I testi di Sanremo 2013/1: Scherza coi… santi

Sanremo 2013Aspettando di sentire le canzoni, il Festival dei testi l’hanno vinto loro. Marta sui Tubi in “Dispari” (voto 9) hanno il verso migliore della rassegna, “Non soffro se mi sento solo, soffro se mi fai sentire dispari”, citano facebook, le finte amicizie preferite ad un amore vero (“Chi ti loda e ti ammira, è il nuovo falso profeta”)  ma come al solito, a giocare con le parole sono soprattutto gli Elii che ne “La canzone mononota”  (voto: 9) gioca sulle variazioni che si possono fare usando soltanto il Do (tranne che una volta) (“Puoi cambiare il ritmo/ puoi cambiare la velocità/ puoi cambiare l’atmosfera/puoi cambiare gli accordi (…) puoi cantarla da solo  puoi cantarla tutti insieme con il coro”): il testo più geniale, non il migliore ma sicuramente quello più fuori dagli schemi, come del resto la canzone.

Di sicuro, sarà un festival laico: sin qui niente di strano, ma sicuramente faranno parecchio discutere testi e versi di alcune canzoni in gara. Il testimone di Geova che bussa alla porta di Max Gazzè (“Sotto casa”: voto 5), è raccontato con ironia, ma anche parecchio dileggio e c’è da scommettere che farà discutere, anche perché più di uno ha allargato gli orizzonti.  Il mondo cattolico potrebbe non prendere  bene “Dannati forever” di Elio e le storie tese (voto: 4), dove  ci si chiede: “Posso smaltire i peccati con il jogging?” ma soprattutto dove vengono tirati in ballo tutti e dieci i comandamenti. Ironia anche qui, certamente, ma a un passo dal cartellino rosso.

E chissà che ne penserà il mondo cattolico de “Non è vero che che c’è il paradiso, il purgatorio e nemmeno l’inverno, sembra più una scuola serale, un corso di aggiornamento” contenuto in “La prima volta (che sono morto)” di Simone Cristicchi (voto: 5), che per la verità, non  brilla nemmeno per originalità, visto che si passeggia con Chaplin, si gioca a scopa con Pertini, c’è il film di Pasolini e il nonno Rinaldo che ha partecipato alla campagna di Russia chiede se hanno cambiato il mondo. Persino Raphael Gualazzi si lascia andare in entrambe le canzoni ad affermazioni pesanti. In “Senza ritegno” (voto: 8) dice ad un certo punto “Ti sparo nelle gambe e divento cristiano” (???) nel bel mezzo di un disprezzo dopo una delusione amorosa: “Ricordati le favole che hai già vissuto, la pace vulnerabile di ogni minuto/ Che vivere e ridere non è abbastanza/Mentre imbianco  l’uomo in nero tu prendi coscienza” ma anche “Qui non si tratta di una libera denigrazione, ma di rendersi partecipi di ogni ragione”. Mentre in “Sai ci basta un sogno” (voto: 7)  dice che per amore “Avrei sfondato le porte ipocrite di un Paradiso”. Testo con arrampicate verbali desuete come “volute velleità” e “Accidia immemore”.

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Sarà interessante poi capire a che ora canterà, sui Rai Uno Renzo Rubino: la sua “Il postino (amami uomo)” (voto: 6) , in gara fra i Giovani è fortemente indiziata per andare almeno sul podio: “Amami uomo/ con le mani da uomo e tu e toccami fiero fiero/ con un soffio leggero bello di mammà/ sto macho per papà l’uomo senza curve un donnone sposerà”. Quattro anni fa, l’amore gay al femminile, declinato con assai maggiore delicatezza da Valeria Vaglio passò a mezzanotte e quaranta. Alla fine, il testo più spirituale lo ha scritto Francesco Bianconi, uno che pure  su questo fronte non le manda a dire: “Il futuro che sarà” per Chiara Galiazzo (voto: 8) è una grande preghiera di speranza:Spiegami  il senso, dimmi la verità , Profeta, fammi fumare d’immenso, spiegami il futuro che sarà”, non però  senza un velo di rassegnazione: “Profeta, illudi l’uomo un’altra volta, dimmi che qualcosa cambierà”.

/1 – CONTINUA

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Una risposta

  1. 11 Febbraio 2013

    […] giro con i testi di Sanremo.  Non solo canzoni che tirano in ballo la chiesa, la fede e le religioni, ma anche ovviamente tanto amore. Declinato in tutte le salse, è come sempre lui il protagonista […]