Scatta l’Eurovision Song Contest 2015, con tante storie da raccontare in musica

Su il sipario sull’Eurovision Song Contest  2015. Alle ore 21, in diretta dalla Wiener Stadthalle di Vienna, scattano le serate live della più grande manifestazione canora mondiale e mai come quest’anno sarà una edizione storica, non solo perché numero 60. Lo slogan dell’anno “Building bridges” è l’ideale per raccontare l’edizione che sta per partire. Ponti che collegano storie, persone, continenti. Così per esempio, il debutto dell’Australia, che all’EBU è solo associata ma che è stata invitata come premio per gli alti ascolti che l’evento fa in quel paese solitamente fuori concorso, unisce idealmente due modi diversi di intendere la musica. Partecipazione una tantum, si è affrettato a spiegare l’EBU. Ma “Tonight again” di Guy Sebastian è uno dei brani più quotati per la vittoria finale e allora c’è già il progetto: in caso di successo aussie, si va in Europa, probabilmente in Germania, col sostegno (non solo organizzativo) della tv prescelta.

Il Volo

OLTRE LE DIFFICOLTA’- In parte ne avevamo già parlato: sarà il primo Eurovision della storia con in gara una artista in sedia a rotelle: Monyka Kuszynska, rappresentante della Polonia, non ha fatto sì che la perdita dell’uso delle gambe fermasse la sua avviatissima carriera e oggi si presenta fiera al grande pubblico europeo, dopo aver sfilato a testa alta anche sul red carpet domenica pomeriggio. E se il Regno Unito mostrerà attraverso Bianca Nicholas degli Electro Velvet come la fibrosi cistica non è un ostacolo alla canzone, quelli che stanno facendo più discutere saranno i finlandesi Pertti Kurikaan Niminpaivaat (L’onomastico di Pertti Kurika), band composta da elementi affetti da autismo e sindrome di down.

OLTRE GLI STEREOTIPI – Quello del sessantesimo sarà anche l’Eurovision più multietnico di sempre: Svizzera, Bielorussia e Lettonia schierano artiste di colore (Melanie Renè, Maimuna e Aminata rispettivamente originarie di Mauritius, Congo e Burkina Faso) e se la Confederazione è per sua natura un paese multietnico, la presenza di artiste di origine africana nei due stati della ex Unione Sovietica è una primizia: prima di loro solo l’Ucraina, che nel 2012 schierò la congolese Gaitana. Le svizzere in gara saranno due: l’altra è Debrah Bussinger, in arte Debrah Scarlett, in gara insieme a Morland per la Norvegia. E due saranno anche i ciprioti, una in quota Grecia:  John Karayannis e Maria Elena Kyriakou.

LA GIOSTRA DELLA MEMORIA – L’Eurovision sarà l’occasione per l’Armenia per ricordare i 100 anni dal genocidio della loro popolazione da parte dei turchi, che diede origine alla diaspora del popolo armeno: per questo è stato messo in piedi un supergruppo (Genealogy) composto da artisti di origine armena provenienti da sei differenti parti del mondo (Francia, Australia, Etiopia, Usa, Giappone e Armenia stessa) ed un brano che parla proprio del genocidio e della diaspora: “Face the shadow” si chiamava inizialmente “Don’t deny” (“Non negare”), ma la protesta dell’Azerbaigian (turco per lingua e cultura e che dunque non riconosce il genocidio) ha consigliato il cambio. Parla di guerra – nello specifico di donne nella guerra – anche “N’oubliez pas” della francese Lisa Angell, che unisce idealmente Prima Guerra Mondiale arriva fino ai giorni nostri, in un ideale filo rosso con “Wars for nothing” dell’ungherese Boggie. E per la prima volta ci sono in gara due canzoni dal titolo identico, “Warrior”, rispettivamente per Malta e Georgia.

IL FESTIVAL DEI GIOVANISSIMI…- Molti gli Under 21 in concorso: i più giovani sono i sammarinesi Michele Perniola e Anita Simoncini, 16 anni a testa, il più giovane duetto della storia eurovisiva. La stessa età di Nadav Guedj (Israele) e ne aveva 16 al momento della qualificazione l’irlandese Molly Sterling. Ne ha 18 il belga Loic Nottet e tre componenti della band danese Anti Social Media sono sotto i 20 anni. L’età di Leonor Andrade e Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto de Il Volo, mentre Piero Barone ne ha 21. Anita Simoncini è la prima artista della storia ad aver fatto consecutivamente Junior Eurovision (che l’anno prima ha fatto anche Perniola) ed Eurovision. I

… E DELL’ITALIA – Anche quest’anno c’è tanta Italia. Oltre a Il Volo, anche Michele Perniola, che come il trio viene da Ti Lascio Una Canzone, mentre l’albanese Elhaida Dani è nota per aver vinto la prima edizione di The Voice of Italy. Lisa Angell si chiama in realtà Lisa Vetrano ed ha origini irpine (Baiano, provincia di Avellino). Gli sloveni Maraaya, sono prodotti dalla Danceandlove, l’etichetta di Gabry Ponte. Elhaida Dani sarà nella prima semifinale, Slovenia e San Marino nella seconda dove voterà anche l’Italia (finalista di diritto: qui le canzoni già ammesse)

SOGNANDO IL COLPO, 25 ANNI DOPO – Mai come quest’anno l’Italia ha le carte in regola per fare corsa di testa e anche giocare per vincere: “Grande amore” sembra sin qui aver messo d’accordo tutti anche grazie ad un sound chiaramente riconoscibile come italiano dal pubblico straniero che vota. E sull’onda della vittoria di Vincenzo Cantiello allo Junior Eurovision, con un brano dall’impostazione (e dal titolo) simile, “Tu, primo grande amore”, gli eurofan italiani sognano una nuova vittoria, 25 anni dopo il successo di Toto Cutugno a Zagabria con “Insieme: 1992”: in un certo senso, anche quelle erano sonorità epiche, molto italiane e conquistarono facile le giurie. Il televoto potrebbe dare una spinta ulteriore. Gli scongiuri, ovviamente, sono ammessi.

Gagarina

Il Volo dovrà guardarsi dai soliti noti: Mans Zelmerlow in gara per la Svezia, Polina Gagarina (Russia), ma anche il citato Guy Sebastian. Con Armenia e Azerbaigian (Elnur Huseynov) di rincorsa. Le altre big sono tutte fuori gioco: la Spagna punta a far bene con Edurne, ma pare difficile pensarla per una corsa di testa, ancora più dura per la Germania, che oltretutto schiera la canzone “di riserva” “Black smoke” di Ann Sophie, dopo la rinuncia del vincitore della selezione Andreas Kummert. L’Austria padrona di casa si farà onore con The Makemakes, per Francia e Regno Unito, nonostante brani interessanti (ma lontani dal sound eurosivivo), ci sarà probabilmente da sgomitare per evitare nuove disfatte. E adesso bando alle ciance, che la festa della musica cominci!

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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