro- Me ne frego: Achille Lauro invece canta il lato B del 45 giri di “Rolls Royce”, molto più debole. Forse è per questo che ha scelto di esibirsi  con un body glitterato. I ritorni immediati non hanno quasi mai successo. Ma lui è senza dubbio un animale da palcoscenico. BENE, MA NON BENISSIMO. VOTO 6.5

Diodato- Fai rumore: Una ballata di classe e stile, che confermano come Diodato sia uno dei migliori cantautori italiani attuali. Non c’è il winner feeling, ma è uno dei pochi che convince dalla prima all’ultima nota. Il pezzo non lo risentiremo dopo Sanremo, perchè non strizza l’occhio alle radio, ma dentro il festival può farsi largo. Tutto molto bello. Peccato si vesta come un intellettuale della DDR. CONFERMA. VOTO 8

Le Vibrazioni- Dov’è: La band conferma di aver smarrito il brio delle prime produzioni ed anche delle seconde. Melodia scontata, testo imbarazzante, che ripete il titolo per oltre 50 volte nel corso dell’esecuzione.  DELUDENTI. VOTO 5

Anastasio- Rosso di rabbia: Ha portato sè stesso, senza snaturarsi. Il suo modo di declinare il rap divide moltissimo e secondo me lui è forse quello che scrive meglio, ma in tempi di crossover il suo stile molto classico è pane durissimo per il palco dell’Ariston. Gira molto attorno al ritornello, ma non sono sicuro che basti. Farà gara di testa grazie alla critica, forse. Al televoto è da vedere. COMPLESSO, FORSE TROPPO. VOTO 6 (per il testo).

Elodie- Andromeda: Si gioca molto, sopratutto si gioca una svolta importante, che la affrancherebbe dal pop immediato. EDM di qualità, Dardust e Mahmood si sentono eccome. E’uno di quei pezzi che vincendo potrebbero cambiare la storia del festival. Difficile capire se possa davvero funzionare in chiave eurovisiva, andrebbe risentita nella versione su disco. Sicuramente è uno dei pezzi più moderni in concorso. SCOMMESSA. VOTO 8

Bugo e Morgan- Sincero: Un arrangiamento degno del miglior synthpop anni 80. Le radio apprezzeranno molto e anche la critica, che li rialzerá senz’altro. Fuori dagli schemi, eppure molto sanremesi.  BUONE IDEE. VOTO 7

Alberto Urso- Il sole ad Est. Difficile anche commentare. Talmente brutto, forzato e vecchio da far sembrare i brani de Il Volo musica trap. Giovani vecchi crescono. ED E’ SUBITO SANREMO 1955. VOTO: 2

Riki- Lo sappiamo entrambi: Il pezzo sa di vecchio e stantìo, come se fosse stato ripescato dagli scarti della sezione giovani di un qualunque Sanremo di metà anni 90. E l’abuso di autotune è una aggravante. GIOVANI VECCHI CRESCONO/2 VOTO: 3

Raphael Gualazzi- Carioca: Del sano groove, all’una e dieci, che risveglia l’assonnato pubblico dell’Ariston dopo Urso e Riki. Arrangiamento molto divertente, assolo di piano e virtuosismi che confermano il crooner urbinate come un ottimo musicista. UNDERDOG. VOTO 8

Classifica

1. Le Vibrazioni 2. Elodie 3. Diodato 4. Irene Grandi 5. Marco Masini 6. Alberto Urso 7. Raphael Gualazzi 8. Anastasio 9. Achille Lauro 10. Rita Pavone 11. Riki 12. Bugo e Morgan

Giovani

  • Eugenio in Via di Gioia (“Tsunami”)  vs Tecla (“8 Marzo”): Da una parte un pezzo fresco e con un potenziale radiofonico, dall’altro un pezzo che ricorda la Anna Tatangelo degli esordi, con la metà della forza, il cui titolo ne rappresenta in realtà la data di scadenza. La giuria demoscopica, ovviamente, manda in semifinale il pezzo senza alcun futuro.
  • Fadi  (“Due noi”) vs Leo Gassmann (“Vai bene così”): Fadi è un nome emergente della scena indie italiana e canta un brano molto interessante. Leo Gassmann lo conosciamo, molto bravo, è migliore del pezzo che canta. Vince Leo Gassmann, ovviamente.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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