X Factor 2023, ultima puntata di audizioni: brillano in pochi, con qualche sorpresa

È andata in onda su Sky Uno la terza ed ultima puntata di audizioni di X Factor 2023. Meno bene delle altre precedenti i talenti visti sul palco. Appuntamento ai bootcamp per vedere quanti realmente dei “si” ci saranno.

Promossi

Bene Alice Barbara Tombola, voce scura e interessante su “Purple rain” di Prince, ma  resta il dubbio di sentirla su un genere diverso da quello black che è la sua comfort zone. i rodigini Giovie & Mikie su “Somebody to love” di Lewis Capaldi, voce e violoncello. Interessanti ma con qualche problema di intonazione. Passano con qualche esitazione dei giudici.

Jacopo Carosi, rapper romano sedicenne, canta del quartiere romano Furio Camillo. Scrive bene, è credibile ed il ritornello ha un bel flow. Incredibilmente i giudici lo fanno fuori. Francesca Spennato ha una bella voce scura, ma una pronuncia dell’inglese un po’ così. Però brava su un pezzo difficilissimo di Nina Simone. Anna Castiglia canta “Ghali”: sicuramente curiosa, almeno nel testo. Voce e chitarra, è tutto molto surreale, sarebbe interessante sentire questo pezzo con un arrangiamento. Di Filippo Guidoboni piace invece soprattutto la voce graffiata.

Bel timbro anche per Lorenzo Bonfanti, voce e chitarra su £Ho Hey” di The Lumineers. Delicato ed emozionante anche  Samuele Barraco.

Bocciati

Le svizzere Ragazze Punk sono prodotte da Paolo Meneguzzi, che nei giorni scorsi si è scagliato contro il talent. Siamo ai livelli delle Peppermints (San Marino Junior Eurovision 2014), solo che le ragazze del Titano avevano 13 anni.  Voci terribili, atteggiamento da dive, stonate. Bella presenza e nient’altro. Niccolò Selmi è più da Musicultura che da X Factor col suo inedito: voce così così, pezzo complesso, direi troppo. Per i giudici è sì.

Valentina De Rosa entra dicendo di avere l’X Factor ma massacra “Je’so pazzo” di Pino Daniele, il fonico Alessandro Conti fa lo stesso con “L’avvelenata” di Guccini, stonato e fuori tempo. Carlo Fusaroli riscrive “Ma Cherie” (“Con me si divertiranno”) cantando male e poi si chiede se qualcuno gli spiega perchè non è piaciuto. Gli abruzzesi Ken La Fen fanno ridere col loro testo ironico, ma oggettivamente è difficile inquadrarli con qualcosa che non sia surreale (e non è nemmeno ben chiaro se sappiano cantare o meno). Rocco Di Palma, materano, fa morire di nuovo Mango stonando “Bella d’estate”. KC Arnold, togolese rivisita “Feliz Navidad” di Josè Feliciano in chiave rap, dando un testo ad un brano che non ce l’ha. Ma perchè?

Rimandati

Melissa Coppola in arte Melmosa sceglie di andare al suicidio canoro su Back to black e un po’ paga dazio perchè oltre al confronto vocale, perde anche in personalità. Lo stesso dicasi per Vittoria Gado, la cui voce stridula ricorda tante artiste ma niente che convinca pienamente. Sedeyp sarebbero una buona idea, anche per il genere, fra il metal e il grunge, ma l’esibizione manca di forza, sembra un’acqua minerale stappata.

Revenant convincono da un punto di vista tecnico sui Maneskin, ma sono davvero troppo simili, mentre il sedicenne barese Gaetano De Caro ha una bella voce scura per la sua età ma appare ancora troppo acerbo. Difficile da decifrare Alessandro Amazzini in arte Bora, che canta un pezzo sulle droghe. Il testo soprattutto lascia interdetti, per l’incitazione all’uso. Peccato perchè il flow c’è.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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