Festival di Sanremo 2016, prima serata: Ruggeri, Arisa e Stadio su tutti, stecche dai più giovani

Prima serata del Festival di Sanremo un pò così. Troppe ballad, molte canzoni difficili, parecchie stecche sopratutto dai più giovani. Per fortuna i vecchi leoni  (Stadio, ma soprattutto Enrico Ruggeri) non tradiscono le attese.  Arisa sembra già una delle candidate alla vittoria e nonostante un pezzo complesso, anche il duetto made in Ragusa Caccamo-Iurato ha le carte in regola per far bene. Sorprende Irene Fornaciari, vera outsider insieme a Ruggeri di questa prima serata. Intimo e difficile al primo ascolto il pezzo di una Noemi in ottima forma. Cinque artisti su dieci hanno aderito per la campagna a sostegno delle unioni civili portando sul palco un nastro arcobaleno: Noemi, Arisa, Enrico Ruggeri, Bluvertigo e Irene Fornaciari. Ieri sono finiti a rischio esclusione Noemi, Irene Fornaciari, Bluvertigo, Dear Jack. Ecco le nostre valutazioni:

Lorenzo Fragola- Infinite volte: Ballata alla Mengoni che se la cantasse Mengoni giocherebbe per vincere. Funziona, è molto sanremese, ma lui live ha come l’anno scorso grossi limiti. Appena dignitoso sulle note basse, malissimo su quelle alte. Probabile che su disco sia molto meglio, ma a Sanremo si canta con l’orchestra. VOTO 6 (ma 5 alla performance)

Caccamo Iurato

Noemi- La borsa di una donna: L’ha scritto Masini e in effetti la sua mano si sente molto. Intenso, la voce scura di Noemi vi si cala con delicatezza. Ma il brano è molto difficile al primo ascolto e in una rassegna dove il televoto conta, è un pò come correre in salita. E infatti deve già inseguire VOTO 7

Dear Jack – Mezzo respiro: C’è una crescita evidente, anche per il fatto che è cambiato il cantante, che è anche co-autore del brano. Un’altra ballata alla Mengoni, senza che la canti Mengoni. Leiner paga dazio all’emozione e infila una serie di stecche niente male.  La fanbase evita loro la zona calda, che onestamente avrebbero meritato. VOTO 6 (ma 5 alla performance).

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato – Via da qui. Il Sangiorgi più intimista regala loro un brano non facile, che cresce di intensità strada facendo e con l’ascolto. Perfetti nell’intonazione, l’affiatamento è notevole. Il pubblico li sosterrà, le giurie apprezzeranno certamente: serissimi candidati ad un posto sul podio. VOTO 8

Stadio- Un giorno mi dirai: Comincia piano, poi cresce. L’esperienza di una band con 40 anni di carriera che si mette in gioco, un testo molto italiano e un Curreri in grande forma. Tanti punti agli esordienti. Classe e stile. VOTO 8.5

Ruggeri

Arisa -Guardando il cielo: Il pezzo sanremese perfetto, ma del resto Giuseppe Anastasi sa come si scrivono le canzoni per vincere Sanremo.  Melodia leggera, molto italiana, ariosa, voce cristallina, non sbaglia una nota ma allo stesso tempo sa emozionare. E un testo spirituale il giusto per piacere un pò a tutti. Aveva anche delle rotondità sospette… VOTO 9

Enrico Ruggeri – Il primo amore non si scorda mai. Potrebbe essere il padre di Lorenzo Fragola e Leiner dei Dear Jack ma il suo pezzo è più moderno degli altri due messi insieme. Sapiente uso delle parole, la solità grande capacità da cantastorie, ritmo coinvolgente. Fresco, radiofonico. Pericoloso outsider. VOTO 9.

Bluvertigo-  Semplicemente: A dispetto del titolo, non è per niente un pezzo semplice. Paradossalmente, il sound dei Bluvertigo, che è sempre lo stesso dal 1994, risulta oggi estremamente moderno. Rischiano di fare la fine de “L’assenzio”, ultima nel 2001, ma non lo meritano, perchè il brano comunque è radiofonico. Peccato per l’afonia di Morgan che già non è che abbia tutta questa gran voce. VOTO 7 (ma 5 a Morgan).

Rocco Hunt- Wake up: Il rapper che gioca a fare Pino Daniele mettendoci un pò di groove. Il pezzo non è all’altezza di quello di due anni fa, soprattutto si canticchia molto meno del previsto. Ma fa muovere sulla sedia e il testo è interessante. VOTO 6.5

Irene Fornaciari – Blu: Il dramma dei migranti, cantato senza figure retoriche, con una ballata delicata e radiofonica allo stesso tempo. Una Irene Fornaciari diversa, sicuramente più intima. Bel rientro per lei, che ormai si è del tutto sdoganata dallo scomodo ruolo di figlia d’arte. A rischio eliminazione, non se lo merita davvero. VOTO 7

Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa, liberale. Già speaker radiofonico. Ha scritto e scrive di cronaca, sport, economia e sociale per giornali nazionali e locali per vivere; scrive di musica su siti e blog per sopravvivere.

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