Sanremo Giovani 2016: promossi e bocciati fra i 61 aspiranti al Festival
Abbiamo ascoltato per voi le 61 canzoni di Sanremo Giovani, dalle quali, ricordiamo, saranno scelte le 6 (su 8) che al termine delle audizioni live che partiranno domani, saliranno sul palco dell’Ariston, per partecipare al Festival di Sanremo insieme alle due che usciranno da Area Sanremo. Un dato emerge: siamo nel 2015. Non è così scontato quando si parla del Festival, ma certo le proposte dei giovani (con qualche eccezione) sono inserite nella piena contemporaneità, nel senso di ciò che si ascolta adesso nelle radio. E questo lascia sperare che vengano le scelte le cose migliori. Tanto amore, ma anche diversi temi sociali, in qualche caso un clamoroso ritorno al vintage (che però in un certo senso pure questo è adesso abbastanza mainstream), alcune grosse delusioni e almeno tre artisti che se dovessero entrare sono seriamente candidati alla vittoria, con ottime prospettive se non altro a livello radiofonico. La nostra top 5 è presto fatta:
1- Ermal Meta -Odio le favole
Del resto non poteva essere diversamente. Quando uno come lui, con due Sanremo da cantante in gara (con La Fame di Camilla e Ameba 3), due da autore (Annalisa, Chiara) e canzoni scritte per Emma, Mengoni, Renga, Patty Pravo e tanti altri, si presenta fra le nuove proposte, non lo fa rischiando di essere scartato. C’è dentro tutta l’esperienza di un cantautore navigato, con una produzione seria alle spalle, un brano sicuramente per le radio. E se entrasse in gara (se non entrasse sarebbe un delitto), per provare a vincere.
2- Madh- In cerca di un senso
Già disco d’oro dopo il secondo posto ad X Factor, tenta la carta dell’italiano e lo fa con un pezzo molto internazionale, nel solco della sua produzione, come tutto l’album d’esordio Madhitation. Un pezzo contemporaneo, radiofonico, lui ha dietro una major e quindi non dovrebbe avere problemi ad entrare. L’unico dubbio è: quanto perderà l’arrangiamento con l’orchestra? Probabilmente parecchio.
3- Tommaso Pini – Veleno e antidoto
Già bocciato l’anno scorso, l’ex The Voice quest’anno porta un pezzo elettropop molto radiofonico e contemporaneo. Lontano cinque o sei galassie dalla canzone sanremese media, la giuria lo sceglierà solo se è coraggiosa. Molto coraggiosa. Poi la sfida col pubblico sanremese sarebbe interessante.
4- Giordana Angi – La soluzione
L’inciso in francese è una perla e la lingua manca dal Festival dall’edizione 1982 quando la portò Plastic Bertrand. Nel 2012 fu in gara con un pezzo diversissimo, una ballad che strizzava l’occhio alla chanson francese, autocandidandosi per l’Eurovision. Ecco, se lo facesse con questo pezzo qui, un bel crossover su base dance anni 90, farebbe un figurone. Anche qui, ci vuole una giuria coraggiosa, perchè questo genere di solito a Sanremo fatica molto.
5- Talenti Latenti – Don’t smoke
Una bella commistione fra tarantella e pop, è un progetto che ha dietro un gruppo di studenti di un istituto tecnico commerciale di Villaricca, piena Terra dei Fuochi. Già più volte ospiti della Rai per un’altra loro produzione, potrebbero essere una bella scelta anche per rompere gli schemi musicali della rassegna. Poi ovviamente l’argomento di attualità (nel progetto e nel testo del brano) è un altro bel traino.
Sin qui le nostre cinque migliori, ma la sfida per entrare sarà bella tosta, perchè ci sono altri brani che meritano. I migranti e l’accoglienza sono un altro tema caldo. Ne parla Gianmarco Dottori, ex The Voice e campione in carica a Musicultura, con “Samir“, la lettera alla moglie (ma anche a Dio) da parte di un migrate che sta attraversando il mare in barcone per arrivare in Europa. Più crudo, forse troppo per Sanremo, il testo di “N.e.g.r.a” di Cecile: “Mi consideri solo per un’avventura ma non consideri la mia natura, perchè sono negra negra negra, ma quando mi vedi nuda nuda nuda vado bene anche se sono negra, non te ne frega più”. Ma dentro è un campionario delle discriminazioni di vario genere raccontato fuori dai denti, sarebbe un pezzo davvero di rottura. Un cazzotto in bocca alla deriva razzista di questo ultimo periodo.
Altri brani che potrebbero giocarsi un ingresso sono quelli di Chiara Dello Iacovo e Antonella Lo Coco, due pop genuini, forse non originalissimi ma molto orecchiabili e sanremesi, il rap che parla della storia di una ragazza anoressica e della sua discriminazione firmato da Maurizio Musumeci in arte Dinastia (l’unico esponente del genere a portare un pezzo degno), l’elettropop dei Koko, già noti alle cronache per un precedente pezzo sulla violenza contro le donne e che portano un crossover con assonanze anni 80 molto forte dal punto di vista radiofonico e “La mia Sofia Loren” di Matthew Lee, che rilancia un genere vintage a tempo di rock che abbiamo già sentito di suo pugno al Summer Festival: il pezzo non è niente di particolarmente originale e diverso dal suo stile, ma funziona bene, lui è sulla cresta dell’onda e in più la sua etichetta (Carosello), un posto al Festival l’ha avuto spesso e volentieri.
Il nostro sogno sarebbe un pezzo deliziosamente old fashioned – ma in senso buono – e teatrale come “Faccio tutto da me” di Lavinia Desideri ma è una produzione più da Musicultura o Premio Tenco che da Sanremo, dove forse rischierebbe di perdersi. Ma il pezzo è meraviglioso, davvero. Se vi piace il genere di nicchia, intesi come jazz e swing, c’è di che sollazzarvi: in ordine sparso Cabrio, Marco Greco (molto colonna sonora di film), Brando & Ricci, Cosimo Messeri. Gradevolissimi, anche volendo possibili outsider per l’ingresso fra i sei fortunati l’orecchiabilissimo pop con venature folk “Amare stanca” di Una; il curioso racconto di una storia d’amore finita visto da una curiosa angolazione “Porto fuori il cane” di Simone Avincola, il pop genuino con testo impegnato di Lelio Morra, già Premio De Andrè e il divertissement in salsa hot (con qualche lieve doppiosenso) di Dalise, la vincitrice di Castrocaro.
LE DELUSIONI – Appena sufficienti le proposte di artisti dai quali ci si attendeva qualcosa di meglio. Ilaria Rastrelli e Valentina Tioli (X Factor) hanno dei pop orecchiabili ma che non decollano e nel caso della seconda sono evidenti i richiami allo stile di Meghan Trainor. Violetta Zironi, pure lei dal talent di Sky ha cambiato genere abbandonando il country per un annacquatissimo pop che ricorda certe produzioni italiane dei discoring degli anni 80. Il cambio di stile, dall’elettropop-dance al pop con leggere influenze dance ha completamente sgonfiato l’energia di Katerfrancers così come forse è sin troppo classica, pur se ben scritta e arrangiata la proposta di Valeria e Piero Romitelli. Non decollano i brani, pur gradevoli di Timothy Cavicchini, Valentina Parisse e Simone Perrone mentre appare fallita l’operazione di Ragazzo Semplice e il suo complesso al cui titolo furbo “Una canzone per Sanremo” non corrisponde canzone altrettanto furba. Le canzoni, lo ricordiamo, sono tutte ascoltabili qui.
Sono contenta per Tommaso Pini che seguo da The Voice 2014 perchè lo ritengo un artista veramente unico con una voce poliedrica che incanta. Il brano presentato ha tutte le carte in regola: testo, musica, voce, orecchiabilità…tutti si amalgama talmente bene che scivola via avvolgendoti e trascinandoti piacevolmente e intensamente! Lui crede veramente nel suo sogno e cresce continuamente per raggiungerlo! Spero che la giuria abbia davvero il coraggio di sbarcare in una galassia molto avanti dando all’Ariston aria fresca!!!