Ecco “1990”, il nuovo album di Max Barskih che ci riporta indietro nel tempo

Oggi parliamo di Max Barskih, 30 anni, uno degli artisti ucraini più famosi, se non il più famoso insieme a Maruv, l’artista tristemente nota al pubblico europeo per essere stata impedita di rappresentare l’Ucraina all’Eurovision 2019. Anche Barskih avrebbe potuto legare la sua carriera artistica all’Eurovision, ma perse la selezione del 2012 portando Dance, non di certo il miglior brano della sua produzione.

Nato a Kherson, un centro portuale della Crimea sul Mar Nero, ha passato un’infanzia segnata per sempre dagli abusi del padre che non sapeva regolarsi con l’alcol e lo picchiava. Traumi che, come racconta in varie interviste, porta ancora dentro di sé e influenzano nel bene o nel male la sua musica. A 18 anni ha debuttato sul palcoscenico partecipando a Fabrika Zirok, una sorta di X Factor dell’epoca, senza vincerlo ma facendosi conoscere bene. L’anno dopo infatti pubblica il primo album e nel 2010 ottiene un grande riconoscimento: miglior interprete ucraino agli MTV Europe Music Awards.

In questi dieci anni ha pubblicato ben 6 album (tra il penultimo e il terz’ultimo ben 10 di dischi di Platino) e molti singoli. L’ultimo LP, 1990, nonché il suo anno di nascita, uscirà prossimamente, ma nel frattempo possiamo godere di tre singoli. Il primo che vediamo è Небо льёт дождем (Nebo lʹët doždem, cioè Pioggia celeste). Il video è concepito come un ritratto minimal in bianco e nero di Max che con la voce trasmette tutta la sua rabbia. Il soprano che si inserisce nel finale impreziosisce il brano.

Il secondo che vediamo è Двоє (Dvoye, ovvero Due), questa volta in lingua ucraina, un brano che presenta il tema amoroso con immagini interessanti: vediamo due personaggi che chiaramente ricordano Adamo ed Eva in versione moderna.

Il terzo è Лей, не жалей (Ley, ne zhaley, cioè Lei, non essere dispiaciuta) è con ogni probabilità il migliore: un ritornello che ti rimane in testa al primo ascolto e i costumi dei personaggi di un video studiatissimo che ci riporta all’estetica degli anni ’90.

 

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