“Controvento” di Arisa vince il Festival di Sanremo 2014
“Controvento” di Arisa vince l’edizione numero 64 del Festival di Sanremo. La cantante lucana sale sul gradino più alto del podio con oltre il 50% dei voti (classifica combinata di televoto e giuria), precedendo Raphael Gualazzi & The Bloody Beetrots con “Liberi o no” e la sorpresa Renzo Rubino, terzo con “Ora”. Per loro rispettivamente 26 e 24%. Una vittoria in rimonta per Arisa, spinta in alto dal televoto. E ancora una volta come già successo nel 2009, quando si impose fra le Nuove Proposte con “Sincerità”, ha vinto con una canzone di Giuseppe Anastasi, che allora era anche il suo compagno, il quale aveva firmato anche “La notte”, secondo classificato nel 2012. Ai primi tre posti, tre artisti usciti dalle Nuove Proposte del passato, è un record.
Nel dettaglio, ecco la votazione separata per i primi tre classificati:
- TELEVOTO: Arisa 58, Gualazzi 23, Rubino 19.
- GIURIA: Arisa 42, Rubino e Gualazzi 29
La grande vincitrice è dell’edizione è la Warner Music, che piazza due artisti su tre sul podio (Arisa e Rubino), con la Sugar che si prende la grande rivincita dopo l’esclusione di Riccardo Sinigallia, che comunque è valsa una grande ribalta mediatica sia all’artista romano che alla casa discografica. Fuori dai giochi, incredibilmente, il grande favorito della vigilia Francesco Renga, in testa dopo il televoto di giovedì ma evidentemente penalizzato dalla giuria di qualità, che già con le Nuove Proposte aveva mostrato di preferire produzioni alternative piuttosto che quelle tradizionali.
Cristiano De Andrè si è portato a casa il premio per il miglior testo, per la canzone “Invisibili” (eliminata la prima sera), brano per il quale ha vinto anche il premio della Critica intitolato alla memoria di Mia Martini. Quello della sala stampa Radio TV Lucio Dalla è invece stato vinto dai Pertubazione. Giusti riconoscimenti per artisti che hanno portato l’uno due canzoni difficili e gli altri un brano fresco, radiofonico, che forse avrebbe meritato anche un posto sul podio.
La serata per il resto ha regalato qualche nota simpatica come l’esibizione del belga Stromae, dominatore delle charts francofone, che ha portato sul palco dell’Ariston un genere elettronico di enorme successo commerciale in tutta Europa. E come la promessa mantenuta da parte di The Bloody Beetroots, che aveva ricevuto in consegna dalla Gialappa’s Band, che ha commentato l’evento sanremese su RTL 102.5 un pupazzetto dell’Uomo Ragno (non è un caso: il musicista veneto ha il volto coperto dalla maschera di Venom, uno dei nemici storici di Spiderman) con il compito di portarlo sul palco. Lui l’ha fatto, appoggiandola sulla tastiera.
Inutili, come sempre gli intermezzi: quello del mini concerto di Ligabue, che non accetta di mettersi in gioco ma viene a promuoversi e soprattutto quello di Maurizio Crozza, retorico e scontato. A proposito di radio. Male, malissimo la copertura da parte del programma di Piero Chiambretti su Radio 2, troppo in stile Gialappa’s Band e spesso “sopra le canzoni”. Così chi il Festival voleva seguirlo alla radio non ha avuto modo di trovare una alternativa valida che facesse ascoltare i brani “per intero”.
Una domanda sorge spontanea: ma il logo dell’Eurovisione a inizio puntata ha ancora senso? C’è, che voi sappiate, qualche televisione dell’EBU che ha davvero trasmesso questo scempio?
Il programma è messo a disposizione gratis di tutte le emittenti aderenti all’EBU che lo richiedono. Sono poche, ma ci sono. Non siamo d’accordo sul fatto che sia uno scempio. Musicalmente è stato un buon festival. Al livello di spettacolo, meno.
Mi riferivo allo spettacolo, infatti. Musicalmente, qualcosa di buono c’era (Arisa, Renga, Perturbazione, Gualazzi, Diodato…)