Eurovision 2015: le pagelle ai brani della seconda semifinale

Dopo le canzoni della prima semifinale che vi abbiamo proposto in precedenza, ecco i nostri giudizi sulle canzoni della seconda semifinale in programma giovedì alle 21. Diretta finalmente anche su Rai 4 (e in contemporanea su Radio 2), comento Filippo Solibello e Marco Ardemagni. Chi volesse una alternativa può andare sul 520 di Sky, o 73 Tivù sat o 73 DTT (in Emilia-Romagna) e seguire San Marino RTV, col commento di Lia Fiorio e Gigi Restivo. Nelle zone di confine, diretta su RSI La 2, commento Paolo Meneguzzi e Clarissa Tami. Le canzoni sono in ordine di apparizione e le potete ascoltare qui. In questa semifinale vota anche l’Italia, vi daremo le indicazioni su come fare.

Molly Sterling

LITUANIA

Country pop già sentito, niente di originale. Loro sono bravi, cantano bene, ma il pezzo non sembra avere le carte in regola per sfondare. In più escono per primi. Qualificazione durissima. Porteranno un bacio gay sul palco

IRLANDA

Molly Sterling- Playing with numbers: L’Irlanda è tornata l’Irlanda con un brano bello, radiofonico, ben cantato da questa ragazza di appena sedici anni. Un prodotto di livello, una perla che meriterebbe non solo il passaggio in finale ma anche un posto nei dieci. Il problema è che canta per seconda e a fine sera se ne saranno già dimenticati. Corsa in salita.

SAN MARINO

Michele Perniola e Anita Simoncini- Chain of lights: Ormai lo sapete: San Marino, come l’Italia, non si giudica. Si sostiene e basta. Forza ragazzi, regalateci un’altra grande impresa. PS E comunque su San Marino c’è un grande pregiudizio, per l’autore della canzone. In prova hanno cantato bene, altrochè.

MONTENEGRO

 Knez – Adio: Non c’è niente da fare. Sonorità come queste regalano sempre belle emozioni. Una ballata delicata, ben cantata (in montenegrino), scritta da quella volpe di Zeljko Joksimovic. Lui ci mette anche molto mestiere. Notevole.

MALTA

Amber – Warrior: Il fatto che me la sia dovuta andare a risentire la dice lunga. Molti vocalizzi, poca sostanza anche cambiando l’arrangiamento. Malta può sperare nella finale, ma se stavolta se la dovrà sudare. Dimenticabile.

NORVEGIA

Morland & Debrah Scarlett – A monster like me: La Norvegia prosegue sul filone complesso dell’anno scorso. Loro sono bravi, esperti, cantano bene. Ma al brano manca l’appeal sufficiente per decollare. Loro ci danno dentro e alzano il giudizio finale. La finale non pare a rischio, poi è da vedere. Ufficio complicazioni affari semplici (leggi: lottare per un posto nei dieci perché sei la Norvegia).

PORTOGALLO

Leonor Andrade – Ha un mar que nos separa: Tanto notevole la performance globale quanto dimenticabile il brano. Lei si gioca con Edurne e Polina Gagarina il titolo di miss Eurovision 2015, ma questa è un’altra storia. Corsa ad ostacoli.

Perniola Simoncini

REPUBBLICA CECA

Marta Jandova & Vaclav Noid Barta – Hope never dies: Ballata giocata sulle tinte scure, come il timbro vocale di lui. Bella armonia di voci, il pezzo cresce con gli ascolti e quindi ormai a me piace. Il problema è per chi lo ascolta per la prima volta.

LETTONIA

Aminata – Love injected:  Spiazzerà chi è al primo ascolto. Arriva la Lettonia, ci si aspetta una roba dell’est e invece arriva una cantante per metà burkinese con uno dei pezzi più belli e attuali (per quello che si sente adesso nel mainstream) dell’edizione. Dusbstep, atmosfera rarefatta e in più la sua voce avvolgente. Mina vagante.

ISRAELE

Nadav Guedj – Golden Boy: Questo invece è esattamente quello che t’aspetti da Israele all’Eurovision 2015. Fra tante ballate, questo uptempo spicca. Ma sarà la performance a fare la differenza. Un posto in finale comunque lo merita.

AZERBAIGIAN

Elnur Huseynov – Hour of the wolf: Elnur che torna più maturo, da vincitore di The Voice of Turkey e con un pezzo (al solito) svedese, molto ben cantato e molto eurovisivo. Le carte in regola per fare corsa di testa ci sono. Bel rientro.

ISLANDA

Maria Olafs- Unbroken: Frozen, parte seconda. Ecco, mi  è bastata la prima, ne ho già abbastanza. Peraltro in prova è stata anche la peggiore.

SVEZIA

Mans Zelmerlow – Heroes: E’ il pezzo eurovisivo classico made in Svezia. Plastica ben confezionata, ma sempre plastica. Buono per fare una corsa di testa (nelle prime cinque, con ogni probabilità) ma non abbastanza per giocare per vincere. L’esperienza comunque, sarà un valore aggiunto notevole alla performance. Per il resto ha già fatto cassetta e ora bisserà con l’album. Personalmente lo ascolto da due mesi e ancora non m’è entrato in testa.

Maraaya

SVIZZERA

Melanie Renè – Time to shine: Amici svizzeri, stavolta è dura. Lei è brava, ma il pezzo esce dalle orecchie con la stessa rapidità con la quale vi entra. Scalata a mani nude.

CIPRO

John Karayannis – One thing should I have done: Ballata sin troppo minimal. Un pò come l’Ungheria della prima semifinale, ma con un testo più scontato. L’autore Mike Connaris fece un pezzo simile nel 2004 per Lisa Andreas. Perseverare è diabolico.

SLOVENIA

Maraaya – Here for you: Fresco, uptempo, a metà fra il pop e la dance. Travolgente sin dalle prime note con in più la sensualità della voce di Marjetka Vovk. Marito e moglie, prodotti da Gabry Ponte, è anche il brano potenzialmente con maggior mercato insieme a quello italiano. In un festival con dinamiche normali, lotterebbero per il podio, un risultato sotto il sesto posto sarebbe una vergogna. 12 points from me.

POLONIA

Monyka Kuszynska- In the name of love: Ballata di atmosfera, molto anni 90 ma coinvolgente e ben cantata da un’artista esperta. Canta per ultima ed è già un punto a favore, la speranza è che votino la performance e non tutto il resto.

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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