Sanremo 2016: crescita zero per gli emergenti, aiutati dal televoto. Michielin felice eccezione

“Sono a rischio eliminazione? Il mondo  è capovolto”. Dolcenera ha scoperto la classifica di ieri sera mentre stava recandosi a Villa Ormond per il Dopofestival. Ed in effetti il primo giro di esibizioni ha mostrato una verità purtroppo impietosa e cioè che il televoto, con ogni probabilità, avrà di nuovo un peso maggiore rispetto a quanto annunciato. Il resto lo stanno facendo le radio, che stanno già passando più del previsto alcuni artisti (Dear Jack) per farli risalire in classifica e altri (Fragola) per tirare loro la volata.

Di certo c’è che Sanremo è ormai quasi esclusivamente una vetrina per (provare a) vendere i dischi ed è per questo che non c’è quasi più spazio per le produzioni di qualità. Chi ha rischiato mettendosi in gioco, come Dolcenera, come Annalisa, con pezzi intensi e difficili, deve fare i conti con un mainstream che le farà uscire penalizzate. Altri, come Irene Fornaciari, fanno i conti invece proprio con un pubblico  più di nicchia. Inevitabilmente, ne esce una classifica poco rispondente ai valori reali in campo. Annalisa può contare invece su un pubblico più solido e soprattutto su una delle interpretazioni migliori sin qui sentite, ma sabato sera, di fronte a giurie meno esigenti rispetto a noi cronisti, basterà?

Comunque vada, la vera delusione di questo concorso sono gli artisti emergenti, nessuno dei quali ha mostrato minimamente un passo avanti sul fronte della crescita artistica ed anzi forse è proprio da loro che sono arrivate le cose peggiori di questo festival. Felice eccezione in questo senso è Francesca Michielin, che al netto di un ottimo team autoriale, che sin qui le ha regalato singoli sempre molto radiofonici, sta affrontando l’esperienza sanremese con grande umiltà. La sua “Nessun grado di separazione” è forse il pezzo più genuinamente pop in concorso e a di là di qualche problema d’intonazione, dovuto probabilmente anche all’emozione del debutto, è quella che negli ultimi due anni ha saputo meglio mettersi in gioco in varie esperienze. Vale ricordare peraltro che la sua prima uscita live con una band è solo dello scorso settembre, al tributo in onore di Sergio Endrigo a Terni.

In tutto questo la vera outsider potrebbe essere Patty Pravo, che ha uno dei brani migliori fra i Campioni e come in una specie di sortilegio, riesce sempre ad ammaliare gli ascoltatori, facendosi perdonare un’interpretazione che è lontana da quelle di un tempo, soprattutto sul fronte dell’intonazione. La classifica di domani sera in questo senso, dirà molte cose.

L’immagine più alta della serata di ieri, resterà però inevitabilmente l’intervista, seguita da esibizione, del maestro Ezio Bosso, un grande esempio di come si possa affrontare con grinta anche una malattia neurovegetativa come la sua e come questa non sia riuscita ad intaccare né il morale, né tantomeno il talento. Ieri sera, dopo la sua performance, il suo album “The 12th room” era primo in classifica su Itunes. Anche questa, se volete, è una prova di come funziona oggi la musica in Italia: senza la tv nessuno si sarebbe mai accorto di un musicista acclamato in tutto il mondo a prescindere dalla sua disabilità. Qualcuno, peraltro, sembra non essersene accorto lo stesso, preferendo concentrarsi nuovamente sui nastri arcobaleno e sui soldi spesi per Elton John. La qualità ha un prezzo, appunto. Ma come cantava Caparezza, “Chi se ne frega della musica”. L’importante è far cassetta. O fare polemica. A seconda dei casi.

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